12 luglio 2013 -Alla stazione di Roma Termini un colto viaggiatore era in attesa del treno ma l’imprevedibile era in agguato tanto che, in seguito, questo sconosciuto personaggio ebbe a dire: Aspettando il treno, ho incontrato…
– Ecco la sua personale e diretta testimonianza:
“Da oltre tre decenni transito a Roma Termini innumerevoli volte per svariati motivi. Una volta la Stazione Ferroviaria era inospitale per la calca e per essere adibita a dormitorio, adesso è trasformata in un annichilente bazar, dove per contrasto vagano vecchine senza fissa dimora che sospingono carrelli colmi di ciarpame, resti d’averi che han vissuto tempi migliori. Nelle ore diurne, in alternativa alle tediose attese per le corrispondenze dei treni consiglio la visita della vicina Chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri ubicata nei giardinetti di fronte che si affacciano su Piazza dei Cinquecento; dietro alle onnipresenti bancarelle, i chioschi, i rivenditori di libri usati. Fu durante una lunga attesa che decisi di vagare nelle vicinanze della stazione e casualmente vidi questa splendida basilica. Si raggiunge costeggiando il viale che porta in Piazza della Repubblica o dell’Esedra. Tutto il complesso sorge sull’area, un tempo adibita alle Terme di Diocleziano dove, la mente eccelsa di Michelangelo, ha recuperato i resti in rovina della costruzione termale adattandoli a Tempio sacro. Una prima ricognizione esterna dell’edificio, fatta girando attorno all’isolato, lascia intravvedere imponenti manufatti d’epoca romana e successivi interventi di recupero ma, la sorpresa al visitatore, è rivelata varcando i portoni bronzei d’ingresso. L’ingresso principale è molto sobrio, passa quasi inosservato, incastonato com’è tra un muro rudere romano e una nicchia cilindrica di mattoni in muratura. Appena si entra, in alto a destra, la Statua di San Bruno scolpita fra il 1766 e il 1768 da Jean Antoine Houdon e poi all’interno i vari trompe-l’œil, grandi affreschi ed enormi dipinti; alcuni trasferiti dal Vaticano, ornano le vaste pareti. L’ingresso e la sagrestia sono spesso sedi di mostre espositive confacenti al luogo. Una prima zona, ricoperta da una cupola, è raccordata con un breve corridoio, opera del Vanvitelli, al grandioso e monumentale transetto che costituisce uno dei bracci dell’impianto a croce greca. Le tre sezioni centrali sono coperte in sobrie volte a crociera mentre le volte delle sezioni estreme, sono riccamente decorate e affrescate. Svariati ordini di colossali colonne, con elaborati capitelli di stile corinzio, contribuiscono a dare slancio verticale e aumentare il senso di grandiosità e, dall’interno, tutto appare minuscolo: le persone, i preziosi quadri che qui hanno trovato ricovero, le statue, gli altari; compresi gli intarsi marmorei del pavimento; dove troneggia il grandioso simbolo dell’Ordine Certosino sormontato da sette stelle. A parte qualche evento nuziale di rilievo, ai nostri tempi, questa basilica è tristemente nota per i ricorrenti funerali riservati alle vittime dei militari caduti in discutibili missioni di Pace, conferendole quell’aurea di solenne tragicità e partecipazione. La quasi totalità dell’area, a parte il museo e un pregevole chiostro con le celle dell’antica certosa che rasentano via Cernaia, è occupata da questa Basilica che, dopo San Pietro, è fra le più grandi di Roma. La storia ricorda che, dopo molte peripezie, che interessarono quattro secoli di tentativi, i Certosini raggiunsero il loro scopo; costantemente perseguito, di fondare una Certosa proprio qui: alle Terme di Diocleziano. Infatti, Il 27 luglio 1561, Pio IV emanava una Bolla con la quale stabiliva che sorgesse alle Terme una chiesa intitolata a S. Maria degli Angeli e concedeva l’Officiatura di essa ai Certosini di Santa Croce in Gerusalemme; un mese dopo si poneva in forma solenne la prima pietra. Con successivo Breve del 10 marzo 1562, ai Certosini, che avevano dimorato fin dal 1370 a S. Croce in Gerusalemme, il papa concedeva l’autorizzazione a trasferire la Certosa nel luogo scelto all’origine da Brunone di Colonia, cioè alle Terme di Diocleziano. L’intero complesso monumentale, col tempo, ha reso fruibili interessanti altre attrattive quali il Convento, il Chiostro dei Certosini d’impronta Michelangiolesca e il Museo Nazionale Romano. Tutto questo concorre a fare dell’attrattiva un’oasi di pace e di meditazione coniugando arte, bellezza e trascendenza spirituale in alternativa alle sfibranti attese nell’attigua Stazione Termini.
Posso concludere affermando che: aspettando il treno ho incontrato…San Bruno”
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