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La bambina e il satanasso | Una storia realmente accaduta a Serra San Bruno.

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indemoniata laghetto santa maria del boscoNon sarebbe accaduto nulla dei tanti fatti di guarigione che si verificarono intorno al laghetto di Santa Maria, se ad un certo Garetto Scopacasa di Simbario non fosse balenata in mente l’idea di portare la figlia, sofferente di attacchi d’isterismo di natura pressoché sconosciuta, presso la soglia della Certosa per affidarla alle cure di San Bruno.
Era l’anno 1522 e la scienza medica vagava ancora nel buio a fronte di quei casi che riguardavano il totale scombussolamento psicologico della personalità umana al punto che l’individuo, che ne veniva affetto, si agitava e si contorceva senza darsi pace, emettendo con la bocca urla e suoni incomprensibili, gettando nel panico non solo i familiari, ma tutti quelli che per disgrazia gli capitavano vicino. Cosa si poteva pensare di un corpo che si contorceva su se stesso, del respiro ansimante fino a far scoppiare il petto, della bava che usciva abbondante dalla bocca, delle urla inquietanti che facevano rintronare le orecchie e delle parole incomprensibili che uscivano dalla bocca con un tono di voce sgradevole e lugubre che infondeva terrore? Il maligno; l’infernale, orrido e malefico demonio; il depositario di ogni male; il ribelle fumante nel fuoco eterno; il satanasso maledetto e scomunicato da Dio. Era lui e solo lui l’irriducibile artefice dello squilibrio psichico degli esseri umani. Era lui che, insoddisfatto del fuoco dell’inferno, invadeva il corpo indifeso degli innocenti e li possedeva con rabbia, sprezzante di tutto ciò che era sacro e divino. Perciò Garetto Scopacasa pensò bene di portare la propria figlia, ormai in totale balia dell’essere maligno, ai piedi della statua di San Bruno, affinché il santo certosino coi suoi poteri divini scacciasse via da quel corpo il maledetto satanasso e restituisse a sua figlia la sua vita di donna affabile e religiosa, com’era sempre stata. Non si era sbagliato. Gli fu consigliato, infatti, forse dal priore dell’epoca, di portare la malcapitata nella vicina Santa Maria, di aspergerla con l’acqua del laghetto, di sporcarla con la polvere umida del tempietto che un tempo era stato la tomba del Santo e di pregare, pregare e ancora pregare. Così fece e il caso volle che la ragazza guarì, il demonio abbandonò il suo corpo ed ella tornò ad essere mansueta e tranquilla come sempre.
Si gridò, quindi, al miracolo e la voce di quell’evento si sparse per tutti i quattro angoli della Calabria. Da quel momento Serra diventò il luogo di richiamo degli indemoniati di tutto il mondo e San Bruno il taumaturgo infallibile ed efficace in grado di sottomettere satana e ricacciarlo con l’aspersione dell’acqua del laghetto nel fuoco dell’inferno.
Dopo la figlia di Garetto molti altri conobbero i benefici dell’acqua del laghetto e della polvere della spelonca del Santo. Nel 1600 si ha notizia della liberazione dal demonio di un fratello converso, Biagio De Pace, che era da tempo posseduto e martoriato. Nel 1715 una gentil donna, Oliva Spani da Catanzaro, invasa dagli spiriti maligni, ne fu liberata. Nel 1719 toccò ad una certa Angela Rizzi che, dopo essere stata immersa nelle acque del lago, ne uscì totalmente rigenerata. E ancora tanti e tanti altri dei quali si potrebbe fare un lungo elenco a futura memoria di quanti col passare del tempo hanno dimenticato, facendo decadere questa antica usanza e ponendo gli invasati non più sotto la cura dei santi, ma sotto quella dei medici i quali hanno finito col sostituire l’acqua del laghetto e la polvere della spelonca con i sedativi.
Oggi il lunedì di Pentecoste non è più il giorno del raduno a Serra degli indemoniati, ma un giorno di festa e di preghiera. La ricorrenza ricorda il ritrovamento delle ossa del Santo e di quelli del beato Lanuino che i Cistercensi, dopo aver preso possesso della Certosa, avevano accuratamente occultato. Ricorda anche la loro gloriosa traslazione dalla chiesa di Santa Maria a quella del Monastero di Santo Stefano, quando quest’ultimo, dopo essere rimasto per quasi 400 anni in mani aliene, venne restituito ai loro legittimi proprietari.
Da allora la scienza ha fatto passi da gigante e pochi sono quelli disposti a credere che un corpo farneticante e in preda agli atti d’isterismo sia un corpo invaso dal demonio. Più che i Santi e gli esorcisti di chiara fama a scacciare il demonio ci pensa il Prozac, che è un farmaco usato come un potente rimedio contro gli assalti di questo strano e oscuro male.
Ma quella tradizione, ormai interrotta da anni, rimane nel ricordo e ancora ci tocca il cuore.

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