Scrivere del maestro Leonardo Tassone è un compito arduo: esiguo lo spazio, troppi ricordi carichi della suggestione delle note dolcissime della sua zampogna o “pipita”.
Ci apprestiamo a vivere il secondo Natale senza le sue pastorali, senza la sua allegria che rendeva ancora più gioiosa la processione di Gesù Bambino nel quartiere di Terravecchia. Anche quella di San Rocco e di San Girolamo erano feste in cui Leonardo “si faceva sentire”. Le processioni in cui Leonardo figurava erano il cuore della festa.
Spadola vanta di aver dato i natali a Leonardo, l’11 novembre 1939. Ma Serra lo annovera tra i figli prediletti per la sua maestranza: espertissimo, fin da ragazzo, nella costruzione di zampogne e “pipite”. La stessa Serra lo piangerà il 13 dicembre 2013: uno stuolo di zampogne eleva nel plumbeo cielo di dicembre il suo inno di ringraziamento a uno zampognaro rinomato anche in altri angoli della Calabria.
Leonardo si ricongiunge al suo Signore il 13 dicembre, si è detto: giorno in cui la liturgia ricorda la martire siracusana Lucia, di cui lo stesso Leonardo si scoprirà essere devotissimo, come attesta il suo portafogli rinvenuto dalla figlia Maria ricolmo di immaginette della Santa. A Serra come in tutto il mondo, questa data segna l’inizio della trepidante attesa del Natale. Proprio le zampogne cominciano a farla da padrona. Leonardo, ormai stanco e prossimo alla dipartita dai suoi cari, chiede che gli zampognari chiamati dal comitato di Santa Lucia eseguano in casa sua una nenia. Il mattino seguente, Leonardo ci avrebbe lasciati: dall’anno scorso, mi piace immaginare che suoni la novena di Natale al cospetto di Colui che del Natale è il protagonista più importante.
Era così Leonardo: a volte un po’ burbero, ma con la “battuta” sempre pronta, con noi della Parrocchia sempre gentile e disponibilissimo. Il 6 gennaio, la tristezza per la fine delle feste natalizie solo Leonardo sapeva lenirla: era la gioia di noi ragazzi (mia, di Bruno suo amato nipote, di don Vincenzo, di Michele) quando poco prima della processione dava fiato ai suoi strumenti, radunandoci a raccolta sul sagrato della Matrice. E a volte, con Leonardo ci scappava pure qualche “abballata”… Trasaliva di gioia e passione quando parlava delle zampogne, che abbracciò in tenera età insieme al suo compaesano Gregorio Tassone. La celebre risposta di Leonardo alla presentatrice Mara Carfagna, in una “Domenica del Villaggio” di 10 anni fa, la dice tutta su questo maestro. Eppure, caro Leonardo, “la pelli” a noi non fa paura: tu sapevi renderla uno degli strumenti più belli che l’uomo posso aver creato dai primordi della storia della musica.
È difficile che una persona così non viva nel ricordo non solo di chi lo ha voluto bene, ma anche di chi lo ha conosciuto. Ne è prova la marea di gente che ha dato a Leonardo l’estremo saluto nella sua chiesa dell’Assunta.
È vero, Leonardo non c’è più. Eppure un modo per farlo rivivere nei cuori di tutti noi c’è, ve lo assicuro. Volete provare? Dunque, andate alla “Missa di l’aurora” durante la novena; recandovi in chiesa, pensate un po’ a lui e vi accompagnerà con le sue melodie. L’anno scorso, sentendo alcuni zampognari di mattina presto, ho detto a mia madre: “Passa Leonardu…”. Non era lui. Eppure vive…
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19 Maggio 2024