L’8 gennaio del corrente anno tornava alla casa del Padre Salvatore Procopio, chiamato “Procopiu di la Posta” dalla popolazione serrese. Classe 1929, originario di Centrache (CZ), si trasferì a Serra nel lontano 1954 per lavorare nella nostra posta all’epoca ubicata vicino la chiesa Matrice, sotto la direzione di Caterina Zaffino (Catarinuzza), sorella dell’illustre dott. Gabriele Zaffino. Per qualche anno abitò con la famiglia, costituita dalla moglie Luigina Ines Crispi e dal primogenito, da “Sara di li Cheli”per poi trasferirsi al primo piano dell’attuale posta. Galantuomo di altri tempi, se si potesse definire con uno slogan, don Salvatore, era simpatico e gentile “più dei suoi tre figli messi assieme” senza offesa a Gianfranco, Maurizio e Massimo. Essendo telegrafista e abitando sopra gli uffici, per lui non c’era orario di lavoro. Spesso e volentieri, anche di notte, veniva incontro agli utenti che avevano dimenticato di allegare un documento o integrare il contenuto delle lettere ricevute dagli altri impiegati durante la mattina: lui apriva i plichi, inseriva quello che mancava per poi rinchiuderli e farli partire con gli bus di linea il mattino seguente. Durante le elezioni comunali, provinciali e politiche, mosso dall’alto senso del dovere, scendeva una brandina dall’abitazione sovrastante gli uffici per trascorrere la notte al reparto telegrafico, con l’intento di distribuire con urgenza i telegrammi che giungevano dalla Prefettura e dalle Forze dell’Ordine. Aveva sempre presente quel senso etico riservato ai “vecchi servitori dello Stato”. Chissà quante notizie segrete belle e brutte sono passate dal suo telegrafo! Con naturalezza, con il fine di occultare la loro condizione e con un termine “da deformazione postale” (all’epoca tabù), chiamava i gay “ricetrasmittenti”, forse perché durante la loro attività prendevano e davano…! A noi amici di Gianfranco, allora adolescenti, ci dava buoni consigli per come ci dovevamo comportare nella società ma anche cosa dovevamo fare con le nostre coetanee per fare bella figura. A proposito dei suoi preziosi consigli, alle feste di ballo nella sua casa negli anni 70 organizzate dal figlio maggiore, dopo accordi preventivi, mentre stavamo ballando “alla mattonella”, spuntava una mano dalla porta semichiusa e spegneva la luce per darci il tempo di stringere un po’ di più e innocentemente le dame ballerine, mentre dopo una manciata di secondi un’altra mano l’accendeva! Era lui e Sarina, che essendo bambina, si divertiva a pescarci in flagranza! Adesso me lo voglio immaginare che si diverte e fa divertire i suoi coinquilini in Paradiso.
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