La mia collaborazione con questa rivista è ormai ultradecennale ed in tutto questo tempo con i miei articoli mi sono interessato, ponendole in evidenza, anche delle criticità che, ahimè, affliggono le località, i palazzi ed i monumenti più belli e più importanti presenti nella nostra cittadina. Mi sono interessato del piccolo parco e della Chiesetta di San Rocco, del viale della Certosa, di Santa Maria del Bosco, del Monumento ai Caduti, del Palazzo della Pretura, della Scorciatina, ecc….., evidenziando l’importanza di questi posti e la necessità di non lasciarli abbandonati a se stessi ma di averne cura e proteggerli per farli vivere nel tempo in quanto patrimonio e memoria storica della nostra collettività. Ho anche evidenziato come, a mio parere, ogni intervento da effettuare debba essere frutto di indagini e progetti predefiniti posti in essere da gente competente scelta con i criteri della meritocrazia lasciando da parte le appartenenze politiche. Sono stato contento quando ho visto che in quel di Santa Maria del Bosco si sta realizzando un orto botanico sotto le direttive del prof. Maurizio Siviglia, esperto in materia(di questo spero di parlarne più approfonditamente in un prossimo articolo) ma per il resto nulla è
successo, il Monumento ai Caduti, se si continua così, tra non molto diventerà il Monumento “caduto”, il viale della certosa scomparirà e così via dicendo. Qualche giorno addietro, rientrando a Serra e giunto in prossimità della località “San Rocco”, ho intravisto del movimento nel piccolo parco e sapendo dei lavori di risanamento che è previsto effettuare sulla Chiesetta cadente ivi sita, ho pensato tra me e me “finalmente si inizia”, manco per nulla, i lavori effettuati, infatti, avevano riguardato il taglio, tra gli altri, di due maestosi platani che da oltre un secolo erano stati messi a dimora nel parco e ne costituivano una delle caratteristiche essenziali. Sinceramente sono rimasto impietrito, quelle piante maestose che sfioravano i 30 metri di altezza, che erano state piantate probabilmente nell’ottocento, che avevano scandito il passaggio della giovinezza di tante generazioni di serresi, che avevano tutte le caratteristiche previste dalla legge per essere dichiarate monumentali, spazzate via in men che una mezz’ora dalla mano degli uomini armata di motoseghe. Ho appreso dopo, anche leggendo gli articoli pubblicati sulle maggiori testate online della zona tra cui Il Vizzarro, Il Redattore, Il Meridio, il Vibonese, che il taglio era stato effettuato per decisione presa dal responsabile della Parrocchia San Biagio di Serra San Bruno, proprietaria della Chiesetta e del parco, dietro regolare autorizzazione delle autorità competenti. Da un punto di vista legale la cosa è senz’altro possibile in quanto non essendo le piante dichiarate monumentali, non facendo parte di un bosco ceduto e ricadendo in una proprietà urbana e privata è evidente che non potevano essere soggette ad alcun vincolo ambientale ma questo non giustifica certo il loro abbattimento, tutt’altro, esse dovevano essere salvaguardate perchè erano parte integrante del piccolo parco, perchè erano la memoria storica di noi serresi e del nostro paese ed anche se erano malate(e non lo erano sicuramente) andavano curate, magari sfoltite ma mai eliminate. Certo qualcuno dirà “quante storie per due alberi tagliati”, “ci sono cose più importanti”, no amici miei, non è così, questo è qualunquismo, non erano due semplici alberi, erano parte della storia di Serra e di tante generazioni di Serresi che le ricorderanno sempre con nostalgia; ogni cosa assume importanza nel contesto in cui ricade ed esse ricadevano nella storia di Serra. In un mio precedente articolo intitolato “Località San Rocco”, pubblicato su questa rivista diversi anni fa ed anche sul sito online della stessa concludevo così: “Tutti i Serresi vogliono bene a “Santu Ruoccu” e vogliono che viva sempre e ritorni ai vecchi splendori, se muore “Santu Ruoccu” credo morirà una parte di noi….forse quella più bella.“, ebbene, in me quella parte più bella è morta e dal giorno in cui sono state tagliate quelle piante non sono più entrato nel parco di San Rocco e solo da poco, quando passo dal luogo con la macchina o a piedi, riesco a guardarlo. Spero vivamente che il piccolo parco e la chiesetta non “muoiano” e vengano ripristinati magari meglio di prima. Come ho già detto, so che è stato presentato un progetto per la ristrutturazione della chiesa, ho anche visto degli operai forestali, prima dell’abbattimento delle piante, che stavano effettuando dei lavori nel parco per migliorarlo, spero e mi auguro che tutto vada per il meglio, che tutto si rimetta a posto e che San Rocco viva sempre. Una cosa però è certa, per me e credo non solo per me, non sarà mai più come prima.
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