La festa di Pentecoste mi ha sempre suscitato una profonda emozione accompagnata da uno strano sentimento di paura percependo in Essa la possibilità di una totale conversione spirituale e di un cambiamento di vita dettato dalla consapevolezza di vivere un’esistenza segnata interamente dalla fede.
Se i cristiani celebrano in questo giorno la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, sotto forma di lingue di fuoco, che Li rende pronti ad annunciare la Parola, i pagani festeggiano la Pentecoste come un giorno in cui si elogia la vita, la rigenerazione e la fertilità della terra.
Nella nostra tradizione serrese, il giorno di Pentecoste ricorda anche quello in cui San Bruno libera gli ossessi posseduti da anime immonde ed è proprio questa rievocazione e l’avvicinarsi di tale festa a farmi riflettere su un argomento ancora attuale in alcune parti d’Italia: la presenza del diavolo nella quotidianità dell’uomo.
La pratica di liberazione dal maligno, ha visto il luogo protagonista nel nostro Santuario di Santa Maria del Bosco.
Il mio pensiero, tuttavia, non si ferma solo alla realtà più vicina a noi, ma giunge al fenomeno della magia, dello spiritismo e della possessione di spiriti occulti.
Se da un lato si può parlare di vittime di Satana, dall’altro è sempre più diffusa l’invocazione di anime immonde e l’incessante bisogno di conoscere e interrogare gli spiriti maligni per avere un’anteprima della nostra stessa vita che è incerta.
Serra non è ancora affetta da questa piaga, che coinvolge una gran fetta dell’umanità ma, alzando lo sguardo e confrontandoci con il resto d’Italia e del mondo, vediamo come preda di questo male siano i giovani, che sommersi nell’assordante rumore della quotidianità, non riescono a percepire e ascoltare la Parola o anche solo ad accettare il gran dono della vita datoci così com’è.
La tecnologia, la certezza di poter controllare tutto e la smania di non poter vigilare sulla propria felicità e tranquillità d’animo, fanno cadere l’uomo nella disperazione totale, nella sofferenza e nella ricerca di qualcuno “sapiente” in grado di condurre ogni passo verso la meta del benessere. È a questo punto che s’interrogano e si cercano risposte dalle anime immonde e ci si rivolge a persone “competenti”, note come maghi, in grado di avvicinare gli spiriti; ed è così che si cade in una “religione nera” in cui è negato il primo diritto di nascita: la libertà.
Vittime più frequenti sono i ragazzi, che per spirito di gruppo o per gioco entrano in sette sataniche con veri e propri riti d’iniziazione che li condanneranno all’invocazione e sottomissione al Maligno.
La coscienza di questo male, purtroppo, arriva tardi nella mente dei giovani che sempre di più si allontanano dalla vita percorrendo una via che conduce al peccato e dunque alla morte.
A mio avviso la causa di tanta sofferenza è il profondo senso di solitudine che accompagna le giornate e la fragilità d’animo che portano l’uomo in una via buia senza uscita.
Ma in questa ricerca di sani principi, i ministri della Chiesa cosa potrebbero fare?
L’allontanamento dei giovani è anche provocato da guide spirituali spesso poco presenti nella vita e, pertanto, punti di riferimento poco fermi nel cammino dei giovani. Così se da un lato la cristianità Cattolica ci appartiene per nascita, dall’altro è una religione assente-presente che ci mette davanti a mille domande e mille dubbi tra cui anche quello se sia possibile vivere seguendo interamente le leggi del buon cristiano e contemporaneamente assecondare la natura umana che, come tale, è segnata dalla frenesia, diffidenza nel prossimo, più fiducia nel progresso. Viviamo così freneticamente nell’assordante rumore della vita da non riuscire a provare le sensazioni dell’anima soppresse da altre priorità, ma se approfittassimo di questo giorno di festa per apprezzare meglio la natura in cui Serra è sommersa ed ascoltassimo la nostra voce interiore chissà, forse cambierebbe qualcosa e ricominceremmo a vivere come le persone a cui dopo la preghiera di liberazione è ridata la vita.
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