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Il cruciverba in serrese

Gioacchino Giancotti
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Storia Serrese | La Chiesa Matrice, unica e sola.

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chiesa matrice san biagio
Il 20 marzo dell’anno 1796 le campane della Chiesa Matrice di Serra suonarono a lungo: era morto il Vicario dell’Arzo. Quei rintocchi felpati e mesti accompagnavano il feretro passo passo per le vie processionali del paese, seguendolo col loro suono triste e rassegnato di chiesa in chiesa, di porta in porta, di casa in casa fino all’UNICA E SOLA, la Chiesa Matrice, da lui sempre avversata, perché, in vita, era sempre stato accanito sostenitore della chiesa di Spinetto. Ora, resa l’anima a Dio, veniva portato a spalla, come si usava per tutti i sacerdoti, per essere seppellito ai piedi dell’Altare Maggiore, proprio di quella chiesa, sua nemica, da lui osteggiata per anni fino al suo arrendevole cedimento, avvenuto non per personale e maturata convinzione, ma per imposta costrizione. Quelli erano i tempi! Quel maledetto terremoto, che nel 1783 scosse la Calabria dalle fondamenta, non solo fece tremare la Certosa, ma anche la Chiesa Matrice di Serra, rendendola insicura e pericolante. Coloro che in seguito a quel catastrofico sisma persero la casa corsero a farsene una nuova nel piano di Spinetto e, per necessità, costruirono anche una chiesa, fatta di tavole e argilla. Lì corse anche don Vincenzo Giancotti, che tutti avevano soprannominato vicario dell’Arzo, il quale di quella chiesa prese possesso e ne fece il punto di riferimento per tutti sia per i spinettesi sia per i serresi, quei pochi che erano rimasti nel vecchio abitato e non avevano abbandonato la loro casa. Quel terremoto non solo aveva fatto sorgere un altro paese in prosieguo e in prossimità del primo, ma aveva diviso in due il popolo serrese che ben presto fu infiammato e funestato da cruente rivalità. L’oggetto del contendere fu proprio la chiesa. I spinettesi, con in testa il vicario dell’Arzo, avevano eletto come chiesa parrocchiale quella di Spinetto e l’avevano intitolata a Maria SS. Assunta, strappando il primato a quella antica che era stata, in parte, abbandonata e veniva utilizzata soltanto per le sepolture. I Serresi, che in un primo momento erano rimasti indifferenti, vedendo che le cose andavano
per le lunghe, cominciarono a reclamare la riattivazione della loro chiesa, pretendendo a ragion veduta che si tornasse tutti ad officiare nell’antico tempio il cui titolo di ‘chiesa matrice’ non poteva affatto essere usurpato da un’altra chiesa. Anche il clero si era diviso: 14 sacerdoti officiavano in quella di Spinetto e 19 in quella di Serra. “Ma se il partito dei Serresi era grande, quello dei Spinettesi era forte”,osserva il cronista. Quello dei Spinettesi era forte perché aveva dalla sua parte il terribile e temibile vicario dell’Arzo. Si dice che quest’ultimo era favorevole alla chiesa di Spinetto perché, tra gli altri incarichi da lui ricoperti, aveva anche quello di cancelliere della Curia della Certosa e, dovendosi per motivi d’ufficio recare ogni giorno a piedi presso il monastero, era più conveniente per lui dimorare a Spinetto, luogo di gran lunga più vicino alla Certosa. La sua causa era perorata anche dal Priore del Convento il quale non poteva certo essere contrario ai desideri del suo cancelliere. Il partito dei Serresi, invece, non era favorito da nessuno tranne dal fatto di avere dalla sua la forza della tradizione, cioè quell’antica chiesa che era stata la sola ad avere e a svolgere le funzioni di chiesa matrice. Un tentativo di riattivare l’antica chiesa fu ordito dai Serresi i quali, con la complicità di alcuni sacerdoti che si prestarono a riprendere le celebrazioni, riadattarono alla meglio l’antica fabbrica e riaprirono al culto la “Matrice” la quale era stata declassata col nome di chiesa del ‘Purgatorio’ e utilizzata soltanto per le sepolture. Ma puntualmente l’irriducibile vicario dell’Arzo si oppose e mise in campo tutta la sua autorità e tutto il suo potere per far valere le proprie ragioni. Tuttavia la Chiesa Matrice aveva molti punti a suo favore: innanzitutto era la prima e la più antica chiesa del paese, poi aveva dalla sua parte un numero di sacerdoti superiore a quello di Spinetto e, infine, aveva l’appoggio della maggioranza della popolazione che era rimasta ad abitare nel vecchio quartiere, successivamente denominato “Terravecchia”. A fronte di tutto questo, per porre definitivamente fine ai litigi, gli spinettesi con l’assenso del vicario dell’Arzo e del Priore della Certosa chiesero al Re l’autorizzazione di costruire un’altra chiesa, ubicandola, per non avvantaggiare nessuno, a metà strada tra il primo e il secondo quartiere. Il regio assenso fu dato e si diede mano alla nuova costruzione che fu fatta prima con tavole “in prosieguo di Fabrica, fino alla metà, a fianco destro della Congregazione dell’Assunta, alla stessa dirittura di quella”. Il nuovo tempio prese il nome di “Terza Chiesa”. Ma, se per gli spinettesi tutto questo poteva costituire una soluzione al problema, per i serresi, no. Cominciarono, così, gli attentati alla Terza Chiesa che si susseguivano uno dietro l’altro al punto da mettere in pericolo la vita stessa di coloro che la frequentavano e la sostenevano, sacerdoti compresi. Si racconta che una volta, di notte, alcune persone, rimaste sconosciute, ma certamente serresi, tolsero i battagli alle campane in modo che non potessero più suonare. Un’altra volta con un grosso trapano furono perforate in più punti le travi su cui poggiava la copertura della chiesa in modo da non reggere al peso e crollare, magari durante il corso di una funzione religiosa con tutte le tragiche conseguenze che si possano immaginare. E poi altri dispetti e altri sabotaggi si susseguirono fino ad arrivare a contenziosi, dibattuti e risolti con sentenze nei tribunali. La pace e la tranquillità arrivò per tutti quando, facendo prevalere il buon senso sia il vicario dell’Arzo sia il Priore della Certosa con ingiunzioni e minacce furono costretti a cedere. “Si ottenne – dice il cronista – un compito favorevolissimo dispaccio a pro dell’Antica, e contro la Terza Chiesa, col quale dichiarandosi questa intieramente abbolita, si davano a quella tutti gli antichi jussi, preminenze ecc. ecc. dichiarandola la UNICA e SOLA”. E la Terza Chiesa? Fu distrutta dalle fondamenta e di essa si sono perdute perfino le tracce.

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