È nata esattamente 20 anni fa, quando alla guida del Santuario regionale vi era don John Betancur. La rivista “San Maria del Bosco” festeggia il traguardo raggiunto e si consolida grazie ad “una giusta e preziosa squadra e nonostante le intemperie dei tempi, le gelosie e il tentativo vano di sgambetti altrui”. Ad illustrare il lancio del primo numero di quest’anno, durante un’apposita conferenza stampa svoltasi nella sala Giunta, è stato il “regista” dell’operazione Domenico Calvetta che ha preliminarmente ringraziato “i collaboratori volontari del giornale, gli sponsor e i segnalatori esterni che ci danno le informazioni utili e necessarie”. “La rivista – ha spiegato Calvetta – è trimestrale e coincide con le stagioni e le feste che cadono nell’anno solare: la prima rivista sarà presente il prossimo Giovedì Santo, corrisponde alla primavera e quindi alla Pasqua; la seconda verrà pubblicata in luglio, quindi in estate per la festa di Ferragosto; la terza in autunno e quindi coincide con la festa di San Bruno; la quarta coincide con l’inverno e quindi con il Natale”. Invece ogni settimana, sul sito e sui gruppi che appartengono alla rivista, vengono pubblicati articoli, comunicazioni, segnalazioni dei lettori, servizi fotografici. Gli scopi del giornale sono “la promozione del territorio e la ricerca della bellezza in senso lato in tutti i campi e settori: storia locale, tradizioni, foto ed immagini, arte, recupero del dialetto serrese e calabrese”.
In riferimento alla copertina del primo numero annuale, dopo una cernita su una ventina di proposte, è stata scelta “un’immagine forte e drammatica della deposizione di Cristo dalla Croce dipinta dal grande Caravaggio. Un Cristo uomo morto privo della sua sacralità come ogni essere umano, un cadavere martoriato da ematomi e ferite sanguinanti che davvero rappresentano la sofferenza di questo mondo. La sua resurrezione – ha spiegato Calvetta – è lontana ed impensabile per il suo autore perché oggi come allora il mondo macina male, malattie, distruzione e infelicità. Ma la pecularietà di essa è il nesso speciale che lega questa opera alla serresità, nel senso che è stata materialmente dipinta e riprodotta, con elementi aggiuntivi e originali, dal noto artista
Vitantonio Tassone e poi però ricollocata e posizionata con finezza grafica da Marco Calvetta in un contesto diverso da un museo, appunto come copertina-vetrina di un giornale, evidenziando così la potenza della scenografia”. Scendendo nei dettagli, Calvetta ha sottolineato che “per alcuni autori la Morte era liberazione e sublimazione, mentre per il Caravaggio è soltanto la fine del percorso terreno, l’enimma della tomba. Il Cristo è morto ed è privo della sua divinità. In questo dipinto la Resurrezione è lontana anzi non esiste. Non è più il Cristo uomo pieno di vita che aveva fatto i miracoli, che aveva resuscitato Lazzaro o che baciava la Maddalena sulle labbra fra la gelosia degli altri discepoli. È un cadavere come tutti gli altri. I 5 personaggi presenti, illuminati da un luce potentissima riflessa che investe le loro sagome, plasticamente effigiate in una cromatura armonica che colpisce anche il semplice spettatore. Affiora nei volti un dolore e una disperazione composte, le braccia rivolte ad un cielo nero che non può rispondere”. (prosegue dopo la copertina)
Va inoltre precisato che i contenuti del giornale sono volti alla promozione culturale del territorio e costituiscono un invito alla nuove generazioni di tornare a leggere libri e giornali e a scrivere anche di pugno.
Alla conferenza è intervenuto il sindaco Alfredo Barillari che ha evidenziato “l’importanza dell’iniziativa culturale” riconoscendo alla rivista “il merito di divulgare informazioni e riflessioni rafforzando l’identità del territorio”.
Presenti – oltre ai rappresentanti della redazione del giornale Domenico Calvetta, Maurizio Onda e Antonio Franzè – anche diversi esponenti di associazioni locali: Domenico Dominelli e Bruno Pisani per “Incrociamenti”, Bruno Tozzo “Civitas Bruniana”; Maria Gabriella Letizia, Francesca Scordo e Cristoforo Scordo per “Terre Bruniane”; Angela Ciconte per “Femmina” Angela Ciconte; Franco Giancotti per la Pro Loco.