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Il cruciverba in serrese

Gioacchino Giancotti
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Antiche tradizioni calabresi | Un antico rito legato al periodo quaresimale, “A Corajisima”.

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Corajiesima bambola
Dopo le baldorie e le scorpacciate del martedi grasso che volevano la morte di Re Carnevale, in molti centri calabresi, fino a non molto tempo fa, ma a dir la verità, ancora in uso in qualche luogo, apparivano qua e là delle curiose, e a volte inquietanti, bambole di pezza penzolanti da balconi e finestre.
Corajesima, ossia la vedova di Carnevale, vestita a lutto, che indicava la Quaresima.
Una bambola di pezza, rudimentale tempo fa, e più curata oggi, vestita di nero, poggiava su una patata o un agrume dove erano conficcate sette penne di gallina; sei uguali e una di colore diverso. In mano un fuso che simboleggiava lo scorrere dei giorni verso la Pasqua ed alcune, anche con una collana di fichi secchi o altro. Le sette penne simboleggiavano le domeniche quaresimali e ogni domenica, dopo la messa, se ne staccava una, lasciando per ultima quella di colore diverso. Lo stesso, ogni domenica veniva levato un fico secco o quello che c'era sulla collana, in genere, roba mangiareccia che indicava il digiuno della quaresima.
In passato era preso molto in considerazione, il digiuno quaresimale.
Corajiesima bambola1
Gli adulti stavano molto attenti a non "cammararsi" (fare peccato mangiando carne il venerdi) e facevano di tutto per proibirlo anche ai bambini. Per distoglierli dalle tentazioni, anche dolciarie, che erano inutili, usavano impaurire i bambini dicendo loro che Corajesima avrebbe preso loro, " i cannarozza" (la gola) per bollirla e mangiarsela.
Molti bambini sono cresciuti con quell'assurda paura...
Il giorno di Pasqua, la bambola veniva bruciata sul davanzale dove poggiava, in segno di buon augurio, portandosi via tutte le negatività.
Fortunatamente, col tempo, la bambola di pezza dalle sembianze inquietanti, é andata scomparendo dalle vie.
Oggi se ne vede qualcuna in giro, ma é più un ritorno folkloristico. Un attaccamento alle tradizioni, tralasciando al passato, le usanze superstiziose che hanno accompagnato e segnato la vita dei nostri nonni.

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