C’era una volta Serra: le foto dell’Abbandono
Abbiamo pensato di parlare e fotografare le vecchie case abbandonate e le viuzze ubicate nei siti topici del centro storico della nostra cittadina, attraverso una ricognizione mirata. Lo scopo è quello di immortalare questi luoghi, in omaggio alle famiglie che li abitarono e che oggi sono sparite per un motivo o per un altro, prima che l’oblio li avvolga nel vortice del Nulla. Il risultato è stato inaspettato perché soprattutto queste abitazioni ci sono apparse testimoni di un passato remoto e pur essendo oggi diroccate e deserte per l’ingiuria del tempo, sono vive e parlano a chi li sa ascoltare! Iniziamo non a caso, dal rione ZACCANU e dintorni senza nome (Zaccanu che significa strade senza uscita o località chiusa) , sia in omaggio al poeta dialettale Mastru Brunu Pelaggi, nato e vissuto in esso e sia perché ruga antica, dove l’impianto edilizio in parte rifatto nel tempo, risale ad oltre tre secoli. Delimitato tra i primi 200 metri lineari del primo corso Umberto, lo “Schiccio”, “Bonsignuri” e la via Sette Dolori, conserva ancora il suo fascino ancestrale e vi si può accedere da più parti attraverso i vicoli stretti, umidi e ombrosi disseminati di qua e di là nella parte vecchia del nostro borgo! Ausiliati nella nostra indagine romantica da CLEMENTE PISANI ex comandante dei Vigili Urbani di Serra (che abitava in quella ruga) e dalla nostra conoscenza personale, ci siamo addentrati con la mente rivolta ad un passato immaginario, riportando in questo lavoro, soltanto alcuni nomi e soprannomi delle persone che vi abitarono. Nel piccolo slargo di lu ZACCANU ricordiamo con affetto, Mastru Luici l’Angiluni e moglie, calzolaio ed eccelso cantore di Chiesa; famiglia di Micuzzu di guerra; famiglia di Turi Stingi (padre di Vito) sposato Pitalona; famiglia Schiavello Vincenzo (Lu spagniolu) e Rita Calvetta (sorella dei pirotecnici F.lli Calvetta di Soriano), Michieli di lu Pepi, zappatore ed orologiaio morto a 103 anni; Nei dintorni della piazzetta, la famiglia di lu Macchiettu e di lu Macciettu (Mastru Carmelo e figlia Pina e Bruno); la famiglia di Gigi Sodaro ( casa occupata oggi dalla famiglia Pisani); famiglia Iorfida-Albano di li Stivaliedhi; Mastri Peppi lu Turnaru (Nonno di Clemente Pisani); Mbidigna con figlio; famiglia Gina di Brocca e Gabriele Regio; Emma e Maria Pasquino (Liconami) che lavoravano al telaio ( casa oggi di proprietà di don Gerardo); famiglia Vavalà di li Mandala (figlia Maria sposata Mandiello); Rafela di li Pieppi; Elisabetta (oggi abita Fofò il Negus); famiglia La Pizzidara; famiglia di Rosa di li Culi (perché faceva punture intramuscolari, nonna del prof. Siviglia); Annamaria e Carmela di la Piecura (mamma e zia di Gioconda Vavalà) ed altri. Percorrendo di notte le antiche viuzze e soffermando lo sguardo sulle case diroccate, nel silenzio notturno e al chiarore perlato della luna o alla fioca luce artificiale, le case abbandonate appaiono più belle e mentre il vento sibila tra le finestre aperte o tra le fessure della mura, sembra che porti parole non dette di quei fantasmi che
tornano sempre sul luogo delle loro radici.