Dal Monte Calvario ha inizio il grande viale,
fiancheggiato da maestosi alberi che creano
una verde galleria.
Inizia così il dipinto naturale
della parte mistica della cittadina montana.
Mi avvio nel mio cammino
e a metà percorso,
quando il dritto viale svolta a destra,
mi ritrovo sulla sinistra
la maestosa Certosa,
che racchiude nelle sue silenziose mura
la vita monastica,
fatta di lavoro e preghiera,
dei nostri cari Certosini.
Rivolgo una preghiera a Dio
e continuo il mio cammino.
Alla fine del grande viale
appare davanti agli occhi
il vero cuore del dipinto.
Ecco sulla destra del grande spiazzo,
nel piccolo laghetto,
immersa in silenziosa preghiera,
la statua penitente del Santo Eremita.
Davanti a me si presenta
la dolce scalinata che,
con il suo obelisco al centro,
invita i turisti a raggiungere la semplice Basilica,
costruita in onore della Vergine,
assisa in alto.
Guarda la Basilica davanti a sè,
con le sue colonne spezzate,
il Mausoleo antico eretto
sulla terra che accolse nel suo morbido abbraccio
le Spoglie del Grande Santo.
Come intrusa,
estranea al dipinto,
mi immergo nel silenzio del bosco,
rotto dal fruscio del vento che accarezza
le chiome degli alti abeti
e dal cinguettio degli uccelli.
Mi avvio sul piccolo ponte di legno,
che unisce le due sponde attraversate dal ruscello.
Mi fermo a guardare l’acqua limpida
che segue il suo corso
accompagnata dal mormorio
del suo suono dolce e cristallino.
Tutto ti spinge ad osservare
in religioso silenzio
per non distogliere
l’attenzione da tale magnificenza.
Finito il percorso
mi ritrovo nel grande spiazzo.
Riprendo il cammino del viale
per tornare al cuore della cittadina.
Ma non posso fare a meno
di voltare lo sguardo indietro
per ammirare ancora
quel dipinto naturale.