Dalle mura della millenaria Certosa di Serra San Bruno mai si ruppe l’armonia del silenzio e della contemplazione. Avvenne soltanto nel dicembre del 1988 allorchè, dall’eremo che custodisce le reliquie del Santo Patriarca di Colonia, si alzò forte e dirompente l’urlo contro le stragi mafiose e la violenza. Piace riportare, fedelmente, l’appello dei bianchi monaci dopo 30 anni e, purtroppo, sempre attuale e non solo per la violenza mafiosa. (Mimmo Stirparo)
“Uomini della violenza, desistete dallo spargere il sangue del fratello. Temete il giudizio di Dio! Da più parti giungono alla nostra Certosa sollecitazioni a pregare e anche a diramare un appello, perché cessi la spirale di violenza che insanguina e scredita la Calabria e altre regioni dell’Italia meridionale. Dati i frequenti fatti di sangue che colpiscono ora anche zone non lontane dalla Certosa, abbiamo pensato di dare ascolto a codesti inviti, facendo un’eccezione alla nostra vita eremitica di silenzio e di solitudine, per imitare il nostro Patrono San Giovanni Battista nel far sentire la nostra umile e accorata ‘voce che grida nel deserto’. In questi ultimi tempi i Vescovi della Calabria hanno pubblicato a proposito di violenza un autorevole e paterno messaggio al quale ci associamo pienamente, ribadendo le gravi motivazioni con cui i vigilanti Pastori condannano severamente la delinquenza organizzata. Gravi sono le parole con cui i Vescovi ammoniscono i protagonisti della violenza per dissuaderli dai loro depravati disegni. ‘L’assurda strada che voi seguite non è degna di uomini civili, è segno di sottosviluppo culturale; il sangue del fratello grida vendetta al cospetto di Dio, attira su di voi la maledizione divina, distrugge la pace vostra e quella degli altri,ostacola ogni miglioramento sociale della Calabria proprio mentre si incomincia a prestare rispettosa attenzione ai suoi problemi; non potete più chiamarvi cristiani, perché l’amore fraterno e il perdono sono i segni che contraddistinguono i veri seguaci di Cristo’. La vita di noi certosini è tutta orientata e misurata secondo la verità della vita eterna; anzi è uno dei compiti delle Certose dare una testimonianza collettiva della reale esistenza della vita futura e delle verità ad essa connesse. È dunque giusto che nel nostro appello fraterno a voi, uomini responsabili della violenza, teniamo presenti soprattutto queste verità eterne, e di conseguenza vi ricordiamo e ammoniamo che l’omicidio è un peccato gravissimo, severamente condannato e punito da Dio. Pertanto se non vi pentite sinceramente e umilmente dalle uccisioni commesse, e continuate a versare il sangue dei vostri fratelli voi siete incamminati sulla via della perdizione. Tenete anche presente che, nel caso che voi uccidiate delle persone pur ‘esse macchiate di delitti, senza lasciar loro il tempo di fare un atto di pentimento, vi potete rendere responsabili della loro dannazione eterna. Inoltre, nell’ipotesi – Dio non voglia! – che anche voi stessi veniste uccisi, senza un vostro pentimento, nell’atto in cui perpetrate il vostro delitto – cosa non infrequente – quale non sarà la vostra sorte eterna? Noi che abbiamo fede, tremiamo di fronte a questa possibilità. Ma anche voi dovrete tremare, perché le verità eterne restano salde, sia che ci crediate o no! E non basta! Pensate all’immenso e inconsolabile dolore che arrecate alle famiglie delle vostre vittime, alle mamme, alle spose, ai figli…! Se avete un cuore umano, è impossibile che dopo il vostro delitto, possa albergare in esso la pace e che non sentiate per tutta la vita un amaro rimorso, come Caino dopo l’uccisione del fratello.
O Dio, è cosa veramente angosciosa e terrificante che in queste nostre regioni, ma anche altrove, possano succedere con tanta frequenza e con tanto sprezzo della vita umana, delitti così orribili e nefandi e che tutto questo avvenga principalmente per una male4detta bramosia del denaro!
Uomini della violenza, anche voi nostri fratelli in Cristo, noi vi supplichiamo per il vostro bene e per l’amore che vi portiamo: desistete dal male, non vi pervertano l’odio, il danaro, lo spirito di vendetta, la faida, la mafia; pentitevi, convertitevi, ascoltate la voce della vostra coscienza, che è la voce di Dio; salvate le vostre anime, salvate le anime dei vostri fratelli, temete i severi giudizi di Dio: chi di spada ferisce, di spada perisce! Cristo ci esorta ad amare il fratello, a perdonare al fratello, a dare la vita per il fratello. Voi invece stroncate la vita del fratello. Cessate di versare sangue e gettatevi come il figliol prodigo tra le braccia amorose del Padre celeste: la misericordia di Dio è grande, è infinita! Il Sangue di Cristo lava tutti i peccati del mondo; confidate senza timore in Gesù Crocifisso, come il ladrone pentito e sarete salvi. Certo, ci rendiamo conto che è da presuntuosi credere di poter arrestare con un semplice appello o con soli mezzi umani, questa feroce e tragica esplosione di violenza che travaglia la Calabria e tutto il Meridione. A ciò è estremamente necessario il soccorso divino, che non si può ottenere che con la preghiera e specialmente una preghiera impegnata a fare la volontà di Dio. Invitiamo perciò tutti gli uomini di buona volontà a innalzare delle ferventi preghiere a Dio, perché cessi nella nostra regione e altrove lo spargimento di sangue. La preghiera più adatta al nostro caso, e più efficace, è certamente quella insegnataci dallo stesso nostro salvatore. Il Padre Nostro. Padre Nostro: se dio è nostro Padre, siamo tutti fratelli e dobbiamo amarci da fratelli e non ucciderci; che sei nei cieli: è lassù la nostra vera patria: tutto dobbiamo subordinare alla vera vita, a quella eterna; sia santificato il tuo Nome: è nostro dovere di creature e di figli lodare il Signore, ringraziare il Signore; è nostro interesse invocare il Signore; venga il tuo regno: che è regno di pace, di giustizia, di verità, di amore, che non delude; sia fatta la tua volontà: o Signore, aiutaci a compiere sempre la tua Volontà, a osservare fedelmente i tuoi Comandamenti: ad amare Te con tutto il nostro cuore, ad amare il prossimo come noi stessi; come in cielo così in terra: allora regnerà la vera pace, la giustizia e il vicendevole amore anche sulla terra; dacci oggi il nostro pane quotidiano: assicura, o Signore, pane e lavoro a chi ne è privo, togli l’ingiusta sperequazione dei beni terreni, causa di tanti mali sociali; rimetti a noi i nostri debiti: siamo tutti peccatori, abbiamo tutti bisogno del tuo perdono; forse anche i nostri peccati personali sono una causa di tanti mali che oggi travagliano la nostra società. Signore perdonaci!; come noi li rimettiamo ai nostri debitori: insegnaci a perdonare sempre, come tu ci perdoni sempre, a non odiare, a non vendicarci, a non uccidere il nostro nemico, ma ad amarlo in Cristo, come un nostro fratello; non ci indurre in tentazione: o Signore, fa che la bramosia del denaro, lo spirito di vendetta, le perverse lusinghe del mondo, non ci seducano e non ci trascinino a compiere azioni malvagie in danno dei nostri fratelli; ma liberaci dal male: liberaci, o Signore, da ogni male, dal peccato, dalla disonestà, dall’orgoglio e l’egoismo, dalla cattiva amministrazione del bene pubblico, dalla ‘ndrangheta, dalla mafia, dalla camorra, dalla droga, dalla morte violenta e soprattutto dalla morte eterna.
Fratelli calabresi, è forse troppo chiedervi di recitare, ogni sera, in famiglia, intorno al desco della cena, un Padre Nostro con questi sentimenti?
Noi siamo fermamente convinti che così facendo, non tarderemo ad ottenere dal Signore le grazie che imploriamo. Maria Santissima e San Bruno, tanto venerati in Calabria, ci assistano e ci proteggano da ogni male. E così sia!