Il Prof. Giuseppe Caridi, Ordinario di Storia Moderna all’Università di Messina, il 19 febbraio 2015 al Convitto Nazionale Filangieri di Vibo Valentia ( anche sede dell’Istituto Dante Alighieri ), dopo una breve presentazione dell’On. Domenico Romano Carratelli, ha illustrato magistralmente il suo nuovo saggio storico sul monarca borbone di grande interesse per la storia meridionale del 700’ ( Salerno Editrice ). Saggio che è stato scelto da una commissione di studiosi italo-amercicani per partecipare al nuovo e prestigioso Premio Bridge 2014 per la saggistica italiana ( insieme ad altri quattro ), organizzato, fra gli altri, dalla Ambasciata Italiana negli Stati Uniti, dall’Ambasciata Americana a Roma e dalla Casa delle Letterature del Comune di Roma. A fine settembre verrà scelto il vincitore. Ma quale è il giudizio della storiagrafia contemporanea sulla figura di Carlo III?
“Già re di Napoli e Sicilia dal 1734 al 1759, Carlo III di Borbone è stato poi per quasi un trentennio dal 1759 al 1788 re di Spagna e ha ricoperto un ruolo di primo piano nella stora europea del secolo XVIII. Sulla figura e l’opera del sovrano borbonico esiste una vasta bibliografia che tuttavia non ne ha seguito in modo uniforme le vicende ma, a seconda del particolare interesse degli autori, si è esclusivamente o prevalentemente soffermata su uno dei due periodi della sua vita. Al Regno di Napoli e Sicilia ha dedicato infatti la sua attenzione la storiografia italiana, laddove invece quella iberica ha incentrato il proprio interesse soprattutto sul Regno di Spagna. Pur presentando ovviamente sostanziali differenze, nelle due fasi della vita di Carlo III si può tuttavia cogliere un filo conduttore rappresentato dalla graduale maturazione politica che lo avrebbe portato negli ultimi anni, grazie alla collaborazione del Floridablanca – uno dei maggiori ministri dell’illuminismo europeo a cui aveva affidato la guida del governo – ad accentuare in Spagna l’attività riformistica intrapresa già a Napoli durante il governo del Montealegre e bloccata dalle forti resistenze dei ceti privilegiati”.
Per quanto riguarda il venticinquennio napoletano, gli studiosi sono concordi nel riconoscere al sovrano borbone la realizzazione dei siti reali ed in particolare la reggia di Caserta; l’impulso alla pregiate manifatture d’arte, dalle porcellane di Capodimonte alle pietre dure e agli arazzi di san Carlo alle Mortelle. Non si può fare a meno di non riconoscere a Lui il merito di avere promosso gli scavi di Ercolano e Pompei, opera che da sola gli assicurò l’immortalità…le altre curiosità sulla sua vita di uomo e di sovrano li troverete sul libro a Lui dedicato.
Per questo lavoro, l’Autore ha attinto le sue fonti sia dall’Archivio di Stato e nelle Biblioteche Nazionali e della Società di storia Patria di Napoli e sia dall’Archvio Nazionale di Madrid e dell’Archivio Nazionale di Simancas.
L’orizzonte d’attesa dell’attento lettore può essere soddisfatto perché il saggio su Carlo III rappresenta una pietra miliare per chi in futuro dovrà scrivere su questo singolare monarca, in quanto l’autore da una posizione super partes, ha espresso in maniera equilibriata sia i giudizi positivi e sia quelli negativi, non facendosi influenzare da tendenze ideologiche e politiche.