Il lancio della ruzzola o ruzzolone è un gioco itinerante con rotelle di legno. È uno sport popolare e un gioco tradizionale italiano di antichissime origini, praticato in varie parti della penisola italica, diffusissimo e radicato tra le classi popolari fino alla fine dell’Ottocento. Gioco di strada, si praticava e si pratica all’aperto, in vie poco trafficate, in più persone (spesso a squadre) che si spostano lungo la strada con il procedere del gioco. Gioco popolare amatissimo calabrese e capace di infiammare gli animi dei giocatori, nonostante i numerosi tentativi di reprimerlo, regolamentarlo o proibirlo in quanto gioco pericoloso, sia per l’incolumità fisica delle persone, sia per la rottura dell’ordine pubblico e per la sua dubbia moralità, legata all’esser stato considerato gioco d’azzardo per l’abbinamento frequente con le scommesse[1], la ruzzola è giunta fino ai giorni nostri, ed è oggi uno sport tradizionale regolamentato e tutelato dalla Federazione italiana giochi e sport tradizionali e dall’Associazione europea dei giochi e degli sport tradizionali. La ruzzica o ruzzola è il nome del cilindro di legno del diametro di circa trenta centimetri e del peso di qualche chilo, assomigliante pressappoco ad una forma di formaggio pecorino; è l’unico strumento utilizzato nel gioco, insieme al nastro che permette ai giocatori di lanciare. Ogni giocatore ha a disposizione una ruzzola. Per metonimia, l’intera pratica del gioco ha preso il nome dell’oggetto con cui viene giocato: si parla quindi del gioco della ruzzola o più semplicemente della ruzzola. I giocatori non sono un numero stabilito. Possono giocare o individualmente o suddivisi in coppie o squadre. Durante le gare ufficiali, vince chi percorre il “treppo” in meno lanci possibili. Se la ruzzola viene giocata lungo la strada, vince chi raggiunge il luogo di arrivo in meno lanci. Il gioco, per la European Traditional Sports and Games Association, è simile al lancio della palla (lanzamiento de bola) spagnolo e all’Irish road bowling. La ruzzola è solitamente un disco di legno duro con diametro molto variabile in funzione del regolamento adottato, solitamente da 13 cm per la ruzzola a molto di più per il ruzzolone. Al posto del disco viene a volte usata, come in passato, una forma di formaggio stagionato. Il gioco consiste nell’avvolgere uno spago intorno alla ruzzola e quindi lanciarla trattenendo un capo dello spago in modo da imprimerle una veloce rotazione. Lo scopo del gioco è di fare giungere il più lontano possibile la ruzzola con un numero prefissato di lanci, oppure raggiungere un traguardo con il numero minore di lanci possibili. Spesso è un gioco di squadra: i giocatori, divisi in squadre di eguale numero, si alternavano cercando di lanciare il più lontano possibile il formaggio, senza farlo uscire dal percorso stabilito, partendo dal punto preciso in cui era arrivati col tiro del precedente compagno di squadra (una specie di staffetta in cui il cacio fungeva da testimone). La squadra che terminava il percorso col minor numero di colpi vinceva il premio consistente nella forma di cacio utilizzata per il gioco. Le gare si svolgono su campi delimitati, chiamati treppi, appositamente attrezzati per rendere il gioco più movimentato, con salite, curve, ostacoli ecc. In alternativa il gioco, che intuibilmente può avanzare per chilometri, viene praticato anche su strade (asfaltate oppure no). La precedenza del tiro spetta sempre al giocatore in svantaggio ed è obbligatorio seguire il percorso prefissato, sono nulli i lanci che taglino le curve al di fuori del limite tracciato. Oggi ancora il gioco del lancio del formaggio e’ di tradizione nel borgo di Spadola nel parco regionale delle Serre Calabre.
Foto a cura di Giuseppe Valente