Rivista Santa Maria del Bosco - Serra San Bruno e dintorni

Semplicemente donne...donne del sud.


Ed oggi ti voglio raccontare di quelle donne di cui non parla mai nessuno.Di quelle donne anonime che vanno coi loro pensieri, raccolte nei loro scialli e nei loro fazzoletti scuri. Donne sconosciute anche ai loro mariti ed ai loro figli. Vivono silenziose e non chiedono nulla. Rassegnate ad un ruolo che qualcuno ha loro dato.Sono mogli, madri, nonne, zie. Sono antiche.Qualcuno dirà arretrate, forse perchè vivono in quel profondo sud poco conosciuto.
Che fanno ? Nulla, pensano in tanti. Casalinghe, contadine.Semplicemente donne addestrate e poi usate a tener su casa e fare figli. S'accontentano, non hanno grandi pretese.Vivono...credo. O forse sopravvivono, chissà.
Pensavi fossero estinte? Non credo.Ce ne sono ancora tante.Non fanno rumore nei loro cantucci lustri. Non usano belletti e non conoscono parrucchieri se non per le grandi occasioni. Escono raramente e se lo fanno, sanno già dove andare. Non vanno mai allo sbaraglio in discoteche assordanti, in feste altisonanti. Non conoscono crociere, nè abiti da sera. A che servono allora, nell'era dove apparire è meglio che essere e se non ti fai guardare, non ti nota nessuno? Sicuro che esistano ancora?
Si svegliano all'alba e vanno silenziose. Senza stress ed auto rombanti.Non si fermano per ore davanti agli armadi ed agli specchi.Il loro guardaroba non è zeppo di abiti luccicanti.Le loro labbra non conoscono rossetti. La loro bellezza sfiorita racconta storie solo a chi le vuole ascoltare. I loro piedi sanno camminare su strade sconnesse.Le loro mani sanno cosa fare. Il loro cuore sa amare.
Hai mai provato dall'alto del tuo scranno a chinarti ad ascoltarle? Pensi che non abbiano desideri, sogni, illusioni? Pensi veramente che vivano in una coltre ovattata che filtra l'assordante rumore del mondo? Pensi che i loro sguardi non cerchino le stelle, la luna, l'orizzonte infinito? Che i loro sogni siano solo in bianco e nero e che le loro mani non siano capaci di tessere fili d'oro?
Ascolta la voce che nasce dal loro cuore. Odi le litanie sommesse che stringono al petto.Stringi le loro mani callose. Cerca l'infinito nei loro sguardi. Conta le rughe sul loro viso. Accarezza i capelli d'ebano scuro e rispetta l'argento che vi luccica.
Cercale e fermati ad aspettarle. Non ti deluderanno, anzi, forse ti confonderanno.
Hanno bisogno di voce per parlare, di ali per volare, di musica per danzare, di un sorriso per rinascere ancora.Di un foglio dove scrivere la loro storia.
Falle uscire dal giaciglio in cui la loro terra le ha cullate. Rispettale ed amale. Non te ne pentirai.
Sanno camminare a testa alta. Scalare montagne e attraversare fiumi. Domare la terra e spegnere incendi. Cullare il vento e asciugare la pioggia. Accendere il fuoco ed accendere stelle. Sono maghe e sono fate.Sono sabbia e sono ferro.Sono lana e sono seta. Sono lino e sono ginestra. Sono rose e sono spine. Sono aria e sono acqua. Sono figlie e sono madri. Sono mogli, amiche e sorelle...Sanno piangere e sorridere. Sono semplicemente donne. Donne del sud.

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A tutela della donna: combattere il mobbing |Atti persecutori sul lavoro ad Assunta Bertucci al Comune di Simbario

assunta bertucci art dicembre 23
SOLLECITATI A SCRIVERE
- Da un interessante articolo della giornalista Francesca Onda, pubblicato sulla Gazzetta del Sud nell’estate scorsa, abbiamo appreso per la prima volta le angherie che sta subendo Assunta Bertucci, come lavoratrice e come donna, da parte di alcuni soggetti del Comune di Simbario; si aggiunga che successivamente il 19 agosto, durante la nona edizione dell’evento “Premio Bravura” (premiati dalla nostra rivista i migliori allievi dell’Istituto Einaudi), dopo che uno studente parlò in generale degli atti persecutori subiti dalle donne italiane, proprio Assunta spontaneamente chiese la parola e coraggiosamente espose la sua condizione di disagio sul posto di lavoro, ergendosi umilmente a bandiera delle donne oppresse nel nostro comprensorio, dove l’omertà ancora regna sovrana. Questo intervento non programmato, colpì la suscettibilità di alcune persone presenti che fin da allora sollecitarono la pubblicazione di questo articolo a tutela delle donne, rivolto a sensibilizzare l’opinione pubblica, le Autorità preposte e le associazioni serie. Così decidemmo di farlo con un breve articolo di taglio giornalistico non prima di aver eseguito un’accurata indagine di conforto e di confronto di quanto scritto, senza voler straripare nel lavoro professionale degli avvocati che difendono la nostra protagonista né voler interferire nell’attività delle Forze dell’Ordine che seguono con cospetto tale vicenda.

LA PRESUNTA VITTIMA CI DISSE: IL KARMA RESTITUISCE IL MALE FATTO - Per quanto detto in premessa abbiamo organizzato un incontro con la protagonista per saperne di più. Lei proviene da una situazione familiare triste e sfortunata, anche per la morte prematura del padre a soli 35 anni: da ciò deriva il suo carattere temprato e collaudato verso la sofferenza umana. Vive il suo futuro riscatto riflesso verso i suoi tre figli. In Lei vi è una mistura ben amalgamata di furbizia e ingenuità, tipica delle donne intelligenti. Davanti ad alcune delle nostre domande, Assunta inizia a parlare ed anche bene, come un torrente in piena e noi facciamo fatica ad arginare la sua irruenza, cercando di sintetizzare quanto afferma, dando ordine alla conversazione e consigliando una discreta prudenza alle sue incisive allocuzioni. Le domandiamo da quando e perchè sono iniziati questi atti persecutori e chi sono le persone. “Sono iniziate da quando è subentrata l’attuale amministrazione; con quella vecchia mi trovavo a mio agio, essendo l’ex Sindaco dott. Andreacchi una persona perbene e un uomo di cultura; sono iniziate perché mi sono permessa di ribellarmi alle ingiustizie e alle disparità di trattamento. Ecco perché le colleghe mi perseguitano, prendendomi in giro, mandandomi delle imprecazioni e facendomi “pernacchie!”. I responsabili del “Palazzo di Città” non intervengono per evitare liti e contese fra di voi? “Non solo non intervengono ma in alcune occasioni hanno alimentato i litigi ( trattasi di Mario Randò e la segreteria Pastore); anzi quest’ultima in una riunione fra dipendenti mi impose di stare zitta e mi chiamò con ironia “dottoressa umiliandomi davanti a tutti”. Nel rispetto dell’inchiesta in corso, chi sono gli altri persecutori? Il discorso e lungo ma qualcosa voglio dire…esempio l’ex assessore Giuseppe Primerano mi fece degli apprezzamenti a sfondo sessuale, denunciati regolarmente ai Carabinieri. E poi Giuseppe Romano mi cacciò dal Comune mentre pioveva, nonostante il vigile urbano Salvatore De Fazio prese le mie difese, anzi lo stesso G. Romano, mi intimò di scordarmi la porta del Comune. Sempre quest’ultimo mi minacciò più volte e ultimamente mi aggredì davanti all’arch. Giuseppe Iennarella che mi salvò dal subire eventuali lesioni (denuncia inoltrata pure alle Forze dell’Ordine). Il collega Nicola Servello molte volte quando mi vede sputa per terra in segno di disprezzo. L’altra collega Gina Tassone proprio in data 11 dicembre, durante le ore lavorative allorquando ci siamo incrociate, ha dato un calcio alla scatola di cartone dove avevo riposto un po’ di spazzatura!”. Altro che puoi dire! “Ho subito tre diffide con l’intento dei responsabili di farmi perdere il posto di lavoro. Sono accuse infondate dove la Pastore, segreteria comunale, cita molte leggi ma poi la sostanza è molto scarsa ed infondata . In una di esse si è giunti al grottesco e al ridicolo, affermando che guardavo qualcuno dei colleghi e lo facevo “con occhi di gatto selvatico!. L’avv. Fortunato Scopacasa, mi intimò in modo categorico di dare le dimissioni dal mio posto di lavoro, altrimenti avrebbe provveduto a licenziarmi la Pastore che lo aveva incaricato a riferirmi quanto detto! Comunque i miei avvocati hanno provveduto ad azionare le mie difese. Altro? Ultimamente mi hanno sospeso per 10 giorni facendomi perdere la somma di euro 400 per indurmi ad abiurare le mie idee di ribellione di donna che subisce continuamente. Non hanno avuto alcun scrupolo a farlo e né hanno avuto alcuna remora morale! Per questo sono stata ricoverata al pronto soccorso e non è la prima volta che sto male per loro. Concludo dicendo che il Karma, o prima o dopo, restituisce in altre forme il male che gli esseri umani fanno alle persone innocenti”.

UN’AMBIENTE OSTILE QUELLO DELLA LAVORATRICE - Attraverso un discorso deduttivo, derivante da quanto ci disse la presunta denunciante, da quanto abbiamo potuto leggere nei documenti preesistenti e da quanto abbiamo potuto involare dalle sincere dicerie di paese, possiamo concludere che intorno alla coraggiosa figura della mobbizzata, si respira un’atmosfera pesante, costituita precipuamente da una ambiente ostile sul posto di lavoro: sguardi minacciosi, imprecazioni sottovoce, gravi omissioni da parte dei dirigenti, di cui alcuni sfociano in atti penalmente rilevanti, ma soprattutto azioni che sfuggono alle sanzioni del codice, ma non a quello della buona educazione che regola invero i corretti comportamenti di relazione fra esseri umani; atteggiamenti tutti diretti ad intaccare la sfera esistenziale di essa soggetto passivo, porla in uno stato di prostrazione ed in un isolamento dolosamente provocato. I PRESUNTI soggetti persecutori (se possiedono davvero questa qualità negativa) devono in qualche modo giustificare il loro anomalo operato e allorquando si andranno a difendere nelle sedi designate, come fanno tanti altri nelle loro medesime condizioni, affermeranno in maniera ovvia e risaputa, che LEI si atteggia a vittima, che trattasi di persona fissata, esaurita con la mania di persecuzione. Ma i fatti, i documenti e la Legge probabilmente gli daranno torto, soprattutto dopo dettagliate indagini ed un equo giudizio che dimostri che in questa vicenda, azioni e persone sono presumibilmente legati da un nesso e da un filo rosso che nell’insieme causano un effetto esiziale e deflagrante a danno della vittima.

IL MOBBING E IL RISARCIMENTO DEI DANNI – Ma cos’è il MOBBING, termine inglese entrato prepotentemente nel vocabolario italiano? Esso si compone in “una pluralità di vessazioni e violenze materiali e psichiche; la protrazione nel tempo della condotta immorale e antigiuridica e la volontà di ledere il lavoratore, conditi da provvedimenti disciplinari ingiusti, continui rimproveri, molestie sessuali ed emarginazione del lavoratore. Il mobbing consiste altresì in una serie di comportamenti posti in essere dal datore di lavoro o collega di lavoro sul quale il Responsabile di quel settore, sia esso politico (es. il Sindaco) o tecnico (Capo del settore) o amministrativo (Il Segretario) avevano ed hanno L’OBBLIGO DI VIGILANZA ed hanno OMESSO di farlo!”. Scatta così il secondo effetto della grave omissione, che è quella del risarcimento dei danni nei confronti della presunta vittima, dopo la pronuncia del Giudice che rappresenta la LEGGE. Donne, invece di festeggiare l’8 marzo di ogni anno con una semplice cena, impegnatevi tutelando Voi stesse, denunciando i Vs carnefici ogni giorno dell’anno e così facendo non sarete mai sole! Di questa squallida contesa si interesserà probabilmente la stampa e la TV nazionali.

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