In fondo all’articolo troverete la rispettiva galleria fotografica.
“Ti chiedo il favore di trasformare questa valle; qui desidero un grande centro di spiritualità, dove le anime troveranno pace e ristoro. In questo luogo, Dio vuole aprire una finestra verso il cielo; qui, per la mia mediazione, vuole manifestare la Sua misericordia!” Sono queste le parole che la Madonna pronunciò a Fratel Cosimo Fragomeni, nel lontano 1968, apparendo su uno Scoglio, a Santa Domenica di Placanica, nel cuore della Locride, in provincia di Reggio Calabria. Quel luogo, è divenuto oggi meta di centinaia di migliaia di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. In merito, l’attuale arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, già pastore della diocesi di Locri – Gerace, ha detto: “Molti si pongono la domanda del perché tanta gente, da oltre quarant’anni continua a recarsi, costantemente, allo Scoglio. Notando l’ambiente circostante, le difficoltà viarie e la mancanza di opere d’arte o di svago” – ha continuato – “la risposta non può essere che unica: digitus Dei est hic, qui, in questo luogo, c’è il dito di Dio. Lo dimostrano la pietà dei fedeli, le code presso i confessionali, la preghiera silenziosa di fronte allo Scoglio della Vergine, il raccoglimento e il silenzio durante le celebrazioni sacre.” Intanto, il desiderio, dell’Immacolata Concezione è in fase di realizzazione. E’ già stata posata, infatti, proprio da monsignor Morosini, la prima pietra del santuario della Madonna dello Scoglio, benedetta da papa Francesco, che ha incontrato personalmente Fratel Cosimo, benedicendolo. Ciò segna un’altra tappa storica per l’opera fondata dall’uomo di Dio circa mezzo secolo fa. Opera riconosciuta dalla Chiesa con D.V. del 7 dicembre 2008. “Il santuario avrà una struttura che si fonderà e confonderà con l’ambiente e il paesaggio” – ha dichiarato il progettista, l’architetto Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza – “e sarà in grado di ospitare” – ha precisato – quasi cinquemila persone, soprattutto ammalati, diversamente abili e sofferenti.” L’undici maggio scorso, in occasione delle solenni celebrazioni in onore della Madonna dello Scoglio, alla presenza di una grande folla, l’allora vescovo della diocesi di Locri – Gerace, monsignor Morosini, aveva già benedetto una croce, fatta posizionare da Fratel Cosimo, nell’area dove sorgerà il santuario che, come ha ricordato il fondatore dell’opera mariana, “Sarà degno della Madonna e di tutti i Suoi devoti”. Mentre il mercoledì, il sabato e la domenica proseguono gli incontri pomeridiani di preghiera, con i sacerdoti e Fratel Cosimo, quest’ultimo vive sempre la sua vita in modo umile, schivo e riservato. Eppure i doni che ha sono straordinari e forse unici al mondo: profezia, introspezione, lettura dei cuori e delle coscienze, taumaturgia, consiglio, intelletto ecc. Anche la sua storia è straordinaria e particolarmente suggestiva. All’epoca delle apparizioni (la prima l’11 maggio 1968) appena diciottenne,. consegnò subito le relazioni dell’accaduto al parroco di Placanica, il compianto don Rocco Gregorace. Il sacerdote, che conosceva benissimo Cosimo Fragomeni e la sua famiglia, seguì con cura paterna il giovane, perché lo aveva visto crescere e conosceva la sua fede profonda, i suoi enormi sacrifici per percorrere a piedi le ore di strada che separano la frazione di Santa Domenica dalla chiesa di Placanica, con qualsiasi tempo e pericolo, attraversando spesso il torrente in piena, per arrivare sempre puntuale e ordinato alla messa domenicale. Da allora, un susseguirsi di eventi particolari e speciali hanno segnato la storia dell’opera mariana e l’evangelizzazione di Fratel Cosimo. Infatti, il suo ministero è stato accompagnato, sempre, da segni straordinari, ovvero grazie spirituali e fisiche, operate dal Signore, a molti dei pellegrini giunti allo Scoglio, per intercessione della Madonna e per la preghiera dell’umile uomo di fede. Negli archivi della comunità di preghiera, che lo segue da oltre vent’anni, ci sono relazioni dettagliate, corredate da referti medici, che evidenziano conversioni e guarigioni inspiegabili, scientificamente, da diverse malattie e infermità. Fra le tante testimonianze raccolte, si rilevano vocazioni sacerdotali maturate attraverso l’esperienza di preghiera dello Scoglio. Alcuni casi evidenziano conversioni dall’ateismo o dal settarismo, dopo che i protagonisti hanno avuto un colloquio privato con l’uomo di Dio. Molte persone sostengono di essere stati guariti per la preghiera o per la benedizione di Fratel Cosimo. Altri dopo essersi bagnati con l’acqua della fonte della Madonna, sgorgata sul luogo sacro su indicazione di Fratel Cosimo. Diverse persone hanno espresso di avere ottenuto una grazia, personale o per i propri cari, attraverso la semplice preghiera del santo Rosario. Altri sono guariti toccando la parte accessibile dello Scoglio dell’apparizione, posta a fianco dell’ingresso della cripta. “Un padre disperato,” – ha espresso a riguardo la scrittrice Imma Divino – “ha appoggiato alla roccia dello Scoglio un indumento da portare al figlio in coma per una pancreatine acuta, e il ragazzo è guarito.” Elencare tutte le testimonianze conservate allo Scoglio sarebbe impossibile: la casistica è vasta, quanto lo sono i mali che affliggono l’umanità. Ma fra le testimonianze emblematiche, non si può non citare quella di Rita Tassone, che va considerata la testimonianza vivente dell’amore e della potenza risanatrice di Dio. Se ci si reca a Santa Domenica durante gli incontri di preghiera del mercoledì, del sabato o della domenica pomeriggio non si può non notare una donna di mezza età, dotata di una energia e una vitalità invidiabili, che accoglie i pellegrini, li conforta e li aiuta. La donna in questione è Rita, oggi sessantaseienne, che all’età di trent’anni, venne ridotta all’ immobilità da un’osteomielite tifoide con sarcoma osseo. La scienza non poteva fare nulla. Rita era condannata a morire, dopo estenuanti sofferenze. Per tredici anni e sei mesi, in effetti, si ridusse prima sulla sedia a rotelle, perché il tumore le consumava, lentamente e inesorabilmente, le ossa, e poi su un lettuccio. Per cercare di lenire i dolori lancinanti era necessaria la morfina. Dopo tredici anni e sei mesi, quando ormai la morte era vicina, tant’è che il sacerdote le aveva somministrato il Sacramento dell’”Estrema Unzione” (come veniva definito a quel tempo), Rita venne trasportata dal marito e dai figli, disperati più di lei, allo Scoglio (che aveva iniziato a frequentare da qualche anno) alla presenza di Fratel Cosimo. Era il tredici agosto 1988. “Il viaggio fu durissimo” – ha espresso Rita – “e i dolori che provavo lancinanti. Più volte” – ha continuato – “mio marito fu tentato di riportarmi indietro. Ma alla fine siamo giunti presso lo Scoglio.” Emozionandosi, Rita racconta quindi, i momenti cruciali della sua guarigione: “Fratel Cosimo ha iniziato a pregare su di me e, a un certo punto, mi ha detto «In questo momento non sono io che ti parlo, ma è Gesù che ti ripete le stesse parole che ha detto al paralitico in Galilea: Alzati e cammi¬na!». Sollevata da una forza misteriosa,” – ha riferito ancora – “ho iniziato a volare senza toccare il suolo. A un certo punto è come se fossi stata deposta con i piedi per terra, all’esterno della stanza dove Fratel Cosimo mi aveva accolta e aveva pregato, ho cominciato a scendere i gradini del sagrato, sono andata verso lo Scoglio delle apparizioni e ho pregato. Poi ho risalito la scalinata, sono entrata nella cappella e sostato in preghiera davanti al quadro della Vergine Maria. Ma non mi rendevo conto di quanto stava avvenendo. Solo quando è terminato quello stato, che mi hanno detto si trattava di estasi, mi sono accorta del miracolo.” La notizia si diffuse rapidamente e la guarigione venne certificata dal suo medico curante e da altri medici. Rita venne così chiamata a testimoniare in diverse parrocchie, italiane ed estere. Fra le migliaia di testimonianze, va citata pure quella di Chiara Vescio, 57 anni, di San Mango D’Aquino, un centro calabrese della provincia di Catanzaro. Lei ha raccontato: “Sono sposata e ho due figli, a loro volta coniugati. Sono stata colpita da artrite reumatoide all’età di 25 anni e, per dieci anni ho sofferto dolori atroci che mi impedivano di muovermi. Non riuscivo a stare né in piedi e né seduta. Era una vita d’inferno. La malattia, degenerativa, mi aveva completamente bloccata dal bacino in giù. Soffrivo tantissimo e avevo forti bruciori al bacino e alle ossa delle gambe. Anche se prendevo farmaci di vario genere e facevo una puntura al giorno, non trovavo sollievo. Avevo il corpo segnato dall’assunzione di farmaci (chiazze violacee, arrossamenti ecc.).Per dieci lunghi anni ho sofferto come solo DIO sa. Poi nel 1995, venni a conoscenza dell’opera Madonna dello Scoglio e di Fratel Cosimo, considerato, da molti, uno strumento nelle mani di DIO. Così, accompagnata da mio marito, Rosario Ungaro, mi recai alla Madonna dello Scoglio, a Santa Domenica di Placanica, l’11 febbraio del 1995 in occasione della giornata mondiale del malato. In quell’occasione si svolsero tante belle funzioni sacre, venne celebrata la Santa Messa, si fece la processione con il Santissimo sacramento e, a un certo momento, Fratel Cosimo elevò al Signore la sua preghiera di intercessione per tutti i malati e i sofferenti, quindi per tutte le malattie e infermità. In quel momento che Fratel Cosimo pregava io ho sentito una fitta sul lato destro del bacino, proprio forte. Ho pensato ma cosa mi sta succedendo? Dopo un po’ mi sono resa conto che ogni dolore e ogni problema era sparito. Da quel momento sono stata bene e la malattia è scomparsa. La cosa strana e bella è che il giorno dopo mi sono accorta di non avere più segni, tipo chiazze violacee ed altro, nelle zone del corpo dove mi venivano praticate le punture. Era come se io non avessi mai fatto cure e come se io fossi stata sempre bene. Da allora ho condotto una vita normale con i miei figli e lavoro, in casa, in campagna e nel volontariato con una energia che non ha eguali. Ringrazio DIO, per questo, la Madonna dello Scoglio e Fratel Cosimo per la sua preghiera.” L’arcivescovo Bregantini, attuale pastore delal Diocesi di Campobasso, prima a Locri, ha paragonato l’opera mariana di santa Domenica come “La clinica dello Spirito” e Fratel Cosimo “un uomo di Dio al servizio della Chiesa”. Il 25 aprile scorso, poi, in una cornice all’insegna della preghiera e dell’alta spiritualità, a Santa Domenica di Placanica, si è registrata la straordinaria presenza dell’arcivescovo Antonio Ciliberti, venuto appositamente da Roma, per presiedere le sacre funzioni che caratterizzano i pomeriggi di preghiera del mercoledì e del sabato, allo Scoglio. Come sempre eloquente, sapiente e profondo, monsignor Ciliberti, che è stato il primo Vescovo ad avere sotto la propria cura pastorale l’opera mariana di Santa Domenica, che dalla giurisdizione della diocesi di Squillace era passata a quella di Locri – Gerace, ha espresso dei concetti e delle considerazioni molto importanti e profonde, durante la propria omelia. L’alto prelato ha, infatti, detto: “Lo Scoglio, come Lourdes e Fatima, è un luogo visitato dalla Madonna per favorire la riconciliazione delle anime con DIO ed è quindi dovere di ognuno l’impegno per perseguire e incarnare i valori che Ella ha testimoniato, nella propria vita, facendosi perfetta imitatrice di Cristo.” Proseguendo, l’arcivescovo emerito ha espresso: “Il caro Fratel Cosimo è lo strumento docile alla scuola di Maria per portare anime a Suo figlio Gesù”. Giunto a Santa Domenica di Placanica, l’arcivescovo, ha visitato, manifestando grande apprezzamento, l’Opera fondata da Fratel Cosimo, accompagnato dal coordinatore generale, dottor Giuseppe Cavallo, da altri membri della comunità e del gruppo giovanile di apostolato e preghiera, “I testimoni del Santo Rosario”, fondato da Fratel Cosimo, e con la scorta di due agenti della Polizia di Stato, del Commissariato di Siderno. In passato, l’alto prelato, ha sempre viaggiato sotto scorta, per le sue nette, coraggiose e decise posizioni assunte, sia contro i sequestri di persona, che avvenivano con frequenza, nella Locride, al tempo in cui lui guidava la Diocesi, sia contro i gruppi di potere, di qualsiasi genere e natura, che si annidavano anche all’interno di realtà sociali, politiche ed ecclesiali. All’epoca furono esplosi diversi colpi di arma da fuoco contro l’episcopio locrese. Ritornando, comunque, alla visita di Santa Domenica, monsignor Ciliberti, dopo aver guidato la processione con il Santissimo Sacramento, al momento della concelebrazione eucaristica, era attorniato da diversi sacerdoti fra i quali: padre Rocco Spagnolo, superiore generale dei padri missionari dell’evangelizzazione, comunità fondata dal compianto padre Idà, in odore di santità; don Marius, parroco di Mirto – Donisi di Siderno; don Antonio Finocchiaro, con; padre Raffaele Vaccaro, assistente spirituale della comunità Madonna dello Scoglio. A conclusione dell’intenso pomeriggio di preghiera, fra l’entusiasmo delle migliaia di persone convenute all’incontro, da ogni regione, l’arcivescovo si è pure compiaciuto nel constatare che, come sempre, allo Scoglio, si notano interminabili file di persone, per le confessioni e ha dichiarato: “L’opera Madonna dello Scoglio è molto importante per l’intera Chiesa e Fratel Cosimo è un docile strumento nelle mani di Dio per irradiare la Verità della Sua Parola”.
{module [555]}
NOTIZIE UTILI
Alla Madonna dello “Scoglio” gli incontri di preghiera si svolgono ogni mercoledì, sabato e domenica pomeriggio dalle ore 14,00 (nel periodo invernale) e dalle 16,00 nel periodo estivo. La domenica la Santa Messa viene celebrata anche alle ore 11,00. Il programma degli incontri di preghiera con i sacerdoti e Fratel Cosimo, prevede: i colloqui personali, privati, delle 100 persone che si prenotano, per parlare con l’uomo di Dio, personalmente e singolarmente (tranne marito e moglie che si possono prenotare in coppia) e ricevere consigli spirituali e conforto, oltre che una benedizione; la preghiera del Santo Rosario; il pio esercizio della Via Crucis; la processione con Santissimo Sacramento; la concelebrazione eucaristica; la preghiera di intercessione di Fratel Cosimo; la breve processione mariana (fiaccolata). Ogni primo sabato del mese si svolgono, inoltre, degli incontri particolari di preghiera, con un’articolazione programmatica diversa e vengono presieduti sempre dal vescovo della Diocesi di Locri – Gerace così come il 10 e 11 febbraio, in cui si celebra la giornata mondiale del malato e il 10 (vigilia) e 11 maggio, giornata più speciale e importante dell’anno per la ricorrenza della prima apparizione della Madonna. Attualmente il Vescovo è monsignor Francesco Oliva, nominato da papa Francesco. Monsignor Oliva ha definito l’Opera Madonna dello Scoglio un luogo “mistico” e Fratel Cosimo uno strumento ecclesiale prezioso e importante nelle mani di Dio. Fra le cose da evidenziare c’è il fatto che il volto della Madonna (che si vede nell’immagine seguente) si è formato, miracolosamente, da solo. Il quadro con tale effige è custodito nella chiesa adiacente lo Scoglio delle apparizioni.
Per Informazioni: www.madonnadelloscoglio.com