sfondo-RM-2023

Rivista Santa Maria del Bosco - Serra San Bruno e dintorni

Domenico Calvetta
Marco Calvetta
white_search.png

DOVE CI TROVI

  • Profumo di Pane
  • Coop Serra San Bruno
  • La Bottega del Pulito
  • Serfunghi di Luigi Calabretta
  • Edicola Grenci
  • Bar Scrivo
  • Congrega Assunta di Terravecchia 
  • Museo della Certosa
  • Istituto Einaudi
  • Edicola Barillari
white_tick.png

Donazione

Aiutaci a sostenere la rivista! Fai una donazione spontanea.

Amount:


Otticairene
Different
Non solo frutta delle 2 P

Il cruciverba in serrese

Gioacchino Giancotti
A+ A A-

priori 1
Serra San Bruno può essere considerata, senza alcun dubbio, una culla del Cristianesimo (Cattolico), in essa si contano, infatti: due Parrocchie quella di San Biagio nel quartiere Terravecchia e quella di Maria SS. Assunta in Cielo nel quartiere Spinetto, tre Confraternite quella dell’Addolorata e quelle di Maria SS. Assunta in Cielo di Terravecchia e di Spinetto, la Certosa di San Bruno di Colonia, tutt’ora attiva, il Santuario di Santa Maria del Bosco, per non dire poi del grande numero di Chiese e Chiesette presenti sul suo territorio e poi ancora del gran numero di Preti Serresi tutt’ora in attività. Una particolare importanza, in tale contesto, assumono le congreghe in quanto associazioni laiche che hanno come scopo oltre al culto verso la Madonna cui sono dedicate, anche quello della diffusione di tale culto all’esterno e poi di tutta una serie di attività che vanno dall’assistenza ai confratelli bisognosi alla gestione della manutenzione della chiesa, all’organizzazione delle feste della titolare e della Santa Pasqua, alle opere cimiteriali. Sono amministrate da un seggio laico, eletto(da ultimo) ogni tre anni, dall’assemblea dei confratelli e composto da un Priore e da due Consultori che lo coadiuvano oltre poi ad una serie di collaboratori quali il Segretario il Tesoriere ed i loro vice. Naturalmente è presente ed assume grande rilievo nella guida spirituale un Sacerdote che funge da Padre Spirituale e che si identifica con il Parroco della parrocchia. Assieme alla redazione abbiamo pensato di pubblicare le foto, per il momento, dei Priori che hanno rivestito negli anni tale incarico, naturalmente dividendo le pubblicazioni per anni e per Congrega. Iniziamo con i Priori dell’Addolorata che si sono succeduti negli ultimi 20 anni.priori 2

1) Francesco Della Mura – biennio 1974 - 1975
2) Salvatore Verdiglione – biennio 1976 – 1977
3) Cesare Barillari – biennio 1978 – 1979
4) Francesco Palermo – bienni 1980 – 1981 e 1982 – 1983
5) Francesco Regio – bienni 1984 – 1985 e 1986 – 1987
6) Antonio Barillari – biennio 1988 – 1989
7) Antonio Staltari - biennio 1990 – 1991
8) Bruno Tassone - biennio 1992 -1993
9) Giuseppe Pisani - biennio 1994 – 1995
10) Bruno Siviglia – biennio 1996 – 1997
11) Salvatore Candeloro – bienni 1998 – 1999 – 2000 – 2001
12) Bruno Marino – biennio 2002 – 2003
13) Gerardo Drago – biennio 2004 – 2005
14) Bruno Manno – biennio 2006 – 2007
15) Francesco Gallè – bienni 2008 – 2009 e 2010 – 2011
16) Giorgio Raimondo – biennio 2012 – 2013
17) Vincenzo Vavalà – triennio 2014 – 2016
18) Luigi Drago – triennio 2017 -2019
19) Stilo Dionigi – triennio 2020 – 2022
20) Gallè Giuseppe – in carica

dottore romano1
Il recupero di un volumetto intitolato “L’epidemia di morbillo in Serra San Bruno (1 maggio – 19 luglio 1909)” offre spunti e interessanti considerazioni sulla mentalità del tempo ma ancor più sulla dedizione del suo autore, il medico provinciale, dott. Antonio Romano, nato Simbario ma morto a Serra nel 1934, alla cura e alla guarigione degli infermi, per lo più bambini, che avevano contratto la malattia, importata dagli operai serresi che stavano risollevando i paesi del reggino devastati dal terremoto del 1908. La prima azione del dottore Romano fu l’obbligo alla denuncia dei casi di morbi esantematici per tutti coloro che avevano responsabilità in luoghi di convivenza collettiva: scuole, alberghi, famiglie, istituti. Tuttavia il popolo “su cui tristemente incombono la miseria e l’ignoranza” - sono parole dell’autore - organizzò per il 22 maggio una processione di San Rocco, il Santo taumaturgo legato alla peste, da cui si attendeva il miracolo. “Cominciò così ad espandersi il morbo in forma invadente e ad assumere aspetto minaccioso”. I colpiti da morbillo non guarivano ma erano presi dalla broncopolmonite che aggravava ancor più il quadro clinico. Tuttavia le processioni si moltiplicarono e la gente non smetteva di recarsi nelle case dei defunti. Quando ormai gli infermi avevano raggiunto il numero di 400 il dottore Romano propose al Sindaco Luigi Filippo Chimirri un’ordinanza per vietare tutti gli assembramenti ma i preti di Serra guidati da Don Domenico Rachiele non gradirono il divieto degli accompagnamenti funebri e “si insinuò nella plebaglia che i provvedimenti, più che da necessità sanitarie erano stati dettati dalle vedute antireligiose dell’Ufficiale Sanitario, il quale coglieva questa occasione per far guerra al clericalismo. Cogli analfabeti e coi poveri di spirito non si discute.”. Il sindaco purtroppo non vietò gli assembramenti e il dottore Romano rassegnò le sue dimissioni nelle mani del Prefetto continuando però responsabilmente a fare il medico. Le feste e le processioni continuarono a svolgersi normalmente mentre il numero dei morti aumentava. Intanto si era aggiunta pure la difterite! Antonio Romano non si perse d’animo e allestì un luogo di isolamento in contrada Guido. Le guardie urbane impedivano le visite e fortunatamente la difterite non si propagò. “Il popolo serrese, vera plebe, ancora non crede al contagio, e porta in giro le mute statue dei santi cui offre doni per ottenere la benedizione dell’aria”. Durante una visita: “In una casetta affumicata del rione Spinetto giacevano cinque bambini morbillosi nello stesso letto: una gallina e un maiale tenevano loro allegra compagnia”. Racconta il dottore Romano che appena entrato per visitarli la madre affermò che il contagio era volontà di Dio e che i medici non capivano niente, affibbiandogli “una patente d’asino”. Nonostante le ostilità e senza perdersi d’animo il dottore Romano continuò il suo lavoro. Così descrisse l’abitato: “All’ambiente psichico così saturo di ignoranza e di superstizione fa degno contorno l’ambiente materiale, tutto luridume e miseria: le vie sono depositi di immondizie di ogni natura per mancanza di fogne; le case, massime in sezione Spinetto, sono vere stamberghe ove in allegra simbiosi si sta con maiali e galline. Contro l’Ufficiale sanitario si appuntarono i dardi cristianamente velenosi delle beghine e del clero cui faceva codazzo la massa degli incoscienti belante inni di lode a coloro che secondandola compivano un delitto”.  Intanto gli furono affiancati anche i dottori Giacomo Pisani e Giuseppe Tucci ma non altri a causa delle condizioni finanziarie del Comune e allora il popolo cominciò ad attaccare i medici. Appurato che nel rione Fazzari, sempre a Spinetto, dove le vie larghe, il vento e la luce compivano veri e propri miracoli, il morbo fu contenuto, si pensò ad igienizzare il paese. Il veterinario Francesco Ferrara, cominciò a irrorare i canali luridi e le bocche di fogna con miscela Laplace e disinfettò le abitazioni. Intanto arrivarono le pomate all’acido salicidico e si impose alle famiglie un bagno caldo saponato per gli infermi, una liscivia bollente per i materassi e l’imbiancatura delle pareti con latte di calce. Tuttavia il popolo si ribellò ai disinfettori asserendo di non poter tollerare nelle loro case versamenti di liquidi che bruciavano le tavole dei pavimenti e le loro stoffe e di non poter sopportare l’odore dei disinfettanti a base di cloruro di sodio! Intanto però, grazie a questi interventi, l’epidemia iniziò a decrescere e a sparire del tutto nel mese di luglio. Di grande interesse è il caso citato di Rosina Macrì, di anni 9, abitante in via Sorvara, a Spinetto. Il dottore Romano nel palparne il torace sentì un crepitìo come se fra le carni e la camicia vi fosse carta velina: rilevò un enfisema cutaneo che dalle regioni cervicali invadendo tutto il torace si estendeva alle regioni crurali. In altre due bambine abitanti in via Fulciniti e in via Anastasio comparvero sulla mucosa della guancia destra ulcere a fondo nero, e l’alito divenne insopportabilmente fetido. Nonostante le causticazioni col nitrato d’argento e i lavaggi con soluzione salicidica le ulcere invasero le gengive e il palato e portarono alle sfacelo dei tessuti invasi: si gonfiarono il viso e il collo e le bambine finirono in coma. Insomma tra i 395 ammalati curati dal dottore Romano molti guarirono mentre in altri si manifestò la rosolia, l’otite purulenta, l’enterite dissenteriforme e la broncopolmonite che fu la complicanza più letale. Un solo caso di pleurite ebbe buon esito. Questa pagina di storia locale mette in luce la figura del dottore Antonio Romano, medico competente ed eroico nello svolgimento del proprio dovere, a cui la Serra del 1909 deve molte vite umane salvate a causa della sua tenacia contro la diffusione del morbo, nonostante l’avversità di tutti. Forse la sua battaglia contro la superstizione e l’ignoranza avrebbe meritato l’intestazione di una via cittadina se non altro per la memoria di un uomo che ha compiuto il suo dovere senza attendersi nulla da nessuno e per la sua fedeltà al giuramento di Ippocrate senza condizioni.

white_info.png

Annunci in Bacheca

  • image
  • image
  • image
Previous Next
Tucci Motors

Come eravamo - Foto d'epoca

Loading script and Flickr images

The Best Bookmaker Betfair Review FBetting cvisit from here.

Traduttore

Italian English French German Spanish
white_arrow.png

Calendario articoli

Aprile 24
L M M G V S D
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 1 2 3 4 5

Seguici su facebook

white_arrow.png

Articoli più letti

  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Prev Next

Fatti straordinari: NATUZZA MI DISSE: “ …

Fatti straordinari: NATUZZA MI DISSE: “ Guardate meglio il Vostro orologio…adesso mi credete?”

Hits:42920|VISITE Franco Inzillo - avatar Franco Inzillo

Il lungo calvario di Natuzza Evolo

Il lungo calvario di Natuzza Evolo

Hits:22700|VISITE Sharo Gambino - avatar Sharo Gambino

Inchiesta su Paravati | Il caso di Natuz…

Inchiesta su Paravati | Il caso di Natuzza…una diatriba per denaro e potere!

Hits:16990|VISITE Domenico Calvetta - avatar Domenico Calvetta

Il mistero della foto di Padre Jarek.

Il mistero della foto di Padre Jarek.

Hits:13808|VISITE Domenico Calvetta - avatar Domenico Calvetta

La mia terra spogliata di tutto dal 1860…

La mia terra spogliata di tutto dal 1860 ad oggi!

Hits:13564|VISITE Antonio Nicoletta - avatar Antonio Nicoletta

Rivista Santa Maria del Bosco - 89822 Serra San Bruno. Reg. n. 1/15 Tribunale Vibo Valentia. Copyright © 2021 Rivista Santa Maria del Bosco. Tutti i diritti riservati. Web Designer Marco Calvetta

Questo sito utilizza cookies. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookies clicca su “Maggiori Informazioni” e leggi l’informativa completa. Cliccando sul tasto “Accetto” acconsenti all’uso dei cookies. Maggiori Informazioni