La ricerca del lavoro è diventata il problema principale per le attuali generazioni. Continuamente, infatti, sentiamo parlare di giovani che non hanno lavoro: laureati che non hanno un lavoro fisso, diplomati in cerca della prima occupazione, decine di ragazzi che disperatamente vanno via dall’Italia per cercare di costruirsi un futuro. Come dovremmo comportarci di fronte a un problema del genere? Come si può risolvere ciò che sembra irrisolvibile? Pensiamo ai nostri nonni che un tempo sono dovuti andar via per procurarsi da vivere e noi, non volendo ripetere il loro stesso esempio, avvertiamo la difficoltà di vivere nel nostro paese perché crediamo che non ci offra tutte le possibilità che potremmo sfruttare. Nonostante ciò il rapporto giovani-lavoro non è molto chiaro, perché ognuno di noi ha la propria concezione di lavoro: ci sono quei ragazzi che determinati lavori si vergognano di farli perché troppo umili, altri invece che pur di avere uno stipendio si adattano a fare qualunque cosa, coscienti di non amare ciò che fanno.
Tutti ci incitano a studiare perché solo in questo modo abbiamo la possibilità di creare il nostro futuro per trovare un lavoro più qualificato. Pur essendo consapevoli di ciò però non siamo sereni perché sentiamo di non avere punti di riferimento, di non avere prospettive di crescita e spesso è lo sconforto a prevalere.
Spesso mi chiedo cosa sarà di me una volta terminato il mio percorso di studi e, nonostante le cose non sembrino troppo rosee, sono certa che con costanza, impegno e determinazione raggiungerò i miei obiettivi. Questo mi sento di dire ai miei coetanei: studio, impegno e determinazione per raggiungere ed ottenere ciò che sogniamo.
Scritto da Simona Masciari, Istituto Einaudi Serra San Bruno, classe IV B A.F.M. (Articolo a cura della professoressa Clara Grillo).