Questo articolo viene scritto in omaggio al nostro illustre compaesano Giuseppe Maria Pisani che tutti conoscono ad eccezione delle nuove generazioni che non l’hanno mai incontrato, se non altro perché da molti anni vive fuori Serra. Lo spazio ristretto del giornale mi costringe a concentrare le mie osservazioni in poche righe senza tuttavia rinunciare ad illustrare la sua singolare figura.
Classe 1927, vive a Soverato da più di trent’anni dove ancora le sue manine preziose, guidate da una mente lucida e fantasiosa, riescono a disegnare e a modellare opere di una certa valenza artistica. L’ho raggiunsi per telefono. Prima mi rispose il nipotino poi Lui. Con cadenza lenta, tonalità suadente e solita umiltà, mi informò, dopo i convenevoli, che ancora sta lavorando a due opere di scultura. Alla sua cara Serra non stà venendo perché ha problemi di deambulazione. Mi disse pure che segue la nostra rivista dove spesso trova articoli sulle tradizioni e vecchie foto che riesumano un passato che non dovrà mai essere cancellato. Alla fine della conversazione rimase gratificato e contento del mio contatto via etere che denota l’attenzione del giornale verso di Lui solo “per meritocrazia” e non altro. Ma chi è veramente Giuseppe Maria Pisani? Nel suo sangue scorre una vena artistica e secolare che ebbe inizio dai suoi antenati diretti che vissero ed operarono a cavaliere tra tardo illuminismo e romanticismo, come Giuseppe Tommaso Pisani ( 1734 – 1806 ), Stefano Pisani ( 1750 1878 ) e Venanzio Pisani ( 1800 – 1878 ). Per ultimo suo nonno che si chiamava come Lui ( 1851 – 1923 ), allievo dell’illustre Maestro Domenico Morelli, docente all’Accademia delle Belle Arti di Napoli.
Non conobbe nessuno di questi suoi antenati ma il Dna gli fu trasmesso per quanto concerne l’abilità nel disegnare, comporre e plasmare una scultura. Frequentò invece gli artisti serresi del 900’, ultimi bagliori di una stagione irrepetibile che ancora in vita gli indicarono la via da percorrere, come i pittori Gaetano Barillari ( 1886 – 1956 ) e Vincenzo Minichini ( 1886 – 1954 ) e lo scultore del legno Salvatore Tripodi ( 1992 – 1977 ). Tuttavia nei confronti dei suoi predecessori e contemporanei, pure essendo con loro in parziale osmosi da un lato, dall’altro non ebbe mai un ruolo ancillare, Lui, al contrario, sempre volto nell’afflato di emulare la sua originalità nei loro confronti e seguendo sì le loro preziose tracce ma mantenendo la sua autonomia di giudizio, di pensiero e di azione.
Serra è disseminata delle sue opere sacre nei siti più importanti ed esse, ancora oggi, destano interesse e curiosità culturali nei confronti di studiosi e semplici visitatori. Tuttavia per capire meglio il personaggio Pisani è necessario citare e per quel che consente lo spazio, commentare qualcuna delle sue opere scultoree quasi tutte volte a cogliere l’universale attraverso il particolare. Esse sono il risultato di un’amalgama ben definito tra fantasia e tecnica. Le forme attingono ad un repertorio di accennati tocchi tra barocco e manierismo ma il suo estro e creatività fanno lievitare la loro intrinseca organicità e fanno scorrere in esse la vita reale.
Nel 1953, ancora giovane e nello stato aurorale della sua carriera, si cimentò anche a fare l’architetto nella località dove si sviluppò il primo insediamento bruniano, dimostrando al pubblico dotto il suo gusto estetico e riuscendo a coniugare la simbiosi tra Natura ed intervento umano, senza l’inserimento di elementi di disturbo che potessero, in qualche modo, alterare la visione suggestiva del sito certosino. Quando ancora a S. Maria del Bosco, vi era solo una salita di terra battuta contornata da erbacce e rovi per giungere al Santuario regionale, Lui trasformò quella zona ancora selvaggia in opera ammirabile in tutta Italia. Disegnò l’attuale scalinata con al centro l’obelisco in granito. Mi ricordo che quando cantò Katia Ricciarelli insieme al nostro Franco De Leo e ci fu pure una sflilata di moda, qualche giornalista a livello nazionale, preso dalla suggestione del luogo, paragonò la nostra scalinata a quella di Trinità dei Monti a Roma!
Nel 1961 disegnò e realizzò la porta di bronzo della nostra chiesa Addolorata; nel 1979 scolpì la statua di San Bruno a Toronto; nel 1991 realizzò l’altra statua di San Bruno attualmente posta nella piazza del municipio della nostra cittadina. Di quest’ultima ebbe a dire il grande Francesco Messina “ E’ un capolavoro di sintesi”. La Statua bronzea presenta al visitatore un San Bruno plasticamente effigiato, triste e pensieroso. Fu inaugurata dall’allora Cardinale Martini, Primate di Milano e candidato papabile. Da non trascurare altre due opere bronzee, appartenenti ad una collezione privata collocate nella villa Bertucci-Neri a Davoli. Il primo mezzobusto rappresenta la figura del compianto alto magistrato Gino Ierace, benefattore di tanti serresi, in meditazione, con un libro semiaperto nelle mani; mentre la seconda statua è quella di San Bruno che dorme ( assomigliante a quella del dormitorio di S. Maria ) dove si detona uno studio fisionomico dettagliato del viso. Il santo dorme in un sonno profondo appoggiando la testa sulla dura roccia. Predominano in questa sua opera, i volumi mossi e aperti; la sinuosità sdraiata del corpo e della tonaca; la composizione dinamica e movimentata; la combinazione di materiali diversi e la continua ricerca di effetti suggestivi. Realizzò pure il busto bronzeo del grande Mattia Preti nel Museo Nazionale di La Valletta ( Malta ) e così via; la sua vita insomma, fu costellata di tante altre opere e riconoscimenti prestigiosi che è impossibile elencare in poche righe, ma che si invitano coloro che hanno interesse e sensibilità artistica di approfondire il suo curriculum più completo su internet.
Fra cent’anni, quando non ci sarà più Lui, rimarrà il vuoto nel nostro comprensorio, con solo alcuni artigiani ( nulla da togliere ad essi…) che con le loro opere pure belle ma mediocri, ad eccezione di pochissimi, fanno credere ai molti, anche attraverso scritti compiacenti e apologetici, che sono artisti ma in effetti non lo sono. L’Arte è un’altra cosa. Ma davvero essa è morta o continuerà a vivere anche dopo la stagione dei Grandi?
N.B Le foto delle opere riportate in questa pagina sono state estrapolate dal seguente sito http://www.artistipisani.it/