MA IL RICAMO È UN’ARTE?

Cenni sulla nascita e l’evoluzione del ricamo –
Il ricamo è una decorazione realizzata con ago e filo su un tessuto e può essere fatto a mano o a macchina; in questo scritto la nostra attenzione è però incentrata sul ricamo manuale che alcune volte è espressione dello Spirito, lasciando da parte quello industriale che è emanazione dell’intelligenza artificiale che a noi non interessa: costa meno e vale meno. La sua nascita affonda nella notte dei tempi intorno al terzo millennio a.c. nell’antico Egitto usato per decorare gli abiti cerimoniali dei Faraoni, per poi approdare nella Cina al tempo della dinastia Shang tra il 1600 e 1046 a.c. con tecniche che riflettevano gli usi e i costumi dell’epoca. Soltanto nel medioevo iniziò ad essere apprezzato in Europa, soprattutto nei monasteri e nelle chiese per adornare paramenti e arredi ecclesiastici. Nell’Italia meridionale fu veicolato dalla cultura saracena e la prima scuola di ricamatori nacque a Palermo per poi dilagare man mano negli anni verso tutta la penisola. Il Rinascimento, quest’epoca irrepetibile divenne un sito nevralgico per il ricamo proprio a Firenze, insieme alle altre arti, con l’introduzione di materiali come la seta e l’oro che raggiunsero livelli di raffinatezza mai eguagliati, ma sempre circoscritto (il ricamo di allora) alle classi d’élite, espressione di ricchezza e di elevato status sociale come la chiesa, la nobiltà e la borghesia. Intorno all’800 iniziò ad essere praticato e usato man mano che l’economia portava il benessere nelle classi meno abbienti. Oggi il ricamo mantiene quel fascino intatto e costante nella stessa maniera di quanto nacque e fu creato ed è sempre un simbolo di raffinatezza e di sensibilità. Per questo merita di essere rivalutato ancora di più, insieme alle ricamatrici, una sorta di eroine moderne che praticano le stesse tecniche di 3000 anni fa, sottoponendo ad un notevole stress i loro occhi e il loro cervello spesso cagionevole per la salute dell’organismo.
I pezzi unici di Rossana –

Per quanto sopra enunciato e soprattutto perché segnalata da più lettori, collaboratori ed amici, ci siamo recati insieme all’artista dell’immagine Vitantonio Tassone (pittore e fotografo) presso la casa di Spinetto di Rossana Callà Larizza, di anni 40, che eccelle in lavori particolari di ricamo. Lei ci accoglie con il suo sorriso solare che “incensa” energie positive verso i suoi interlocutori e ci guarda con quegli occhi virescenti di Natura, dove il pittore fantasioso potrebbe intingere per abbellire i suoi dipinti; inizia a fare un lungo discorso sul suo lavoro e noi facciamo fatica a percolare ( nel senso di filtrare) le notizie essenziali e stringate, necessarie per comporre questo articolo. La sua passione per il ricamo iniziò a otto anni allorquando ammirava sua zia Rina lavorare al telaio per poi continuare negli anni fino ad oggi; Lei è autodidatta e lavora a mano senza l’ausilio di alcun macchinario; le stoffe usate sono il lino, il cotone ed il piquet; è specializzata nei lavori di intaglio, ricamo, punto a croce, dipinto su tessuto e lavoro all’uncinetto e ogni giorno spende 4/5 ore del suo tempo ma non sottraendole ai doveri di mamma (ha tre figli) e di moglie nei confronti del marito Rocco Larizza. Ci riferisce che alcuni lavori a mano non possono essere eguagliati dalle macchine, soprattutto quando la stoffa viene vista dalla parte posteriore e aggiunge:”i ricami che faccio devono piacere prima di tutto a me, faccio sempre pezzi unici, anche perchè è impossibile fare due volte lo stesso lavoro perfettamente uguale e preferisco usare le tonalità chiare, come il rosa, l’azzurro e il lilla. Ho realizzato opere sacre per le chiese e quando ho tempo partecipo pure ad eventi culturali; ho denominato questa attività Della Regina il telaio, in omaggio ad una mia bisnonna che di soprannome chiamavano la sua famiglia Li Rigienedhi”.

Un breve giudizio sull’autrice
Ammiriamo i suoi lavori non tanto dal lato tecnico che per noi è di difficile intellezione, ma soprattutto dal risultato e quindi dall’effetto che la loro vista suscita sull’animo umano sempre alla ricerca del Bello ideale! Sul bianco candore di una stoffa che rappresenta la purezza sia essa una tovaglia sacra o un lenzuolo o un abitino di un neonato, ecco il ricamo che le dà la vita, attraverso il disegno di un fiore, di un volatile o di una figura umana, con un effetto armo cromico, nel senso dell’armonia tra colori e forma, pur in una crasi discontinua, dove i valori tonali vengono tradotti in reticoli grafici più o meno fitti; insomma quello di Rossana, è un telaio che incasella cose e figure, dando a ciascuna la stessa evidenza delle altre. Hanno ragione a Napoli di usare il termine “ricamato”, sinonimo per loro di perfezione artistica quale risultato della percezione visiva dell’essere umano. Dopo una profonda ricerca e dopo aver visto e analizzato nei dettagli i lavori di questa autrice, ci convinciamo sempre più che il ricamo è un’arte, perché in una fusione equilibrata e complessa, contiene tutti gli elementi delle arti canoniche (Pittura e scultura) come la tecnica, l’estro, la fantasia e la originalità ma è pure vero ch’è sottovalutato nel mondo della cultura! E’ venuto il momento di salutarci con la nostra autrice pensando infine che merita molto di più ed anche per questo, abbiamo pensato di redigere un articolo esclusivo, affinchè rimanga traccia dell’interessante incontro di oggi quale incoraggiamento per il suo futuro e quello della sua famiglia.