A distanza di ben 15 anni dalla morte, la Provincia monastica dei Frati Minori della Calabria non ha mosso in dito per aprire un processo di beatificazione e quindi venerarlo come Servo di Dio.
Nel 1° centenario della nascita (1919) ci piace ricordare il nostro P. Modesto Calabretta, francescano minore, sacerdote, buono ed umile. Quanto sia rimasto nei cuori di intere comunità, delle quali si è preso costantemente cura dispensando insegnamenti, consigli e dove ha svolto un’opera silenziosa di aiuto verso i bisognosi e gli ammalati che visitava costantemente ogni serra, trova conferma nel fatto che, ancora oggi a Cutro, come a Bisignano, a Mesoraca, a Pietrafitta, a Tropea, e nella sua Serra San Bruno, molti si ricordano della sua opera nelle conversazioni e nelle preghiere. Molti dei giovani sacerdoti e frati che lo hanno conosciuto, seppur per poco tempo, lo prendono a modello di vita. Però fa mistero come, a distanza di ben 15 anni dalla morte, nessuno, tra i confratelli della Provincia monastica dei Frati Minori della Calabria, abbia mosso in dito per aprire un processo di beatificazione e quindi venerarlo come Servo di Dio e poi Venerabile, sapendo bene che sia morto in odore di santità.
Durante i suoi funerali, officiati da buona parte del clero cosentino, crotonese e serrese, oltre ai frati francescani, tutta Bisignano, che P. Modesto ha amato più di ogni altra cosa e dove ha desiderato riposare in eterno, ha letteralmente pianto al passaggio della bara nelle vie cittadine fino al cimitero. Insomma, il ricordo di questo grande sacerdote è rimasto vivo e indelebile nella memoria di quanti lo hanno conosciuto e frequentato, sperimentandone le alte qualità umane e spirituali. Tutti sottolineano l’umiltà, la semplicità di vita, il rifiuto delle comodità e dei beni terreni, la generosità e la carità, l’alta spiritualità, che lo facevano percepire come un “santo” anche quando era in vita ed operava dappertutto, in terra di Calabria.
P. Modesto, al secolo Bruno, Calabretta, era nato il 26 novembre 1919 a Serra San Bruno (VV), nel “deserto” della contemplazione scelto nel 1091 da Bruno di Colonia per fondare la sua prima Certosa in Italia. Nel 1932 è entrato nel Collegio Serafico di Pietrafitta (CS) e nel 1935 ha intrapreso il noviziato nel convento del SS. Ecce Homo di Mesoraca. Compiuti gli studi liceali tra Cosenza e Reggio C., ha frequentato il Corso di Teologia a Tropea e qui nel 1946, per l’imposizione delle mani di Mons. Felice Cribellati è stato ordinato sacerdote. Negli anni successivi ha operato come vicerettore, rettore e quindi padre spirituale dei seminaristi nei vari Collegi serafici della Calabria. Per 25 anni è stato Superiore a Bisignano(CS) dove ha restaurato l’antico convento e propagato il culto del Beato Umile della stessa città. La tappa precedente del suo cammino di apostolato era stata Cutro dove vi era rimasto per otto anni, amato e stimato e anche qui aveva rinverdito la fede verso il Crocifisso e fatto restaurare il chiostro e buona parte dell’intero complesso conventuale. Ma soprattutto era stato sempre in mezzo alla gente e agli ammalati che visitava con continuità portando la parola di Cristo e conforto alle famiglie. Qui, dopo gli anni di Bisignano, era stato di nuovo destinato e P. Modesto nonostante la sua avanzata età aveva accettato con francescana obbedienza. Qui, nella città del suo Crocifisso, il 6 ottobre 1996 aveva celebrato il suo giubileo sacerdotale. In quella circostanza, il Padre Arcivescovo Mons. Giuseppe Agostino, all’epoca Pastore della Chiesa di Crotone – Santa Severina, nel ricordare le tappe significative della missione pastorale di P. Modesto, si era soffermato sull’importanza del nome “Modesto” assunto al momento di diventare frate francescano. E parafrasando il titolo provocatorio di un film francese “Dio ha bisogno degli uomini”, Mons. Agostino aveva voluto sottolineare come la Chiesa e la Comunità civile abbiano bisogno di uomini buoni e soprattutto di preti buoni e “P. Modesto è sicuramente un prete buono”. Durante questi anni, assieme all’opera di predicatore, aveva lavorato come visitatore apostolico delle Clarisse di Rossano nominato dalla Santa Sede. Negli ultimi anni era stato nominato vice postulatore della causa di canonizzazione del Beato Umile di Bisignano. Questa è stata la sua ultima grande opera tanto inseguita e portata avanti assieme all’altro vice postulatore Don Luigi Falcone, sacerdote bisignanese e bibliotecario generale della Pontificia Università Lateranense e al Postulatore Generale di tutte le cause per i santi francescani P. Luca De Rosa di Napoli. Questo sogno per P. Modesto si è realizzato il 19 maggio 2002 quando Papa Giovanni Paolo II ha celebrato la santificazione del Beato Umile, un altro Santo per la Calabria. Quel giorno in Piazza San Pietro P. Modesto era là assieme alla “sua” amata gente di Bisignano. Poco prima di lasciare questa terra, domenica 13 luglio 2003, nel corso di un solenne pontificale presieduto dal Cardinale Josè Saraiva Martins, il nostro “Modesto” è stato insignito della Medaglia “Pro Ecclesia et Pontifice” per “i meriti acquisiti nel suo ministero svolto per lunghi anni nella Chiesa di Calabria ed in particolare di Bisignano, ma soprattutto, perché, grazie alle sue fatiche, ai suoi pianti, ma anche alla sua tenacia, oggi possiamo onorarci di avere un nuovo Santo calabrese.”
Dopo alcuni mesi di sofferenze fisiche, il 15 gennaio 2004, giusto 15 anni son passati, nella Casa Santa Rita di Mesoraca, si è spento Padre Modesto. Se ne è andato pian piano ed in silenzio così come aveva vissuto per poco meno di un secolo sempre al servizio della Chiesa e soprattutto degli umili e degli ammalati e dovunque in ogni contrada della Calabria.
La Comunità francescana di sant’Umile e tutta la città di Bisignano, non hanno dimenticato e riconoscenti lo hanno voluto loro “figlio” per sempre, così come P. Modesto aveva sempre desiderato. La sua umilissima esistenza, ora, trova eterno riposo assieme ai “suoi” bisignanesi che, nel giorno delle esequie lo hanno letteralmente pianto. Oggi sulla tomba risalta un messaggio anonimo.” A Padre modesto – Padre amabile, Padre ammirabile, te ne sei andato in silenzio lasciando un vuoto incolmabile. Con te se ne va un grande sacerdote, un uomo piccolo nel corpo, ma grande nell’animo e sinceramente rimpianto. Modesto di nome e di fatto, esempio perfetto di umiltà e civiltà, volto pulito, senza macchia, specchio di santità. Grazie per essere esistito, grazie per le benedizioni sulle nostre case, le nostre famiglie, le nostre vite; grazie per il bene immenso e generoso; hai vissuto per il prossimo e sempre nostro nel Signore. Addio, umile fraticello, sei bello nella luce di Dio poiché luce sei stato sulla terra ed in cielo per l’eternità. Parlerò di te e non mi dimenticherò finché avrò vita.”
Ed ancora, nell’ambito delle celebrazioni religiose per il Santo di Bisignano, qualche tempo dopo, l’Amministrazione comunale gli ha intestato la riqualificata piazza antistante il Santuario.
Ed anche la sua amata terra, Serra San Bruno, lo ha voluto ricordare dando il suo nome alla piazzetta all’ingresso nord del paese. P. Maurizio Dodaro, suo Superiore, nel dare l’ultimo saluto, ha voluto ringraziare il buon Dio “per averci dato questo modesto frate che ha tanto dato e al quale da oggi possiamo rivolgerci come il nuovo santo di Bisignano dopo sant’Umile”
Al postutto, sarebbe auspicabile che le Amministrazioni comunali di Bisignano, Cutro, Mesoraca e Serra San Bruno e la Provincia Calabra dell’O.f.m, durante l’anno, ricordassero in qualche maniera, il 1° centenario della nascita del “modesto” francescano Calabretta.