Nel cuore delle Serre calabresi, oggi in territorio del comune di Stilo, sorge una delle localita’ piu’ belle del territorio montano della Calabria: la Ferdinandea. Si tratta di un grande complesso edilizio la cui costruzione risale intorno all’anno 1800, quando l’Italia Meridionale faceva parte del Regno delle Due Sicilie ed era governata dai Borboni di Napoli. Fu proprio uno dei reali borbonici che s’innamoro’ del luogo dove oggi sorge questo complesso edilizio. Luogo impervio, sperduto tra le alte montagne degli Appennini meridionali, fitto di boschi secolari, ricco d’incontaminati corsi d’acqua e di sorgenti limpide che scendono scroscianti verso le vallate. Non si sa bene come questo re sia capitato in un luogo cosi’ impervio e cosi’ lontano dalla capitale del suo regno. Forse si e’ trovato qui di passaggio o forse e’ giunto attratto dalla curiosita’ di constatare con i suoi occhi cio’ che qualcuno gli aveva cosi’ meravigliosamente descritto e raccontato. Fatto sta che diede ordine che proprio in questo luogo venisse costruita una delle sue residenze estive, pensando, probabilmente, di farne una riserva di caccia, dove trascorrere con la sua corte giornate indimenticabili in un paradiso terrestre cosi’ ricco di boschi e di selvaggina. Il nome di quel re era Ferdinando II e da lui questa residenza prese il nome, chiamandosi da allora e per sempre “Ferdinandea”.
Dal 1832 La Ferdinandea divenne una delle riserve di caccia di Ferdinando II dei Borboni, ma non e’ dato di sapere se questo re ha mai avuto il tempo di soggiornarvi, preso com’era dai tanti problemi di Stato che lo tenevano impegnato non solo d’inverno, ma anche e soprattutto d’estate. Fatto sta che nel giro di pochi anni la Ferdinandea fu trasformata in un centro siderurgico e nelle sue vicinanze fu costruita una ferriera, una caserma per l’alloggio dei militari, gli edifici residenziali e amministrativi, le scuderie e le stalle per i destrieri.
Ma le vicende storiche della Ferdinandea non finiscono qui. Dopo l’unita’ d’Italia il governo italiano vendette lo stabilimento siderurgico e i boschi del circondario, indicendo un’asta pubblica che fu vinta dall’ex garibaldino e poi parlamentare del nuovo regno, Achille Fazzari. Correva l’anno 1874 quando quest’ultimo tento’ di ridar vita allo stabilimento siderurgico senza, pero’, riuscirvi pienamente. Fu cosi’ che Fazzari trasformo’ La Ferdinandea in un’azienda agricolo-pastorale, destinandola alla produzione di acque minerali, alla costruzione di una piccola centrale idroelettrica e alla creazione di segherie a tipo industriale. Da allora e per 40 anni La Ferdinandea fu uno dei poli produttivi piu’ attivo d’Italia ed uno dei centri economici piu’ importanti della Calabria. Oggi e’ solo un punto di riferimento per lo studio dell’archeologia industriale e un angolo di interesse turistico per quello che il luogo e’ stato e ha rappresentato per la storia della Calabria e dell’Italia. C’e’ da vedere la residenza estiva di Ferdinando II, l’antica ferriera, gli alloggi dei militari. Resta ancora incomparabile la bellezza del paesaggio montano, la meraviglia del bosco fitto e verdeggiante in gran parte dell’anno e l’esempio reale di uno scorcio di Calabria ancora vergine e incontaminato dove tutto e’ natura come Dio l’ha fatta e come l’uomo, fortunatamente ed eccezionalmente, l’ha conservata. Non per nulla tutt’intorno alla Ferdinandea si puo’ godere di un ambiente salubre, ricco di sorgenti d’acqua pura e di torrenti limpidi sul cui letto ci si puo’ chinare e immergere la superficie delle labbra, bevendo abbondantemente, sicuri di trangugiare acqua limpida e incontaminata.
In questo luogo e’ bello dedicarsi alla pesca delle trote che si trovano in abbondanza nei tanti ruscelli e rivoletti che sgorgano dalle montagne e precipitano verso il mare, formando bellissime cascate alla cui base si formano dei meravigliosi laghetti, che invitano i visitatori a fermarsi, sostare per un’intera giornata e fare la tradizionale scampagnata. La Ferdinandea e’ anche e soprattutto natura. Essa e’ il luogo dove si ha ancora la fortuna di sentire il cinguettio degli uccelli e di vedere volare alti magnifici esemplari di pennuti la cui specie e’ rigidamente protetta dal controllo del Corpo Forestale dello Stato, che vigila attento affinche’ tutto resti in ordine e incontaminato.
La Ferdinandea vanta di avere avuto un tempo come sua ospite la poetessa Matilde Serao la quale, dopo essere rimasta estasiata da tanta bellezza, dedico’ a questo luogo una delle sue piu’ belle poesie: “Fresca profonda verde foresta. La luce vi e’ mite, delicatissima, il cielo pare infinitamente lontano; e’ deliziosa la freschezza dell’aria; in fondo al burrone canta il torrente; sotto le felci canta il ruscello…/ Si ascende sempre, fra il silenzio, fra la boscaglia fitta, per un’ampia via…/Tacciono le voci umane…/Non v’e’ che questa foresta, immensa, sconfinata: solo quest’alta vegetazione esiste./ Siamo lontani per centinaia di miglia dall’abitato: forse il mondo e’ morto dietro di noi./ Ma ad un tratto, tra la taciturna’ serena di questa boscaglia, un che di bianco traspare tra le altezze dei faggi./ Questa e’ Ferdinandea.”
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