Nel silenzio del chiostro
si aggira nella sua
candida tunica
il Certosino.
Raccolto in un
religioso silenzio
innalza al cielo
la sua preghiera.
Per quel luogo
di pace
ha abbandonato
la sua vita
di uomo comune
donando se stesso
a Dio.
Si aggira per
il grande monastero
dividendo le sue fatiche
assieme ai confratelli.
Passa così il giorno
tra preghiera e lavoro
e nell’ora più buia
lascia la sua spoglia cella
per unirsi,
con la sua piccola lanterna
che illuminando il libro
dei salmi
rischiara l’oscurità della grande chiesa,
agli altri certosini.
E nel silenzioso monastero
si alzano le voci pure
che intonano con canti gregoriani
i bellissimi salmi.
Quel canto lento e grave
dove si nota
la soavità dell’anima
e dell’umiltà dell’uomo
che si eleva ad incontrare
la grandezza di Dio.
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