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Rivista Santa Maria del Bosco - Serra San Bruno e dintorni

Domenico Calvetta
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Il cruciverba in serrese

Gioacchino Giancotti
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racconto angelo vanessa
A questo punto si verificò l'inaspettato evento. Una ragazza attraversò la strada e venne a sedersi sulla mia panchina, adagiò la custodia di un violino a fianco, si riavviò i capelli e assunse la posa di chi aspetta qualcuno. Guardava continuamente il suo orologio e, ogni tanto lanciava un'occhiata indiscreta su ciò che stavo scrivendo. Intuì che raccontavo storie di angeli e mi ha rivolto la parola... Comincio così questo mio racconto, ma:“Avete capito chi sono?” Per indirizzarvi vi dico che oggi ho scelto di sostare su una panchina di un grande rione cittadino dove ero stato altre volte. Seduto, con il mio portatile sulle ginocchia scrivo. Scrivo e provo a mescolare la realtà con la leggenda. Dentro questa città, che mi brulica intorno, mi sento come al centro di una grande giostra. Di tanto in tanto vado nel vicino bar e, grazie al buon cuore del barista, ricarico la batteria; i ragazzi che servono al bar mi hanno soprannominato: “Lomorandagio”, questo appellativo mi è piaciuto; è così che firmo i miei racconti. Ora, che mi avete riconosciuto, proseguo con il fatto. La ragazza che si era seduta accanto cominciò a dire:
-Mi chiamo Vanessa e, visto che scrivi di Angeli, voglio dirti che io scrivo musica per gli Angeli, ma...sai cosa penso veramente degli angeli? -Non attese la mia risposta e proseguì con foga- -Proprio ieri, ho letto e ho cercato di musicare il testo di una canzone che un ragazzo mi ha fatto ascoltare; e mi sono smarrita in essa. E' una canzone molto bella, tipicamente d'amore, di quell'amore che i poeti sanno cantare, che i musicisti sanno musicare e quelli come me, che hanno l'anima fragile; molto fragile, si fanno incantare. Non mi sono mai fermata a pensare seriamente se credo o no agli angeli. Molti mi hanno fatto questa domanda: “Credi agli Angeli?” e ho sempre risposto cose diverse; una per ognuno di loro. Mille domande: mille risposte. Tutto dipende dalla giornata in cui mi viene posta questa domanda e dalla faccia che fanno quelli che me la pongono. Se c'è il sole magari rispondo di si. Se piove invece la mia fede negli angeli vacilla. Se a chiedermelo sono due occhi che amo, torno a crederci. Se sono occhi indifferenti: dico di no. Ma oggi voglio fermarmi e pensarci seriamente. Ora ci sto pensando. Si, io credo che gli angeli ci sono: esistono gli angeli; però non penso che loro abbiano le ali bianche come grandi colombe, oppure che sono
vestiti di azzurro o rosa e sono tutti con i capelli biondi. Non penso che gli angeli sono senza peccato, con l'anima immacolata e mandati da Dio per darci un segnale; oppure per salvarci da ogni tipo di pericolo. Io credo che gli angeli sono persone, persone vive che fanno in modo di farti sentire un piccolo ingranaggio dentro un progetto molto più grande; piccolo sì, ma essenziale affinché quel progetto possa funzionare. L'angelo per me è una persona. E' sempre una persona che ti conosce, che ti sta vicino; a volte abita al piano di sotto, altre volte è lontana...ma ti pensa, perché tu sei dentro il suo cuore, dentro i suoi pensieri, oppure dentro i suoi sogni. L'angelo è quella persona che quando ti è accanto ti prende la mano, la stringe forte al suo cuore quando vede la tua solitudine, ti parla quando sente il tuo silenzio, ti sorride e ti tocca un braccio; ti cerca quando, triste e sola, ti rannicchi nel tuo angolo buio. L'angelo è quella persona che ti vuole bene anche quando arrivi al culmine della disperazione e vorresti morire, quando volentieri usciresti dal tuo corpo e ti prenderesti a pugni e calci; quando tranquillamente chiuderesti la porta di casa lasciando
dentro il tuo corpo e i tuoi pensieri e saliresti sul primo treno che passa senza chiedere la destinazione, correre su strade senza fine e volare, si volare, volare come gli angeli, come gli angeli che non hanno le ali. E non devi chiedere nemmeno dove e quando, perché non c'è nulla che possa fermare il tuo destino. Non esiste brillante, non esiste macchina lussuosa, non esiste palazzo che possa ridarti la speranza, la felicità. O forse qualcosa esiste...sognare di diventare un Angelo. Un angelo come quelli che tu immagini. Lo sai che conoscere un angelo, tenere la mano ad un angelo, abbracciare un angelo, amare un angelo costa tanto? A me è costata la vita. A questo punto ebbi un sobbalzo, che vuol dire: Ti è costata la vita? -Il mouse che manovravo sulla gamba mi sfuggì dalla mano e cadde a terra, mi chinai prontamente per raccoglierlo sperando che fosse rimasto indenne, infatti funzionava ancora e guardando lo schermo la freccetta obbediva docilmente in ogni direzione. Mi girai verso la ragazza ma non c'era più. Sulla panchina, al suo posto, giaceva una piuma bianca... mi sorse un dubbio.

racconto angelo vanessa
A questo punto si verificò l'inaspettato evento. Una ragazza attraversò la strada e venne a sedersi sulla mia panchina, adagiò la custodia di un violino a fianco, si riavviò i capelli e assunse la posa di chi aspetta qualcuno. Guardava continuamente il suo orologio e, ogni tanto lanciava un'occhiata indiscreta su ciò che stavo scrivendo. Intuì che raccontavo storie di angeli e mi ha rivolto la parola... Comincio così questo mio racconto, ma:“Avete capito chi sono?” Per indirizzarvi vi dico che oggi ho scelto di sostare su una panchina di un grande rione cittadino dove ero stato altre volte. Seduto, con il mio portatile sulle ginocchia scrivo. Scrivo e provo a mescolare la realtà con la leggenda. Dentro questa città, che mi brulica intorno, mi sento come al centro di una grande giostra. Di tanto in tanto vado nel vicino bar e, grazie al buon cuore del barista, ricarico la batteria; i ragazzi che servono al bar mi hanno soprannominato: “Lomorandagio”, questo appellativo mi è piaciuto; è così che firmo i miei racconti. Ora, che mi avete riconosciuto, proseguo con il fatto. La ragazza che si era seduta accanto cominciò a dire:
-Mi chiamo Vanessa e, visto che scrivi di Angeli, voglio dirti che io scrivo musica per gli Angeli, ma...sai cosa penso veramente degli angeli? -Non attese la mia risposta e proseguì con foga- -Proprio ieri, ho letto e ho cercato di musicare il testo di una canzone che un ragazzo mi ha fatto ascoltare; e mi sono smarrita in essa. E' una canzone molto bella, tipicamente d'amore, di quell'amore che i poeti sanno cantare, che i musicisti sanno musicare e quelli come me, che hanno l'anima fragile; molto fragile, si fanno incantare. Non mi sono mai fermata a pensare seriamente se credo o no agli angeli. Molti mi hanno fatto questa domanda: “Credi agli Angeli?” e ho sempre risposto cose diverse; una per ognuno di loro. Mille domande: mille risposte. Tutto dipende dalla giornata in cui mi viene posta questa domanda e dalla faccia che fanno quelli che me la pongono. Se c'è il sole magari rispondo di si. Se piove invece la mia fede negli angeli vacilla. Se a chiedermelo sono due occhi che amo, torno a crederci. Se sono occhi indifferenti: dico di no. Ma oggi voglio fermarmi e pensarci seriamente. Ora ci sto pensando. Si, io credo che gli angeli ci sono: esistono gli angeli; però non penso che loro abbiano le ali bianche come grandi colombe, oppure che sono
vestiti di azzurro o rosa e sono tutti con i capelli biondi. Non penso che gli angeli sono senza peccato, con l'anima immacolata e mandati da Dio per darci un segnale; oppure per salvarci da ogni tipo di pericolo. Io credo che gli angeli sono persone, persone vive che fanno in modo di farti sentire un piccolo ingranaggio dentro un progetto molto più grande; piccolo sì, ma essenziale affinché quel progetto possa funzionare. L'angelo per me è una persona. E' sempre una persona che ti conosce, che ti sta vicino; a volte abita al piano di sotto, altre volte è lontana...ma ti pensa, perché tu sei dentro il suo cuore, dentro i suoi pensieri, oppure dentro i suoi sogni. L'angelo è quella persona che quando ti è accanto ti prende la mano, la stringe forte al suo cuore quando vede la tua solitudine, ti parla quando sente il tuo silenzio, ti sorride e ti tocca un braccio; ti cerca quando, triste e sola, ti rannicchi nel tuo angolo buio. L'angelo è quella persona che ti vuole bene anche quando arrivi al culmine della disperazione e vorresti morire, quando volentieri usciresti dal tuo corpo e ti prenderesti a pugni e calci; quando tranquillamente chiuderesti la porta di casa lasciando
dentro il tuo corpo e i tuoi pensieri e saliresti sul primo treno che passa senza chiedere la destinazione, correre su strade senza fine e volare, si volare, volare come gli angeli, come gli angeli che non hanno le ali. E non devi chiedere nemmeno dove e quando, perché non c'è nulla che possa fermare il tuo destino. Non esiste brillante, non esiste macchina lussuosa, non esiste palazzo che possa ridarti la speranza, la felicità. O forse qualcosa esiste...sognare di diventare un Angelo. Un angelo come quelli che tu immagini. Lo sai che conoscere un angelo, tenere la mano ad un angelo, abbracciare un angelo, amare un angelo costa tanto? A me è costata la vita. A questo punto ebbi un sobbalzo, che vuol dire: Ti è costata la vita? -Il mouse che manovravo sulla gamba mi sfuggì dalla mano e cadde a terra, mi chinai prontamente per raccoglierlo sperando che fosse rimasto indenne, infatti funzionava ancora e guardando lo schermo la freccetta obbediva docilmente in ogni direzione. Mi girai verso la ragazza ma non c'era più. Sulla panchina, al suo posto, giaceva una piuma bianca... mi sorse un dubbio.

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