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Campagna elettorale in poesia/ 5 – Bruno Tassone da Crotone.

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“vota ppì nnuji c’u ttì penti, ma u populu faciva muru i gomma, pijava u paccu e vutava trumma!

Bollate, fermata la baby gang di sedicenni. Picchiavano e derubavano i coetanei

 crotoneBruno Tassone, di chiare origini serresi, è nato a Crotone nel 1947 e qui vive ed opera.Accademico del Verbano,” e collaboratore de “il Quotidiano della Calabria”, è ricco di molteplici interessi culturali che lo portano a spaziare  tra l’arte figurativa e quella letteraria. Ha conseguito prestigiosi riconoscimenti per la sua arte pittorica e per la sua  vasta produzione letteraria. La sua bibliografia è già ricca delle raccolte di poesie in dialetto crotonese “Ppi vv’arricurdari i ricurdari” del 1995, “Fammi parràri e diri” (2000), della raccolta di racconti e modi di dire “U salònu du varveri” (1998), “Il Giuramento” romanzo del 2006, il saggio “Medicina popolare – detti e modi di dire”(2004) e la “Grammatica e dizionario del dialetto crotonese”.Del Tassone,  ebbi a scrivere, tempo fa, che il suo è il “dialetto come sorgente di pure acque, cristallino, ricercato anche nel lessico, e piacevole alla lettura perché si apre idiomaticamente alla rappresentazione di un mondo che sembra ormai dimenticato.” Ed ancora. Il suo è un “modo di disegnare e ripercorrere il cammino sofferente degli uomini che gli deriva sicuramente dal suo conterraneo più famoso, quel Mastro Bruno Pelaggi, oggi voce della Treccani, che, dalle granitiche montagne di Serra San Bruno, col suo dialetto, ancorchè colorito, fustigava i costumi e le ricche dispense di prepotenti e politicanti, sempre uguali allora come oggi, e gridava la disperazione sua e di tanti calabresi costretti a scappare in America nei primi anni del ‘900”.

Paccu e trumma

“Senti gridari tutt’i mumenti

vota ppì nnuji c’u ttì penti

nuji ti vulimu beni, mò chistu u sa

ari votazioni, vota ccà”.

Don Cicciu Arrigu ‘nsemi ad ancun’atu

và dicennu: “Caputu deputatu”

du Vaticanu tena sordi a saccu

e ‘nti quartieri và dunannu u paccu.

“U vutari a ccù i previti si mancia

vutari i comunisti cu ti ciancia”,

ma u populu faciva muru i gomma

pijava u paccu e vutava trumma.

 

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