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Scuola | Il comandante provinciale dei carabinieri Giuseppe Battaglia spiega l’Intelligence agli studenti del liceo Classico di Reggio Calabria.

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liceo classico di reggio calabria intelligence
REGGIO CALABRIA (17.3.2018) - E’ stato il Comandante Provinciale dei Carabinieri Giuseppe Battaglia a tenere la lezione agli studenti del Liceo Classico “Campanella” di Reggio Calabria nell’ambito del percorso di studio “Intelligence e Cittadinanza attiva”, promosso dalla dirigente Mariarosaria Rao. A introdurre l’ufficiale dell’Arma è stato il coordinatore del corso Mario Caligiuri, Direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria. Caligiuri ha posto in rilievo che questa iniziativa formativa si inquadra nell’ambito dello sviluppo della cultura della sicurezza nelle scuole superiori, evidenziando che probabilmente rappresenta un’unicità nel nostro Paese. Ha tenuto quindi la sua lezione Giuseppe Battaglia che è stato responsabile dell'Ufficio Cooperazione Internazionale del Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri, premettendo l'importanza del capillare controllo del territorio, che induce ad agire a livello locale ma sempre pensando a livello globale. Ha poi illustrato  il processo di intelligence, specificando che tra questo e l’indagine c’è l’attività di analisi, che conferisce significato agli eventi e contribuisce a formulare ipotesi. In definitiva - ha spiegato -  l’analisi non è uno studio fine a sé stesso ma serve a supportare le decisioni e a indirizzare  opportunamente le indagini. Si è quindi soffermato sulle diverse tipologie di analisi: strategica, operativa e tattica, ognuna delle quali ha la propria collocazione nel tempo e nello spazio. Ha poi ribadito che l’intelligence significa andare oltre le apparenze, componendo un mosaico con le informazioni a disposizione per finalizzarle a scopi reali e apparenti. Battaglia ha quindi illustrato  esempi tratti da notizie stampa relative a un attentato terroristico a Mogadiscio e alla cattura di latitanti in Calabria e in Germania. In questo modo ha dimostrato che l’intelligence è una specie di “fusion center” poiché occorre cogliere tutte le sfumature per comprendere la realtà. Successivamente ha sottolineato che è centrale il tema dell’utilizzo delle risorse, in quanto il vero obiettivo è il successo generale dal punto di vista organizzativo, senza perdere vite umane e senza costi esorbitanti. Infine, ha concluso ricordando  che  il vero significato dell’intelligence è raggiungere il risultato ottimizzando quanto si ha a disposizione. Il Comandante Provinciale ha poi risposto alle numerose domande degli studenti in base alle quali ha evidenziato: che per gli autori degli attentati terroristici spesso è più importante la comunicazione del fatto;  che ogni nazione difende i propri interessi e quindi ha specifici segreti di Stato; che la ricerca dei latitanti ha fattispecie diverse; che il metodo deduttivo va applicato per raggiungere lo scopo, delimitare il contesto e orientarsi al futuro; che gli attentati terroristici oggi sono difficili da prevedere ma in Italia c’è una cultura di controllo del territorio molto elevata; che nelle esperienze operative le esperienze sono fondamentali e mutano nel tempo e nello spazio; che gli operatori di polizia di alcuni grandi Paesi hanno difficoltà a inquadrare i fenomeni perché sono molto bravi nell’organizzazione ma non altrettanto nell’intelligence che consente la comprensione della realtà. Alla fine, ha sintetizzato la lezione Mario Caligiuri che ha chiesto di osservare un minuto di silenzio per ricordare il quarantennale del rapimento del Presidente  della Democrazia Cristiana Aldo Moro.

 

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