Diretto da don Vincenzo Barbieri ha entusiasmato il pubblico.
Organizzato dal Museo della Certosa, il Coro “Monserrato” si è esibito il 16 maggio alle ore 21 presso la nuova sala multimediale del Museo certosino. Nonostante questo singolare evento sia stato poco pubblicizzato e nonostante la tipica freddezza di alcuni serresi verso la filosofia dell’accoglienza, la sala era quasi gremita di persone interessate alla cultura “canora”. Dopo la breve presentazione degli speciali ospiti da parte del bravo e apprezzato direttore del museo Fabio Tassone, è intervenuto il noto Maestro corale don Vincenzo Barbieri ( oggi delegato regionale della musica sacra della Conferenza Episcopale della Calabria ) che ha illustrato ai presenti il valore spirituale dei canti gregoriani e la passione che contraddistingue le loro componenti. Non lo incontravo da un po’ di anni. Mi ha fatto un’impressione positiva. Senza più gli occhiali e nonostante la veneranda età, mi è apparso dall’aspetto giovanile ed energico “conditi” l’uno e l’altro dalla sua solita signorilità nel muoversi e nel parlare con tono caldo e suadente e con quel suo accento da “forestiero”. Il coro è costituito tutte da donne, elemento singolare specialmente per noi che siamo abituati a sentire i canti gregoriani con voce maschile. Ma andiamo alla cronaca. Le signore vestite in nero, sono entrate con passo elegante e leggero per portarsi sul palco; dai loro volti traspariva un’apparente calma sotto la quale cercavano di simulare un’estrema tensione prima della prestazione canora. Sono 14 elementi e ne mancavano due: Anna Monardo, Nancy Vono, Vincenza Mazzeo, M. Rosaria Malfarà, M. Antonietta Galati, M. Grazia Rizzuto, Maria Grazia Gullello, Rosetta Rizzuto, Caterina Pascale e Marisa Rizzuto, da Vallelonga; poi Concetta Tassone, M. Grazia Mazzillo di Spadola; infine Giuseppina Grenci ed Annalisa Mangiardi, da Brognaturo. Il Maestro di spalle alla platea ha concentrato lo sguardo su di loro ed ha “trascinato” dietro la sua voce quelle delle altre…nella sala un silenzio certosino confacente al sito dove eravamo seduti. Sono iniziati i canti ad una sola voce dolce e soave; l’atmosfera in sala è divenuta rarefatta; i più sensibili si sono persi nei meandri della psiche dei sentimenti. In quei momenti irrepetibili ho pensato ai lunghi e freddi chiostri medievali; al silenzio dei monasteri; al passo leggero e cadenzato delle suore; al respiro della preghiera estatica…i canti sono stati eseguiti con passione e maestria ad eccezione di qualche rara ed impercettibile “sbavatura vocale” dovuta all’ansia e alla stanchezza…alla fine applausi e complimenti a tutto il coro. I canti gregoriani appartengono al mondo delle specialità e rappresentano l’aspirazione umana a raggiungere la sublimazione dell’Amore verso il Signore. Il Coro “Monserrato” dovrà ancora affinarsi per partecipare alle competizioni nazionali e noi dobbiamo essere orgogliosi di loro e li dobbiamo aiutare a percorrere la strada del successo. Questo è il mio auspicio.