Sono John , per voi il clandestino ,
ho 22 anni ma la timidezza d’un bambino ,
a vedere gli altri ho paura
mi considerano “una storia oscura”.
Ho lasciato chi amo , la mia terra
per non vivere quella guerra
che lì combattono per il loro dio .
Ma ho ancora dentro quell’addio
di speranza e rassegnazione
consegnato alle onde dietro quel barcone
in una bottiglia senza più acqua da bere
che si riempì di parole frettolose e vere .
Fu un viaggio verso il futuro
in cerca d’un posto dove stare al sicuro
e lontano da quella crudeltà
fu un viaggio verso la libertà .
Ma ora , qui mi ritrovo senza niente
guardo da lontano la gente
che vedendomi s’intimidisce
così , ogni mio sogno svanisce .
Non son nessuno , avrei voluto studiare
per essere qualcuno e poi ritornare
dalla mia famiglia , nel mio stato
per poter dare una svolta al passato .
Ma resto qui , con la mia solitudine ,
donando un sorriso di gratitudine
a chi porgendomi una mano
compie un prezioso gesto umano ,
a chi non mi considera pericoloso
ma anzi parla con tono affettuoso
e mi lascia parlare , senza giudicarmi ,
a chi sorride per salutarmi .
Perché quando il pregiudizio tace
è possibile vivere un attimo di pace ,
senza dover pagare per colpe
dei reati che troppe volte
commette qualche altro rifugiato
che non ha fatto tesoro del suo passato .
Perché la lezione io l’ho subito imparata :
“la vita va sempre rispettata” .
Ma resto qui , basta parlare!
In silenzio ascolto le onde del mare
seduto su questa spiaggia italiana
da casa mia troppo lontana ,
m’illudo di ricevere una risposta al mio addio ,
mi disilludo , quindi prego il mio Dio
di portare a chi amo il mio pensiero ,
di donargli pace o almeno sollievo .
Chiudo gli occhi , ora sento il vento soffiare
chissà ! Forse sarà questo il suo segnale
per dire che mi ha ascoltato ,
per chiedere di essere perdonato .