La notizia arrivò, veloce come il vento, nella tarda mattinata; piano piano, entrò nelle case. e, dalle case, la gente si riversò nelle strade del Paese
Tra incredulità e trepidazione, ( e, addirittura, paura …., ) a chi si incontrava, veniva chiesta conferma di quanto fugacemente si era appreso di primo acchito, dirigendosi frettolosamente verso la piazza del Monumento ai Caduti, dove di già si erano formati dei capannelli di persone che commentavano , con stati d’ animo e considerazioni diverse, l’ accaduto: la Madonna di Brognaturo aveva pianto lacrime di sangue.
La notizia, non essendo una di quelle che si apprendevano tutti i giorni, ovviamente, destò un certo scalpore,
anche perché ancora non si era spenta l’ eco di quanto, uno o due anni prima, era avvenuto a Siracusa, dove dagli occhi di una immagine della Madonna raffigurata su un quadro, erano sgorgate delle lacrime che alla prova delle analisi erano risultate lacrime umane.
Se vere anche nel caso di Brognaturo, come sosteneva qualcuno che riteneva di saperne di più in quanto … aveva studiato …., non c’ era di che stare allegri, ricordando che sin dall’ antichità, come affermato dagli storici, in occasione di avvenimenti spesso tragici, specialmente in caso di guerra, non di rado, idoli e santi del paganesimo, si sarebbero mossi sui loro piedistalli, chiudendo ed aprendo gli occhi o piangendo lacrime prodigiose, fenomeni questi che gli stessi storici attribuivano al “sovrannaturale”.
Qualcuno, più possibilista, al contrario, attribuì all’ intervento della Madonna l’ evento, evidenziando che il popolo di Brognaturo, da secoli, venerava la Madonna della Consolazione, con il celebrare, in suo onore, una grandiosa festa che durava ( come dura ) il corso di una intera settimana e che aveva luogo la prima domenica di settembre di ogni anno, e alla quale partecipavano -come ancora partecipano – migliaia di persone provenienti dai paesi limitrofi e da ogni parte della Calabria.
Nella stessa piazza , anche esse richiamate dalla singolarità della notizia, si incontrarono tre signorine molto amiche fra di loro, Barbara Vellone, Rina De Paola e Licia Gambino – mia sorella e che mi ha riferito i fatti -, le quali, sull’ ondata dell’ entusiasmo generale, decisero di dirigersi all’istante alla volta di Brognaturo, a piedi, senza aspettare il postale della ditta Neri che sarebbe partito per Pizzo, ma alle due pomeridiane, troppo tardi per la fregola che si sentivano addosso.
Si accodarono, pertanto, alle decine e decine di persone che, nel frattempo , avevano intrapreso la strada verso il paese del miracolo; e, tra un rosario e l’altro, intervallato da qualche canzoncina in onore alla Vergine, dopo circa una mezz’ ora, arrivarono a destinazione.
L’ immensa piazza davanti alla Chiesa principale, era stracolma di gente vociante, chi pregava, chi si batteva il petto in ginocchio per terra, chi osservava il tutto in attesa degli eventi.
La chiesa era ancora chiusa.
C’ era un uomo alto e magro, che sembrava essere il più informato di tutti, il quale, a chi gli si rivolgeva per saperne di più, rispondeva che, da li a poco, il sacrestano avrebbe aperto .
E così fu.
Le tre amiche ebbero la fortuna di entrare tra le prime, e sull’ altare maggiore notarono la statua della Madonna “ pellegrina” che, in quel periodo, in diverse parrocchie, si era soliti portare in processione, fra le vie del paese, fino alla casa dove avrebbe pernottato fra le preghiere dei fedeli .
Ovviamente, il primo sguardo fu per il volto del simulacro, e grande fu la loro emozione quando videro che effettivamente, sotto gli occhi vi erano delle macchie rosse attribuite a sangue.
Dopo i primi attimi di commozione, mia sorella prese il fazzolettino che aveva nella manica della maglia e lo stava avvicinando al volto della statua, quando arrivò improvvisamente il sacrestano che, arrabbiato più del dovuto, le spostò violentemente il braccio, gridando che “ quelle cose non si possono fare” .
Nei giorni successivi l’ evento andò sempre più ingrandendosi, tanto che acquistò i caratteri propri di una fiera paesana; e sulla piazza apparvero le casse con i mostaccioli di Soriano e qualche animale domestico, oltre prodotti della terra, che alcuni contadini di Brognaturo pensarono di approfittare dell’ occasione per vendere, senza aspettare la festa della Consolazione.
Anche i vasai di Squillace parteciparono con i loro prodotti artigianali, mentre le ciaramelle di Spadola e la banda pilusa di un paese limitrofo, allietavano la gente che arrivava sempre più numerosa per assistere alla lacrimazione della madonna.
Dopo qualche giorno, con il crescendo dell’ entusiasmo popolare, per evitare il verificarsi di qualche increscioso inconveniente per la statua della Vergine, la stessa fu portata in un luogo più sicuro come fu la casa dell’ Arciprete Valente
Sembra che sia intervenuto anche il Vescovo di Squillace del tempo, Mons. Fares, per rendersi conto personalmente del fenomeno, e che lo stesso prelato abbia conferito l’ incarico a persone esperte per studiare più approfonditamente la presenza e ( soprattutto, se possibile … ) la causa dell’ evento.
Ma il risultato di quegli studi tardava a venire; tanto che il numero di quanti avevano creduto e gridato al miracolo si assottigliava sempre di più con il passare dei giorni e delle settimane, fino a uscire definitivamente dalla scena.
Alla delusione iniziale subentrò una certa forma di accettazione, e ci si interrogava sull’autore di tutta quella messa in scena.
Qualcuno ipotizzò che la Madonna avesse ricevuto un’ offesa da un miscredente ,e che, pertanto, non era più disponibile a fare miracoli; mentre altri, andando più nel sodo, pensarono all’ opera di chi si era trovato nella condizione, avendone la possibilità e la disponibilità, di compiere una bravata, non condivisibile, ma, onestamente, ben riuscita.
Non si fecero nomi , ma era palese che tutti pensassero al sacrestano del tempo, che avrebbe agito con molta leggerezza, non immaginando che, la storia avrebbe potuto assumere quelle dimensioni.
Ormai della statua, e della vicenda, non vi sono più tracce, se non nei ricordi di qualche anziano, e vane sono risultate le mie ricerche sul rinvenimento della statua.