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Rivista Santa Maria del Bosco - Serra San Bruno e dintorni

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Il cruciverba in serrese

Gioacchino Giancotti
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Bruna Marino tra “ Le cose della vita” si nutre di “Sensazioni e Sentimenti”.

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Un itinerario poetico con pagine memoriali e confidenziali che denudano un’anima tesa a donare messaggi di fede, d’amore e di alta spiritualità.

Sensasioni e sentimenti b. marino
Continuano, meritatamente, a riscuotere prestigiosi successi letterari ed editoriali i poeti ospiti della nostra Pagina della Poesia. Dopo Palmina Barletta, Mariella Curigliano, Noela Firmian, Nicola Gullo, Mimmo Nardo, Antonio Nicoletta e Bruno Agostino Tassone ancora una volta la serrese Bruna  Marino si erge a protagonista della poesia.  In questi giorni alla sua già  ricca collana ha aggiunto due preziose perle: la silloge di quindici componimenti “ Le cose della vita” inserita nell’antologia dal titolo Suroit dell’Editore Aletti di Roma e la raccolta “Sensazioni e Sentimenti” per i tipi della  Kimerik di Patti. 

Il primo lavoro pensato per la collana “Parole in fuga – Poeti del nuovo millennio a confronto” mette insieme  la poesia della Marino con altri  cinque poeti di gran vaglia: Paolo Gentili e Alfredo Guarino entrambi  di Napoli,  Luca Merra di Verona, Emilio Sessa di Cosenza e Paolo Tardelli di Lucca. Scrive l’Editore, in prefazione, che l’antologia vuole essere “l’unione di sei autori al cospetto del lettore, come su di una virtuale linea di partenza, ognuno con le proprie caratteristiche da annunciare con la versificazione” e sono, comunque tutti “versi figli della pagina bianca e della solitudine, come si conviene all’educazione poetica, che cercano comunione prima e comunicazione poi.” Tra questa bella schiera di poeti, la poetessa di Serra San Bruno di distingue per la sua maturità espressiva, per la ricchezza dei temi, per l’alta liricità dalla quale emergono significativamente fede e ragione. Piace ripetermi quando dico che  nessun verso è costruito, nessun suono risente di vocaboli messi lì per accattivarsi la simpatia del lettore. Leggendo, fra le altre, la lirica Dormi, ispirata dalla tragedia del piccolo siriano Aylan, ci si trova davanti a poesia di straordinaria potenza che, pur se velata da pianto silente, si alza chiara per esprimere sentimenti ed emozioni, “ Dormi su quella spiaggia/affollata di profughi/ dormi nelle braccia pietose/ di un soldato a te sconosciuto: Dormi…/ Ma il tuo sonno è vuoto…” Ed ancora. In Freddo abbraccio del Mediterraneo si racconta con alta liricità tutta la drammaticità del nostro tempo: “[…]Stipati come bestie,/l’uno di fianco all’altro./Negli occhi la speranza/di una vita migliore./Nel buio silenzio/si alza sommesso/un canto di speranza/subito tacitato dai mercanti senz’anima…”/

Sfogliando qua e là, pagina dopo pagina, da  Emozioni a Piccole cose della vita a Voce di Mamma e altre, leggiamo versi dalla forma snella, elegante, sinuosa e musicale, che veicolano un contenuto di riflessione sull’esistenza che si dispiega in un canto ora malinconico, ora amaro e disincantato, ora nutrito di speranza e mai sentenzioso. 

La raccolta “Sensazioni e Sentimenti”, in bella veste tipografica, “nasce da un profondo sentimento d’amore e stima di un marito verso sua moglie e di un figlio verso sua madre….tutte poesie che [la poetessa serrese] ha scritto negli anni, maturando consapevolezze, abbracciando emozioni e ispirando sogni…una raccolta di splendidi versi che grazie a Rico e Antonio vedono la luce regalando all’amata Bruna un sorriso che sa di casa” come recita la 4^ di copertina. È una silloge in cui l’interiorità dell’autrice si appella ad un mondo di ricordi entro cui emergono gli affetti più immediati: un mondo che rivisita con profonda nostalgia, che le urge dentro e che si porta dietro con viva compartecipazione. “La carezza di una madre…/il sorriso di un bambino…/la luna che spunta la sera…/L’affetto di un abbraccio/Perché quando tutto è trascorso/ ti guarderai indietro/ e ti renderai conto/ di quanto tutto/ era Grande.”  Di fronte all’inesorabile scorrere del tempo, all’ineluttabile decadimento di tutte le cose, la Marino recupera la memoria e viaggia sui binari della delicata ed elegiaca rievocazione. Rifugge la durezza del rimpianto, però, ed il lascito melanconico dei ricordi si trasforma in dolce rivisitazione del suo passato: “…I ricordi scorrono nella mia mente/ come un fiume in piena./ ricordi dolci…/ricordi amari…/ acque tumultuose/ acque chete./ Tutto scorre come in un film…” La poetessa ci prende per mano con delicatezza, ci invita a seguirla per le strade dell’amore, della sofferenza, dell’inganno, dell’indifferenza e ci  conquista perché lascia scoprire tesori di inestimabile valore che, ai più, ai distratti, apre gli occhi su una realtà che non va trascurata: “Tutte le mattine/ è lì…/lì seduto…/solitario/…Osserva il mondo che gli scivola/davanti indifferente/…” Mi piace concludere ribadendo che Bruna Marino, con queste due pubblicazioni ed altri versi inediti, continua il suo itinerario poetico con pagine memoriali e confidenziali che denudano un’anima tesa a donare messaggi di fede, d’amore e di alta spiritualità. Insomma niente di idillico, ma tutto scopertamente trattenuto con composta misura, senza enfasi né sdolcinati abbandoni, ma ritagli di un mondo che si porta dentro come segreti di favole antiche.

Un itinerario poetico con pagine memoriali e confidenziali che denudano un’anima tesa a donare messaggi di fede, d’amore e di alta spiritualità.

Continuano, meritatamente, a riscuotere prestigiosi successi letterari ed editoriali i poeti ospiti della nostra Pagina della Poesia. Dopo Palmina Barletta, Mariella Curigliano, Noela Firmian, Nicola Gullo, Mimmo Nardo, Antonio Nicoletta e Bruno Agostino Tassone ancora una volta la serrese Bruna  Marino si erge a protagonista della poesia.  In questi giorni alla sua già  ricca collana ha aggiunto due preziose perle: la silloge di quindici componimenti “ Le cose della vita” inserita nell’antologia dal titolo Suroit dell’Editore Aletti di Roma e la raccolta “Sensazioni e Sentimenti” per i tipi della  Kimerik di Patti.

Il primo lavoro pensato per la collana “Parole in fuga – Poeti del nuovo millennio a confronto” mette insieme  la poesia della Marino con altri  cinque poeti di gran vaglia: Paolo Gentili e Alfredo Guarino entrambi  di Napoli,  Luca Merra di Verona, Emilio Sessa di Cosenza e Paolo Tardelli di Lucca. Scrive l’Editore, in prefazione, che l’antologia vuole essere “l’unione di sei autori al cospetto del lettore, come su di una virtuale linea di partenza, ognuno con le proprie caratteristiche da annunciare con la versificazione” e sono, comunque tutti “versi figli della pagina bianca e della solitudine, come si conviene all’educazione poetica, che cercano comunione prima e comunicazione poi.” Tra questa bella schiera di poeti, la poetessa di Serra San Bruno di distingue per la sua maturità espressiva, per la ricchezza dei temi, per l’alta liricità dalla quale emergono significativamente fede e ragione. Piace ripetermi quando dico che  nessun verso è costruito, nessun suono risente di vocaboli messi lì per accattivarsi la simpatia del lettore. Leggendo, fra le altre, la lirica Dormi, ispirata dalla tragedia del piccolo siriano Aylan, ci si trova davanti a poesia di straordinaria potenza che, pur se velata da pianto silente, si alza chiara per esprimere sentimenti ed emozioni, Dormi su quella spiaggia/affollata di profughi/ dormi nelle braccia pietose/ di un soldato a te sconosciuto: Dormi…/ Ma il tuo sonno è vuoto…” Ed ancora. In Freddo abbraccio del Mediterraneo si racconta con alta liricità tutta la drammaticità del nostro tempo: “[…]Stipati come bestie,/l’uno di fianco all’altro./Negli occhi la speranza/di una vita migliore./Nel buio silenzio/si alza sommesso/un canto di speranza/subito tacitato dai mercanti senz’anima…”/

Sfogliando qua e là, pagina dopo pagina, da  Emozioni a Piccole cose della vita a Voce di Mamma e altre, leggiamo versi dalla forma snella, elegante, sinuosa e musicale, che veicolano un contenuto di riflessione sull’esistenza che si dispiega in un canto ora malinconico, ora amaro e disincantato, ora nutrito di speranza e mai sentenzioso.

La raccolta “Sensazioni e Sentimenti”, in bella veste tipografica, “nasce da un profondo sentimento d’amore e stima di un marito verso sua moglie e di un figlio verso sua madre….tutte poesie che [la poetessa serrese] ha scritto negli anni, maturando consapevolezze, abbracciando emozioni e ispirando sogni…una raccolta di splendidi versi che grazie a Rico e Antonio vedono la luce regalando all’amata Bruna un sorriso che sa di casa” come recita la 4^ di copertina. È una silloge in cui l’interiorità dell’autrice si appella ad un mondo di ricordi entro cui emergono gli affetti più immediati: un mondo che rivisita con profonda nostalgia, che le urge dentro e che si porta dietro con viva compartecipazione. “La carezza di una madre…/il sorriso di un bambino…/la luna che spunta la sera…/L’affetto di un abbraccio/Perché quando tutto è trascorso/ ti guarderai indietro/ e ti renderai conto/ di quanto tutto/ era Grande.”  Di fronte all’inesorabile scorrere del tempo, all’ineluttabile decadimento di tutte le cose, la Marino recupera la memoria e viaggia sui binari della delicata ed elegiaca rievocazione. Rifugge la durezza del rimpianto, però, ed il lascito melanconico dei ricordi si trasforma in dolce rivisitazione del suo passato: “…I ricordi scorrono nella mia mente/ come un fiume in piena./ ricordi dolci…/ricordi amari…/ acque tumultuose/ acque chete./ Tutto scorre come in un film…” La poetessa ci prende per mano con delicatezza, ci invita a seguirla per le strade dell’amore, della sofferenza, dell’inganno, dell’indifferenza e ci  conquista perché lascia scoprire tesori di inestimabile valore che, ai più, ai distratti, apre gli occhi su una realtà che non va trascurata: “Tutte le mattine/ è lì…/lì seduto…/solitario/…Osserva il mondo che gli scivola/davanti indifferente/…” Mi piace concludere ribadendo che Bruna Marino, con queste due pubblicazioni ed altri versi inediti, continua il suo itinerario poetico con pagine memoriali e confidenziali che denudano un’anima tesa a donare messaggi di fede, d’amore e di alta spiritualità. Insomma niente di idillico, ma tutto scopertamente trattenuto con composta misura, senza enfasi né sdolcinati abbandoni, ma ritagli di un mondo che si porta dentro come segreti di favole antiche.
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