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Rivista Santa Maria del Bosco - Serra San Bruno e dintorni

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Il cruciverba in serrese

Gioacchino Giancotti
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La sindrome di FB.

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sindrome di facebook
E' un racconto moderno e anche un ottimo esempio della poetica e della visione del mondo di FB, in cui il destino dell’esistenza individuale è in mano a forze oscure e inconoscibili, che operano in rete in modo subdolo e imperscrutabile facendo leva su debolezze e illusioni tipiche della maggior parte degli esseri umani. In sintesi è la storia di un ragazzo a nome Gregorio Timpa che non si stacca dal suo computer ed è perennemente collegato a FB. La prima parte del racconto descrive Gregorio Timpa come un semplice rappresentante di commercio; vende mozzarelle, preciso e metodico che, una mattina, svegliatosi in ritardo rispetto al solito, si rende conto di essere preda di una grave forma di malattia. Il pensiero di Gregorio, in un primo tempo, però, non è rivolto al vero male, quanto alla idiosincrasia verso il suo lavoro e al consistente distacco e odio che accumula per esso giorno per giorno. Il suo lavoro lo costringe infatti ad un ferreo rispetto delle coincidenze ferroviarie e nel faticoso tragitto giornaliero per portare a termine le visite programmate nei negozi della clientela. Gregorio vive con i genitori e con un’amata sorella di diciassette anni, di nome Grazia. I genitori e la sorella uno dopo l’altro vanno a bussare alla sua porta, preoccupati del suo inusuale ritardo e dunque convinti che Gregorio sia malato. Gregorio mentre cerca faticosamente di scendere dal letto (egli infatti si è svegliato riverso sulla schiena, con le mani incollate al suo computer e la testa divenuta un cubo con la bocca e le orecchie di asino), li rassicura che va tutto bene, sebbene la sua voce sia già modificata e somiglia al raglio di un somaro. Gregorio finalmente arriva alla porta, proprio quando il procuratore, suo datore di lavoro, preoccupato per l’assenza del suo sottoposto, si reca in casa Timpa per avere notizie di lui. Il procuratore, da dietro la porta, lo sommerge delle accuse più svariate, tra cui quella di lavorare male da tempo e lo minaccia di licenziamento per il suo comportamento incomprensibile. Gregorio vorrebbe ribattere, ma una volta ancora riesce solo a emettere qualche raglio indefinito. Finalmente, spingendo sulla maniglia con i gomiti, riesce ad aprire la porta: il procuratore, alla vista del ributtante aspetto, fugge in preda al panico, mentre Gregorio cerca di inseguirlo per provare a giustificarsi. La madre di Gregorio, scioccata alla vista del figlio così ridotto, ha un collasso mentre il padre aggredisce lo strano “animale” a colpi di bastone tanto che ferisce lievemente Gregorio e chiude a chiave la porta della camera del figlio. Gregorio crolla addormentato, con il computer poggiato sulla pancia. Nella seconda parte del racconto, quando ormai siamo al tramonto della giornata, Gregorio si sveglia e trova del pane e del latte che la sorella, in un moto di compassione, ha lasciato lì per lui, e ciò perché, impietosita per Gregorio, e convinta che ci sia in lui ancora una parte umana. Gregorio però, come conseguenza della malattia detta “Sindrome di FB”, ha anche cambiato gusti alimentari e non ha più appetito neanche per il cibo degli umani. La sorella, comprendendo le sue nuove necessità, ogni giorno gli fa trovare erba fresca e una manciata di fiocchi di cereali, e così che Gregorio riesce a mangiare. Dopo questo avvenimento, le abitudini della famiglia Timpa vengono rivoluzionate: Grazia, ogni giorno, si reca in camera di Gregorio per le pulizie quotidiane e nel frattempo, il fratello-asino, per non spaventarla, quando sente aprire la porta si rifugia dietro un divano. Gregorio nelle lunghe ore di solitudine e sempre collegato con gli amici di FB; dove sfoggia una falsa e felice identità, dialoga con competenza, gratificazione, allegria e, nel contempo, aggiunge un gran numero di amici che conquista con la sua normalità di perfetto e fecondo essere umano. Posta foto di qualche anno prima e luoghi enigmatici e incantevoli trovati su internet. Di tanto in tanto, poggiando una delle enorme orecchie sul muro, ascolta cosa sta succedendo nella casa e scopre che, a causa della sua condizione che gli impedisce di lavorare, i vecchi e stanchi genitori dovranno ricominciare a trovarsi un impiego retribuito. Infatti, persino Grazia, a causa delle precarie condizioni della famiglia, dovrà abbandonare le lezioni di violino pur essendo una promettente allieva. Nel frattempo, Gregorio guadagna consapevolezza del suo nuovo stato, e si barrica nel soppalco della sua stanza da letto. Grazia, premurosa, decide di togliere tutti i mobili della stanza di Gregorio, per spingerlo a scendere e muoversi in una zona più ampia. Tuttavia, quando la madre e la sorella stanno sgomberando la stanza del protagonista, si verifica un grave incidente: Gregorio, accorgendosi che un quadro che gli è molto caro, raffigurante una donna, sta per essere portato via, lascia il suo nascondiglio e scende dal soppalco, facendo svenire dall’orrore la madre e facendo esplodere la rabbia di Grazia. Gregorio, spaventato e confuso, si sente il responsabile dell’accaduto e gira freneticamente per tutta la casa. Quando il padre, appena tornato dal nuovo lavoro di fattorino, scopre ciò che è successo, lo assale lanciandogli contro delle mele marce. Una di queste gli si attacca alla superficie superiore del cubo che ha sostituito la sua testa e resta appiccicata. La mela marcia crea danni anche alla parte interna dell'organo che comincia a deteriorarsi. Nella terza sezione della “Sindrome di FB”, Gregorio è ormai confinato in uno sgabuzzino, sostanzialmente ignorato dalla famiglia. L’appartamento è stato subaffittato a tre inquilini e la famiglia ha assunto una domestica che, lungi dall’aver paura del mostro, lo deride apertamente mentre, quando torna a casa, divenuta amica su FB, lo sommerge di post affettuosi e premurosi. Una sera, mentre Grazia suona il violino in salotto per i genitori e i nuovi ospiti, Gregorio affascinato dall’abilità musicale della sorella, esce dalla camera e arriva fino alla soglia della stanza. La vista di quel mostro, però, fa trasalire i tre affittuari che spaventati lasciano subito l’appartamento. La situazione economica della famiglia ha quindi un nuovo tracollo e Grazia decide di lavorare come commessa. Anche la sorella, quindi, smette di prendersi cura di Gregorio, sempre più convinta dai recenti avvenimenti che non ci sia ormai più traccia dell’amato fratello, ora ridotto in quella forma inusitata di asino; trasformazione diagnosticata e confermata come: la “Sindrome di FB”. Il padre sostiene apertamente che sia ormai giunto il momento di trovare una soluzione che possa essere decisiva e accettata da tutti e si mettono alla ricerca di una “stalla” fuori dalla città. Il finale non è stato ancora scritto e ogni lettore può immaginarne, a suo piacimento, di come andrà a finire il racconto, e ciò anche sulla base della propria personale esperienza acquisita su FB.

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