Anche quest’anno sta per giungere, anzi è quasi giunto, per i Cristiani, il tempo dell’AVVENTO. È il tempo che prepara il Natale e segna l’inizio del nuovo anno liturgico. Inizia dai primi Vespri dell’ultima domenica di novembre e termina prima dei primi Vespri di Natale. Ricorda la prima venuta del Figlio di Dio tra gli uomini e contemporaneamente il tempo in cui, attraverso questo ricordo, lo spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi. In tale periodo s’incominciano a preparare i Presepi che vogliono rappresentare, appunto, la nascita di Gesù. Serra San Bruno era molto rinomata per la preparazione dei presepi ne venivano allestiti tanti e per tutti i credenti era un piacere e soprattutto una devozione andare a visitarli. Col tempo tale tradizione si è sempre più assottigliata sia perché sono venute meno le persone che realizzavano i presepi, sia perché non è più tanto sentita dai giovani. Assieme al mio amico, professore Vincenzo Vavalà, abbiamo cercato di ricordare i vecchi presepi e chi li realizzava e tali ricordi voglio di seguito riportare affinché diventino o risveglino i ricordi di tutti coloro che leggeranno questo scritto. All’inizio del Corso Umberto I c’era il Presepe di Mastru Pippinu “Tutulì”, Zaffino Giuseppe, padre del compianto prof. Gabriele era un presepe molto grande e venivano impiegati pastori molto antichi, alcuni risalenti al 1700, dopo la sua morte il figlio continuò a realizzarlo ancora per molti anni. Al rione “Zaccanu” c’era il presepe realizzato dal Mastru Luvici “l’Angiluni”, Albano Luigi, anche in questo presepe venivano utilizzati pastori molto datati. Alla via Cesare Battisti, provenendo dalla località “Schicciu”, c’era il presepe di Mastru Franciscu Scrivo “Bacchetta”, i pastori utilizzati nel presepe erano tutti realizzati dallo stesso “Bacchetta”. Al Rione San Girolamo c’erano poi: il presepe di Mastru Peppi “Lu Blono, Manno Giuseppe che io non ho mai visto; il presepe di Salvatore Vinci, Turi il postino nonché direttore di Canto della Confraternita dell’Addolorata. Anche qui venivano utilizzati pastori abbastanza datati. Il figlio, Michele, continua a fare il presepe che, per la verità, già faceva, dopo sposato, anche prima della dipartita del padre; il presepe di Antonio Amato “Lu Diavuliedu” compianto cantore nella Confraternita dell’Addolorata e mio caro amico. Anche lui utilizzava pastori datati. (Capanna del presepe di Antonio Amato nella foto in basso)
I figli Luca e Nicole continuano la tradizione. Alla via Roma c’erano poi: il presepe di Mastru Brunu Saulle “Lu Vizuocu”, prima di lui il padre, Beniamino, lo realizzava alla via Sette Dolori e dopo di lui il figlio, Beniamino, ha continuato a realizzarlo per qualche tempo. Anche qui i pastori erano molto antichi; il presepe di Borello Remo “di li Pascalivicienti” realizzato con pastori meno datati, eccetto qualcuno ma sempre meravigliosi; il presepe di Luigi Drago che utilizzava ed utilizza pastori e scene realizzati da egli stesso e dal compianto padre Mastru Gianni. Alla via Alfonso Scrivo il presepe di Michele Vinci figlio di Turi di cui abbiam detto prima. Al rione “Spinetto” c’erano poi: sul Corso Umberto, vicino le Poste, il presepe di Bruno Amato “Manneggia” che era parrucchiere e lo realizzava proprio nel salone; alla via dell’Apa, vicino la casa dove aveva lo studio il dr. Nazzareno Carchidi, il presepe di un signore di cui ricordo solo che veniva sopranominato “Cinnirata”, tale presepe era caratterizzato dal fatto che l’autore raffigurava sempre la scena della strage degli innocenti, episodio raccontato nel Vangelo secondo Matteo, in cui Erode il Grande, re della Giudea, ordinò un massacro di bambini allo scopo di uccidere Gesù, della cui nascita a Betlemme era stato informato dai Magi; sempre a Spinetto il presepe di Mastru Nesci, non ricordo la via ed il nome dell’autore, so che era un calzolaio e realizzava il presepe sul piano di lavoro. Sicuramente ce ne saranno altri ma la mia memoria si ferma qua. Molti fedeli poi, per devozione e avendone le possibilità economiche, si facevano realizzare piccoli presepi in piccole teche in legno e cristalli che tenevano poi in casa. Erano i cosiddetti SCARABATTOLI ed oltre che nelle case se ne trovano anche nelle Chiese e nei Musei. Tra i privati, a Serra, i più antichi ce li avevano: due donna Letizia Tedeschi uno con i pastori in argilla e l’altro con i pastori in avorio, uno don Vincenzo Regio ed uno le sorelle Scrivo di li “Ciai”. Ce ne sono, poi, più recenti dei quali alcuni realizzati anche da mio fratello Luigi.
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