Purtroppo nel corso degli anni Serra San Bruno ha perduto, in seguito a furti e malversazioni, parte della sua memoria storica. Ladri senza scrupoli hanno privato il centro storico di un cherubino alato di grande qualità artistica, monumento nazionale catalogato dalla Soprintendenza, recentemente attribuito ad Innocenzo Mangani, parte integrante del palazzo Amato, con vincolo monumentale del 1910, interamente costruito con pezzi di provenienza certosina; di un busto marmoreo a grandezza naturale raffigurante il cappellano Don Giuseppe Salerno (Serra, 1816–1889), opera dello scultore serrese Giovanni Scrivo (Serra, 1868 – 1933) già nel cimitero e di alcune testine marmoree d’angelo che erano ubicate sulle facciate di due case dei quartieri Schiccio e Zaccano. Ma la storia dei furti è lunga e dolorosa: la chiesa dell’Addolorata era già stata privata, il 14 gennaio 1970, di un quadro dipinto da Salomone Barillari raffigurante David con la cetra. Successivamente sparirono il bastone d’argento della statua di san Francesco di Paola, situata nella prima cappella della navata destra della chiesa matrice, tutti i rosari in filigrana d’argento che le statue dei santi della chiesa matrice avevano in mano. Il 4 aprile 1979 un furto sacrilego impoverì la chiesa dell’Addolorata. Riportiamo un allegato alla deliberazione confraternale che ha ormai un interesse storico. È una lettera spedita al Vescovo Mons. Fares dall’allora Priore dell’Arciconfraternita, Cesare Barillari: «Allegato alla Delibera n° 4 del 5 aprile 1979 Serra S. Bruno li 9 aprile 1979 Eccellenza Reverendissima Sono spiacente di dover notificare alla Ecc/za Vostra un furto sacrilego perpetrato la notte del giorno 4 c. m. nella Chiesa della Congrega di Maria SS. Dei Sette Dolori. I ladri, penetrati in seguito a scasso della porta posteriore della sagrestia, hanno asportato gli oggetti di cui allego elenco dettagliato. Del furto è stata sporta regolare denunzia all’arma dei Carabinieri nella stessa mattinata. Abbiamo ritardato nell’informare la Ecc/za Vostra, perché abbiamo dovuto inventariare gli oggetti mancanti. Con osservanza Il Priore della Congrega Cesare Barillari. Elenco nominativo degli oggetti asportati da ignoti dalla chiesa di Maria SS. Dei Sette Dolori, nella notte del 3 aprile 1979: I) Ostensorio argenteo del 1800 circa, lasciato dal Can. Anselmo Tedeschi 2) N° 8 calici di cui 4 d’argento con coppa dorata= 3) Croce astile d’argento proveniente dalla vecchia certosa= 4) Aspersorio d’argento con secchiello= 5) Turibolo argenteo con due navicelle= 6) Cristo ligneo asportato dalla croce= 7) Pala (macchietta) raffigurante l’Addolorata da una parte e il Calvario dall’altra = 8) Piviale in lamina d’oro bianco= 9) N° 4 candelabri di stile Egiziano= 10) Pastorale vescovile d’argento= 11) Reliquiario con reliquia della Madonna, con medaglione sorretto da un angelo= 12) Copritavolo rosso= 13) N° 2 pinze isolanti= 14) Grossa valigia di cartone color marrone= Il Priore Cesare Barillari».
Il 16 novembre 1982 un altro furto sacrilego privò Serra San Bruno del suo grande ostensorio detto “la spera randi” e di altri oggetti. La deliberazione è ancora una volta puntuale e dettagliata: «Delibera N° 30 Oggetto: Furto ed elenco oggetti trafugati nella chiesa del nostro sodalizio il 16 novembre 1982. L’anno 1982 il giorno 4 del mese di Dicembre il governo si è riunito per discutere e deliberare sull’argomento in oggetto. Sono presenti 1) Dott. Francesco Palermo Priore 2) Franco Giancotti 1° Consultore 3) Pisani Giuseppe 2° Consultore 4) Letizia Mario Tesoriere 5) Michele Natale Vice Tesoriere 6) Stilo Dionigi Segretario. Il Priore con grande amarezza e commozione illustra ai presenti le modalità che hanno usato i ladri sacrileghi gli per asportare gli oggetti sacri di seguito elencati dalla nostra chiesa. E dopo aver ribadito quanto già dichiarato alla Magistratura, che cioè nessuno dell’Amministrazione sapeva che l’ostensorio (Spera Randi) della Chiesa Matrice si trovava nella nostra Chiesa, fa l’elenco degli oggetti di proprietà della nostra Arciconfraternita trafugati. E sono: 1°) N° 1 Calice dorato – 2°) N° 1 Incensiere e porta incenso in argento – 3°) N° 1 Pisside in argento custodita nel tabernacolo. 4°) N° 1 Angioletto in bronzo dorato portante un calice in mano situato sopra il Tabernacolo – 5°) N° 1 Cristo in avorio inchiodato in croce- 6°) N° 1 statua in argilla raffigurante la Madonna Assunta in Cielo situata dentro una campana di vetro […]».
In conclusione: la speranza di ritrovare questi oggetti non è del tutto perduta: attraverso la rete internet ciò che va a finire sul mercato antiquario prima o poi gira e riconoscere le opere d’arte non è difficile. Se qualcuno li detiene illegalmente in casa propria prima o poi avrà voglia di disfarsene, e non potrà tenerli chiusi senza farli vedere a nessuno, perché non avrebbe senso. L’importante è tenerne viva la memoria. Il tempo è galantuomo, i ladri no.
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