
Un vociare di bambini e ragazzi accompagnava quasi ogni domenica pomeriggio la preparazione alla proiezione dei “filmini” nella sala parrocchiale attigua alla Chiesa Matrice, per tutti noi: la Canonica.
Ricordo benissimo il caro don Vincenzo Samà, allora parroco della parrocchia San Biagio e promotore dell’iniziativa, sorridente e accogliente con tutti. All’ingresso non bisognava avere il biglietto: era gratuito e aperto a tutti. La saletta poteva contenere circa ottanta posti a sedere.
I ricordi pervadono la mia mente attraverso tutti i sensi. Sono ricordi olfattivi, uditivi, visivi di una bambina che dalla mano del suo papà e di suo fratello, si recava ad assistere agli spettacoli offerti dalla parrocchia. Ho la sensazione di sentire il cigolio delle sedie di legno che si aprivano e chiudevano, certamente non erano comodissime ma a me sembravano di gran lusso! Mi sembra di sentire ancora il rumore del proiettore che proveniva dalla finestrella sulla parete in alto. Mi chiedevo spesso da dove provenisse quel rumore e il fascio di luce che precedeva la proiezione del film e le immagini stesse. Un giorno, il volontario operatore, si decise di accogliere le mie richieste e mi fece visitare la piccola cabina da dove proiettava. Mio padre era il volontario operatore, da tutti conosciuto come “Turi lu pustinu”, da sempre assiduo frequentatore della parrocchia e molto amico di Don Vincenzo e di tutta la famiglia Samà. Ora, da adulta, dedita al volontariato, a guidare bambini e ragazzi attraverso i valori dello scautismo, mi rendo conto di quanto fosse importante il servizio svolto da mio padre e sono grata anche lui di averci regalato momenti di spensieratezza.
I film che venivano proiettati in canonica erano a carattere religioso, ricordo in modo particolare quello che raccontava la storia dei tre pastorelli di Fatima: una pellicola del 1952 con effetti speciali che allora sembravano perfetti, soprattutto per noi bambini e ragazzi di quegli anni abituati a poche e semplici cose.
Il cinema della canonica era molto frequentato; l’appuntamento era ormai fisso per le decine e decine di spettatori assidui o saltuari, ma tutti avevamo la possibilità di usufruire del servizio offerto dalla parrocchia. La domenica pomeriggio ci si recava a piccoli gruppi verso la saletta dove venivano proiettate le pellicole che il parroco fittava, regalandoci momenti di svago e spensieratezza, di conoscenza di mondi lontani, reali o fantastici.
Probabilmente il progetto portato avanti da Don Vincenzo Samà rientrava in un progetto della Chiesa che mirava a evangelizzare anche attraverso i mezzi di comunicazione.
In passato vi sono stati incontri e scontri tra la Chiesa cattolica e i mezzi di comunicazione, ma il cinema venne considerato un modo per diffondere il cristianesimo e i valori che ne derivano. La creatività del cinema era posta al servizio di quello che potremmo definire come un indottrinamento delle masse. L’allora nunzio apostolico Eugenio Pacelli, futuro Pio XII, intuì l’immenso potenziale del cinema per diffondere il cristianesimo.
Nel 1955 Pio XII si rivolse ai responsabili del mondo cinematografico per incoraggiarli a produrre opere che potessero diffondere il cristianesimo in maniera molto diretta. Nel 1954 era nato il Festival del cinema cattolico di Valladolid, noto attualmente come SEMINCI, il cui obiettivo principale era la diffusione dei princìpi e della morale cattolica. Credere nel potere istruttivo del cinema si concretizzò anche in incarichi come quello dato dalla Chiesa ad Augusto Genina affinché portasse sullo schermo la vita di Santa Maria Goretti con il film Cielo sulla palude, in cui descriveva il martirio della giovane.
A metà degli anni Quaranta fino agli anni Sessanta del XX secolo, la tematica cristiana attirò il pubblico, facendo sì che produttori europei e nordamericani proponessero nuovi progetti. In Spagna Marcellino Pane e Vino, di Vajda, ottenne un enorme successo.
Negli Stati Uniti, l’impulso di vari ordini religiosi e di ecclesiastici coinvolse registi e produttori. Tra le opere più conosciute, Il Re dei Re, La tunica, Barabba, nei quali recitarono stelle di Hollywood come Spencer Tracy, Gregory Peck, Humphrey Bogart.
Nel 1959 Papa Giovanni XXIII testimoniò l’importanza dei mezzi di comunicazione per la Chiesa con la creazione della Pontificia Commissione per il Cinema, la Radio e la Televisione. Con il Concilio Vaticano II si rafforzò, nel 1963, la dignità del cinema e del resto dei mass media e anche nelle successive encicliche a favore dell’evangelizzazione. Giovanni Paolo II dispose l’istruzione pastorale Aetatis Novae sulle comunicazioni sociali nel nuovo contesto storico. Successivamente, la Chiesa ha elencato i compiti dei nuovi media e spiegato come farne un utilizzo adeguato per il bene della dignità umana.
Durante il pontificato di Benedetto XVI, nel 2008 venne inaugurato il canale vaticano su YouTube, in cinque lingue, nel 2010 la Chiesa divenne “blogger” con il Vatican Information Service.
Ci spieghiamo ora il perché dei filmini della canonica che, probabilmente, rientravano nel progetto di evangelizzazione della Chiesa e che per noi era un appuntamento domenicale che rendeva possibile una socializzazione che per quei tempi non era proprio scontata.