Non possiamo più stare a guardare
un mondo che muore.
Non possiamo più dire “non sapevamo”
mentre lo distruggevamo.
Non possiamo pensare “io non c’ero”
perché non è vero.
Possiamo fermarci un momento
ascoltare il lamento…
Il lamento
di un fiume deviato
di un monte sventrato
di un mare inquinato
di un cielo arrabbiato.
Dobbiamo fermarci un momento
ascoltare il lamento…
Il lamento
di un bimbo che viene alla luce
senza conoscere pace,
di un giovane che cerca vendetta
non ha più speranza né una via certa,
di un uomo che muore ferito dal dolore
perché hanno ucciso il suo amore.
Conviene fermarci un momento
ascoltare il lamento…
Siamo noi che piangiamo
e non ci ascoltiamo.
Prendiamoci il tempo e ripensiamo
a un mondo diverso, meno perverso:
noi siamo figli di questo Universo.
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