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Rivista Santa Maria del Bosco - Serra San Bruno e dintorni

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Il cruciverba in serrese

Gioacchino Giancotti
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Il portale bronzeo di Serra, un primato della Calabria,

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L’opera del serrese Giuseppe Maria Pisani junior, degno completamento artistico di una grande opera d’arte che i Calabresi  e tutt’Italia possono vantare…la chiesa dell’Addolorata.

 Portone chiesa addolorataUn primato della Calabria: 1961, anno di realizzazione del portale bronzeo della chiesa dell’Addolorata di Serra San Bruno, opera del serrese Giuseppe Maria Pisani.
Per quanto riguarda i portali si è davanti alla prima grande opera di arte sacra in bronzo realizzata in Calabria, in seguito son venuti: il portale del duomo di Vibo Valentia del polistenese Giuseppe Niglia (dicembre 1975); le porte della Basilica Minore di Crotone del crotonese Ludovico Graziani (ottobre 1986); il portale del Duomo di Catanzaro (ottobre 1990) dello scultore Eduardo Filippo che assieme a Giovanni Paolo II, ai santi Pietro, Paolo e Vitaliano ha voluto raffigurare il nostro san Bruno quale protettore della provincia di Catanzaro.

Già il nostro giornale si è interessato di Giuseppe Maria Pisani junior con un interessante ed esaustivo contributo del Direttore Mimmo Calvetta apparso lo scorso 16 settembre. A me piace ritornarvi perche il nostro artista a tutto tondo merita una particolare menzione per l’attenzione che da sempre ha dedicato alla “sua” e nostra Serra San Bruno e noi non possiamo esimerci dal ricordarlo sempre perché fieri di essere serresi come lui ed orgogliosi  di possedere l’opera scultorea che moltissimi visitatori italiani e stranieri ci invidiano e che costituisce continuamente oggetto di studi.

Il Pisani junior è figlio d’arte in quanto discendente, da più generazioni, di una nobile dinastia di artisti. Si ricorda fra i suoi antenati uno Stefano Pisani esecutore della tanto visitata statua di san Bruno dormiente di Santa Maria del Bosco; un altro Pisani fu un tal Venanzio, detto “pittore dei morti”, in quanto autore di molti ritratti di gente defunta. È ancora famosa a Serra e dintorni l’imprecazione “Mu ti pitta ndon Binnanziu”.

Sharo Gambino ci ricorda che Venanzio eseguì il prestigioso ritratto dell’avv. Bruno Maria Grenci e che ebbe il merito anche di aprire (siamo nel 1800) a Serra una scuola di pittura della quale restano famose le tele “Madonna del Rosario” nella chiesa Matrice e “Madonna della cintura” della chiesa dell’Assunta. Ancora del Venanzio la statua di san Francesco di Paola a Capistrano, quella dell’Immacolata a Dasà e dell’Addolorata a Nicotera. Tra i Pisani si ricorda anche un Salvatore, pittore delle lunette “Il sacrificio di Abramo” e “Ager Ismaele nel deserto” per la chiesa dell’Addolorata serrese.

Famoso però fu il Giuseppe Maria Pisani senior (1851 – 1923), iniziato all’arte dal citato Venanzio e diplomatosi in pittura e architettura all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Gambino ci ricorda che questo artista “passava con facilità estrema dal ritratto ad olio alla progettazione di monumenti, dalla decorazione a stucco alla fotografia” e che nel 1871 aprì a Serra lo studio fotografico “Il Genio” e nel 1880  un “Opificio Artistico” con l’altro scultore serrese Gabriele Regio.

Giuseppe Maria Pisani, dei nostri giorni, per il quale, scrive Bruna Filippone,”l’arte sacra è studio continuo, tradizionalità ma anche freschezza e novità di linguaggio dove evidenzia non solo la storicità, la contemplazione, la preghiera ma anche e soprattutto l’umanesimo certosino”, oggi vive a Soverato dove continua ad operare con l’umiltà di sempre e col silenzio di sempre, costantemente rivolto alla sua Certosa. 

Oltre al portale bronzeo dell’Addolorata, di cui dirò più avanti, tra le tante sue opere si ricordano: la statua bronzea dell’Immacolata eretta nel cortile interno della Certosa e voluta dal Priore Antonio Abella nel periodo 1949-1955;  degli stessi anni la “lenta e bella gradinata”  di Santa Maria, come la definisce Cesare Mulè; il cancello in ferro battuto per il monumento ai Caduti a Serra; una statua in alabastro per la chiesa di santa Chiara di Toronto ed ancora per questa città un busto del Santo di Colonia per conto dell’Associazione San Bruno; un monumento funebre nel cimitero di Brescia in ricordo del caro cugino ‘Ntino Penna; un bassorilievo per l’I.T.C. “Galilei” di Vibo dal titolo “l’Evoluzione della tecnica nel campo geodetico” e la scultura offerta a Giovanni Paolo II in occasione della sua visita a Serra (5 ottobre 1984) che raffigura san Bruno del Muller e i ruderi della Certosa rinascimentale. Ultima grande opera scultorea donata alla “sua” terra è un’imponente statua bronzea del Santo serrese e sistemata in piazza Carmelo Tucci.

Ma l’intento di questa nota è ricordare il nostro Pisani soprattutto per il portale bronzeo dell’Addolorata, seguito nel 1961, sotto il Priorato di Bruno Principe e con la benedizione di Mons. Alfredo De Girolamo. La porta in bronzo, dopo quella in legno intagliata da Lu professori Salvatore Tripodi su disegno dello stesso Pisani, altro non che il degno completamento artistico di una grande opera d’arte che la Calabria e tutt’Italia può vantare: la  barocca chiesa dell’Addolorata il cui frontespizio, come ebbe a scrivere Bruno Maria Tedeschi, “parrebbe un monolito, i cui rilievi, pilastri, capitelli e gli ornati di cornicioni sembrano non pezzi separati, ma sibbene scolpiti sopra un’intera massa granitica.” E l’interno? Una bomboniera!

La porta, nei circa 8 mq di estensione, raffigura la Vergine dei Sette Dolori, nei sette, appunto, episodi della sua vita di Mamma: la presentazione di Gesù al tempio, la fuga in Egitto, la disputa coi Dottori, la Via Crucis, la Crocifissione, la deposizione e la sepoltura. Lo spazio del portone viene diviso volutamente in sei formelle che convergono visivamente e simbolicamente nella settima formella rotonda e centrale e che formano la Croce. È un espediente ricercato per racchiudere contemporaneamente i dolori di Maria con la grande centralità della formella che la raffigura la Deposizione come ultimo abbraccio col Figlio. In questo suggestivo e drammatico spazio bronzeo non troviamo certamente arte aulica e astratta, ma semplicità iconografica che non è banalità ma soltanto “essenzialità” (Gambino).

Essenzialità che ha un nobile fine: coinvolgere il credente e non nel dramma di Gesù e Maria in modo sereno, pacato quasi come in un rapporto tra la crocifissione e l’uomo: la morte e la resurrezione. 

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