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Rivista Santa Maria del Bosco - Serra San Bruno e dintorni

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Il cruciverba in serrese

Gioacchino Giancotti
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Le piccole cose della vita di Bruna Marino.

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La poetessa di Serra San Bruno che ci offre pagine memoriali e confidenziali che denudano un’anima tesa a donare messaggi di fede, d’amore e dei alta spiritualità.
Bruna Marino 300Interesse e partecipazione suscitano la raccolta di  poesie dell’esordiente Bruna Marino da Serra San Bruno, già inserita con pieno merito nella rubrica La Pagina della Poesia del nostro giornale con le liriche Voce di mamma e Grazie mamma.

Si tratta di una silloge ancora inedita che, per la sua maturità espressiva, per la ricchezza dei temi, per l’alta liricità dalla quale emergono significativamente fede e ragione, meriterebbe sicura attenzione in termini editoriali.

Nessun verso è costruito, nessun suono risente di vocaboli messi lì per accattivarsi la simpatia del lettore. Per dirla col D’Annunzio, la poesia della Marino è generata “come vien l’acqua nel cavo della mano”, insomma gettiti continui ed improvvisi che non conoscono regole letterarie all’infuori del dettato dell’anima. È poesia di straordinaria potenza che, pur se velata da pianto silente, si alza chiara per esprimere sentimenti ed emozioniCome nella lirica Piccole cose della vita laddove è scritto: “Godi delle piccole/cose della vita…/La carezza di una madre…/Il  sorriso di un bambino…/Il sole che sorge al mattino…/La luna che spunta la sera…/Un fiore che sboccia a primavera…/L’affetto di un abbraccio./Perché quando tutto è trascorso/ti guarderai indietro
e ti renderai conto/di quanto tutto/era Grande.”

Leggendo qua e là, pagina dopo pagina, ci si accosta a versi che tranquillamente si possono considerare poesia religiosa che somiglia ad un compendio d’amore con una ricchezza di doni offerti a piene mani. Poesia religiosa con la quale la poetessa serrese appare con inviti a riflettere sul significato della vita con immagini carichi di sentimenti veri, dalla lettura facile. Come nella lirica Dormi, recente di produzione e ispirata dalla tragedia del piccolo siriano Aylan. Leggiamola insieme: “Dormi piccolo Angelo/nel freddo abbraccio del mare./Dormi su quella spiaggia/affollata di profughi./Dormi nelle braccia pietose/ di un soldato a te sconosciuto./Dormi…/Ma il tuo sonno è vuoto/dei tuoi sogni di bimbo…/Vuoto del tuo sorriso…/Vuoto del tuo sguardo dolce…/Vuoto del respiro della Vita./Dormi piccolo Angelo/stretto dalle braccia della tua mamma/che insieme a te/e l’altro suo Angelo/dormite il sonno dei Giusti./Dormi quel sonno/che troppo presto ti ha colto./Dormi…”. In questa sofferta poesia Bruna proietta i propri sentimenti, liberandoli in un respiro lirico personale e ispirato.

Siamo davanti ad una sorta di diario in cui la Marino centellina i versi migliori per offrirli alla nostra  riflessione, versi non leggeri ma legati alle tante problematiche dei nostri giorni come in Freddo abbraccio del Mediterraneo in cui si racconta con alta liricità tutta la drammaticità del nostro tempo: “[…]Stipati come bestie,/l’uno di fianco all’altro./Negli occhi la speranza/di una vita migliore./Nel buio silenzio/si alza sommesso/un canto di speranza/subito tacitato dai mercanti senz’anima./All’improvviso il mare/chiede il suo tributo./Acque fredde che avvolgono,/coprono bocche/che urlano senza suono/e occhi sbarrati/privati dei sogni…”

Ed in questo percorso di dolore Bruna ci regala le sue immagini, le sue costruzioni poetiche sciolte e scorrevoli cosicchè la poesia scivola spontaneamente dal gorgo profondo dell’ispirazione come una sorgente d’acqua. E tutta la poesia penetra nella profondità garbatamente senza appesantire l’animo di chi legge, anzi lo illumina e lo solleva con le sue intuizioni ed attraverso le sue osservazioni che vanno dalle vicende del quotidiano alle vette più alte e nobili della ricerca interiore.
“Dall’alto del terrazzo/vaga lo sguardo./Nel mare infinito/fuggono i pensieri./Ricordi di vita…/Dolce…/Trascorsa./Nell’azzurro indefinito/si allunga lo sguardo…/Riflessi di luce infuocata/riverberano sul cheto manto./Emozione sublime/di un tramonto dorato.” (
Tramonto)

Tanti altri versi, poi, appartengono anche all’ambito privato e nostalgico del passato che la poetessa riscopre e così narra della sua infanzia, della vita nelle cade nel dì di festa, nelle strade e paesaggi della terra natale, la sua Serra, e sono versi tra i più felici e sorgivi perché qui si dimostra di avere un segno distintivo nella capacità di recuperare dalle nebbie del ricordo un presente concreto. Leggiamo qualche verso, a proposito, della lirica Giorno di Festa, fresca di produzione, il Ferragostoappena trascorso: “[…]Nel caldo pomeriggio d’agosto spazia lo sguardo/sul manto azzurro del mare./Seguendo le mote vele/vagano i pensieri[…] Mentre la mente/vaga su dolci ricordi./Su giorni di festa andati./Ricordi di bimbi/festosi,/giocosi./Di madri indaffarate,/tavolate gioiose,/di canti, di risa./La gioia infinita di essere insieme./Ritorno al presente,/ al sussurro del vento/e sorrido ai miei cari.”

Con altre liriche come L’alba (che bussa nella sua immensa bellezza)  o Tu Stella (..All’improvviso, solitario, un luccichio. Tu Stella, luce che mi hai dato vita, ammicchi e vai…Illumini la via. Fiduciosa ti seguo e ritrovo il mio cammino.) ed altre ancora, Bruna Marino continua il suo itinerario poetico con pagine memoriali e confidenziali che denudano un’anima tesa a donare messaggi di fede, d’amore e di alta spiritualità. Insomma niente di idillico, ma tutto scopertamente trattenuto con composta misura, senza enfasi né sdolcinati abbandoni, ma ritagli di un mondo che si porta dentro come segreti di favole antiche.

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