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I serresi nelle catacombe.

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Catacombe serresiE’ universalmente risaputo che l’ultima persecuzione subita dai cristiani risale all’epoca dei Romani e la più cruenta è stata quella di Nerone che ha mandato a morte migliaia di santi uomini, accusati falsamente di essere stati gli incendiari di Roma. Successivamente l’imperatore Costantino, folgorato sulla via di Damasco da un angelo del Signore, si ravvide e, convertendosi alla nuova religione, emanò un editto col quale mise fine alla persecuzione dei cristiani, concedendo loro piena libertà di culto e di fede. Da allora pagani e cristiani vissero in pace e, almeno in Italia, non si ha notizia di nuove persecuzioni, messe in atto da chicchessia ai danni del popolo cristiano. Tutto questo è convincimento comune e la Chiesa stessa vanta la sua libertà di culto fin dai tempi di Costantino, non avendo mai avuto modo neanche dietro attento esame dei vari avvenimenti storici, di affermare il contrario. Non solo, ma dello stesso parere sono gli storici più famosi, quelli che scrivono i libri di testo per le scuole e che informano sui fatti del passato, trasmettendo alle generazioni future le memorie degli eventi entrati a far parte della nostra cultura.
Ebbene, alla domanda se dopo Costantino vi furono, in Italia, altre persecuzioni contro i cristiani, la risposta non può essere che una: “NO”.
Invece non è così! Nessuno sa, né può lontanamente immaginare che nell’anno 1821 in un piccolo paese della Calabria, un popolo di invasori ha messo in atto, nel suo piccolo, una nuova, penosa e cruenta persecuzione contro i cristiani. Questi nuovi Romani (sic!) furono i Francesi e questa cittadina, novella Roma (sic!), fu Serra San Bruno.
Sarà stato perché quanto accadde ha interessato solo poche migliaia di persone o perché l’evento è rimasto circoscritto ad un solo piccolo paese dell’entroterra calabrese, fatto sta che tutto è passato inosservato e l’avvenimento non ha fatto né notizia né, tanto meno, “storia”. Non per questo, però, la vicenda deve passare inosservata, né deve essere ignorata da chi ha il dovere di “sapere” i fatti perché parla e scrive del tempo passato e si fregia, spesso impropriamente del titolo di “critico storico”. E’ vero che la storia la scrivono solo i grandi avvenimenti che accadono nelle grandi città e nazioni ad opera di grandi personaggi, ma è vero anche che i piccoli avvenimenti che accadono nei piccoli paesi ad opera di piccoli personaggi devono avere la loro risonanza, se non altro per la singolarità che li distingue e per l’eccezionalità del loro contenuto socio culturale.
Accadde, dunque, che i Francesi, i quali in quel fatidico anno occupavano il Meridione d’Italia e quindi anche la Calabria, imposero ai cittadini serresi il divieto categorico di praticare il culto religioso, impedendo loro di pregare, di ricevere i sacramenti, di ascoltar messa e quanto altro riguardava le pratiche di fede. Per mettere in atto tutto questo chiusero le chiese del paese, sequestrarono e mandarono in esilio i sacerdoti e spararono a vista contro chiunque, passando davanti a una chiesa, osava, anche per sola abitudine, farsi il segno della croce. La colpa dei Serresi era quella di essere amici dei briganti, di averli ospitati nelle case, di avere offerto loro aiuto e protezione in barba alle terribili leggi galliche, che miravano alla repressione del brigantaggio e alla sua totale distruzione. Fu così che quei fedeli figli di Serra, feriti nella loro sensibilità di devoti servi della fede e costretti dalle circostanze, si organizzarono segretamente per adempiere agli atti di comune devozione religiosa, temendo più l’ira di Dio che quella dei Francesi.
Si ripeté stranamente quanto gli antichi cristiani di Roma fecero per praticare gli obblighi religiosi e nello stesso tempo sfuggire alla sorveglianza e alla punizione dei soldati romani. Essi si riunivano , nelle “catacombe”, che erano luoghi nascosti e sotterranei, scavati nelle viscere segrete della città di Roma e lì, non visti e ascoltati dai terribili persecutori pagani, assistevano alla celebrazione della messa e ascoltavano la parola di Dio dalla bocca degli Apostoli. Allo stesso modo i Serresi, sprezzanti delle imposizioni dei Francesi e non disponendo di “catacombe” situate nelle viscere di Serra, fecero qualcosa di simile.
Esisteva nel quartiere denominato San Girolamo un’antica abitazione, appartenuta un tempo ad un pio e devoto sacerdote il quale, morendo, l’aveva data in lascito alla parrocchia. Il parroco del tempo, non sapendo cosa farne, l’aveva internamente trasformata in Chiesa, pur non avendo essa le connotazioni esterne di un tempio sacro in quanto si trattava di una comune casa di abitazione. Ebbene, i Serresi, sfidando la sorveglianza attiva dei soldati francesi, si radunavano nottetempo in quel luogo e con la complicità di un vecchio sacerdote che veniva clandestinamente da un paese forestiero, assistevano alla celebrazione della messa, facevano la comunione, battezzavano i bambini appena nati e onoravano le feste e le ricorrenze più importanti dell’anno. Tutto questo all’insaputa dei terribili soldati francesi che ignoravano totalmente l’esistenza di una siffatta chiesa.
I devoti frequentatori di quella antica casa, alla quale era stato dato il nome di “Chiesa di San Lorenzo”, sapevano bene i rischio a cui andavano incontro, se malauguratamente i soldati francesi avessero scoperto quel loro rifugio segreto. Certo non sarebbero stati mandati ad essere sbranati dai leoni nel Colosseo di Roma, ma certamente sarebbero stati messi contro un muro e fucilati. La pena di morte, infatti, era prevista per chi trasgrediva gli ordini dei generali francesi.
Passò molto tempo prima che le chiese del paese venissero nuovamente aperte e restituite al culto dei Serresi e per tutto quel periodo molta brava gente rischiò la propria vita per ascoltare una messa o per fare una comunione. Fortunatamente le cose andarono bene e i Francesi non si accorsero mai dell’inganno ordito ai loro danni da un popolo inerme e indifeso. Essi a dispetto della loro arroganza furono scherniti e vergognosamente beffati!
Questa fu, per chi ancora non lo sapesse, la seconda persecuzione della storia contro i cristiani dopo quella degli antichi Romani.

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