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Rivista Santa Maria del Bosco - Serra San Bruno e dintorni

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Il cruciverba in serrese

Gioacchino Giancotti
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Maestranze Serresi: Il monumento ai caduti di Serra.

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Monumento dei caduti ssb
Anche Serra San Bruno, come ogni città d’Italia, o quasi, possiede il suo Monumento ai Caduti realizzato a suo tempo per rendere gloria ai soldati serresi periti nel primo conflitto mondiale ma poi dedicato anche  ai figli di Serra caduti nel secondo conflitto mondiale. L’opera è costituita da una base in granito, realizzata dal serrese Biagio Lomoro, che s’innalza a forma quadrangolare con al culmine ancorata la statua in metallo, realizzata dal Minguzzi senior, raffigurante un soldato con in mano la vittoria. Inaugurata il 04.11.1925, sulla parte posteriore della base in granito porta iscritti su lapide in marmo i nomi dei caduti nella guerra del 1915-18, sulle parti laterali invece sono stati poi inseriti, sempre impressi su lapidi in marmo, i nomi dei caduti nella guerra del 1940-45. Di Grande bellezza è poi la ringhiera in ferro battuto che la recinge, realizzata negli anni cinquanta dagli studenti della scuola per l’avviamento professionale di Serra San Bruno su progetto del prof. G.M.Pisani junior. E’ ubicata sulla Piazza A.Tedeschi(un tempo Piazza Regina Margherita) proprio nel cuore del centro storico di Serra San Bruno, lambisce il Corso Umberto I  e guarda allo stesso modo, anche se con proiezioni diverse, la Chiesa Matrice e la Chiesa dell’Addolorata. Tempo fa ho curato su questa rivista la rubrica “Reduci di Guerra” e proprio da questa mi è venuta in mente l’idea di realizzare questo articolo per ricordare e rendere omaggio anche a tutti quei ragazzi che ingiustamente non sono potuti diventare adulti, non hanno avuto la fortuna di raccontare le loro gesta militari, hanno stravolto, con la loro morte, l’esistenza delle loro famiglie. Sin da ragazzo ho sempre frequentato la Piazza A.Tedeschi, mio padre infatti gestiva un negozio sito proprio in questo posto ed ho sempre avuto immenso rispetto per quel Monumento, forse perché l’ho sempre avuto davanti agli occhi, forse e soprattutto perché sin da piccolo mi è stato sempre spiegato e fatto capire il grande significato, storico ed umano che esso vuole rappresentare. Ma oltre a questo un episodio mi ha colpito significativamente e mi è rimasto sempre impresso nella mente, quasi ogni sera mentre mi trovavo al negozio di mio padre, vedevo un signore non tanto anziano ma neanche tanto giovane che scendendo dalla via Sette Dolori, si fermava al Monumento ed ivi restava, appoggiandosi alla ringhiera in ferro battuto che lo delimita, per diverso tempo, fissando quasi a mo di preghiera e di ricordo la lapide posta su uno dei suoi lati. Io conoscevo quella persona che era anche molto amica di mio padre(non faccio il suo nome perché, ormai deceduta, non posso sapere se lo voleva o meno) e non lo so, forse per lo spirito di curiosità sempre presente in me, forse per capire il perché di quel comportamento volevo a tutti i costi chiedergli perché faceva quello. Una sera dopo averla avvicinata con un pretesto, dopo averla salutata, con tanto di faccia tosta gli ho chiesto quella spiegazione, mi ha preso dolcemente sottobraccio e portandomi verso quella parte del monumento mi ha detto “…..vedi ragazzo mio, su quella lapide ci sono impressi, tra gli altri, i nomi di due miei commilitoni, eravamo assieme in combattimento  poi improvvisamente  è scoppiata una bomba, non ho visto più nulla ma quando i fumi si sono diradati ho visto uno di questi miei amici dilaniato di fronte a me l’altro me lo sono ritrovato morto tra le braccia.........in quel momento ho desiderato di morire anch’io, ho pianto ed imprecato ma poi, ferito, sono stato soccorso e portato via. Da quando hanno messo questa lapide ogni sera prima di rientrare a casa vengo a salutare quei due miei amici e pregare per loro.”, non ha ancora finito di parlare che triste e commosso mi lascia il braccio e corre verso casa. Quella sera ho pianto anch’io ed ho imprecato ancora una volta contro le maledette guerre e la loro inutilità. Bisogna rispettare questo Monumento ed avere sempre nel ricordo quei ragazzi morti anche per noi e per il nostro benessere, cosa che loro non hanno mai potuto avere. Proprio per quanto detto non posso fare a meno di mettere il dito su una piaga che ormai da tempo affligge il nostro Monumento ai Caduti e cioè, sicuramente il punto di ancoraggio della statua del soldato posizionata al culmine della base in granito è costituita da un supporto in ferro e del resto la stessa statua è di metallo, sta di fatto che ormai da anni proprio da tale zona, quando piove e fa mal tempo, sgorga un liquido marrone, certamente ruggine diluita con l’acqua piovana, che imbratta e rovina tutta la struttura in granito dell’opera ed anche le lapidi in marmo. Non si può dire che non ci siano stati degli interventi per ripulire il monumento, però tali interventi non sono andati mai al di là della semplice pulitura, quello che è necessario invece è trovare ed eliminare la causa che produce il fenomeno perché altrimenti il problema non sarà mai risolto ed il monumento alla fine si rovinerà. Nel millennio in cui viviamo, caratterizzato dalle alte tecnologie presenti in ogni campo non credo che ciò sia cosa impossibile, tutt’altro, bisogna soltanto affrontare il problema, non dico seriamente perché ciò sarebbe ingiusto nei confronti di chi ha a che fare con tanti altri problemi, ma con impegno e determinazione, perché anche questo è un problema importante, perché è giusto portare rispetto e ricordare ogni giorno quei giovani che sono morti per noi. Spero che questo mio articolo sia preso in considerazione per quello che è, una provocazione, un appunto, perché il giornalismo è anche e soprattutto questo.

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