Ed oggi ti voglio raccontare di quelle donne di cui non parla mai nessuno.Di quelle donne anonime che vanno coi loro pensieri, raccolte nei loro scialli e nei loro fazzoletti scuri. Donne sconosciute anche ai loro mariti ed ai loro figli. Vivono silenziose e non chiedono nulla. Rassegnate ad un ruolo che qualcuno ha loro dato.Sono mogli, madri, nonne, zie. Sono antiche.Qualcuno dirà arretrate, forse perchè vivono in quel profondo sud poco conosciuto.
Che fanno ? Nulla, pensano in tanti. Casalinghe, contadine.Semplicemente donne addestrate e poi usate a tener su casa e fare figli. S’accontentano, non hanno grandi pretese.Vivono…credo. O forse sopravvivono, chissà.
Pensavi fossero estinte? Non credo.Ce ne sono ancora tante.Non fanno rumore nei loro cantucci lustri. Non usano belletti e non conoscono parrucchieri se non per le grandi occasioni. Escono raramente e se lo fanno, sanno già dove andare. Non vanno mai allo sbaraglio in discoteche assordanti, in feste altisonanti. Non conoscono crociere, nè abiti da sera. A che servono allora, nell’era dove apparire è meglio che essere e se non ti fai guardare, non ti nota nessuno? Sicuro che esistano ancora?
Si svegliano all’alba e vanno silenziose. Senza stress ed auto rombanti.Non si fermano per ore davanti agli armadi ed agli specchi.Il loro guardaroba non è zeppo di abiti luccicanti.Le loro labbra non conoscono rossetti. La loro bellezza sfiorita racconta storie solo a chi le vuole ascoltare. I loro piedi sanno camminare su strade sconnesse.Le loro mani sanno cosa fare. Il loro cuore sa amare.
Hai mai provato dall’alto del tuo scranno a chinarti ad ascoltarle? Pensi che non abbiano desideri, sogni, illusioni? Pensi veramente che vivano in una coltre ovattata che filtra l’assordante rumore del mondo? Pensi che i loro sguardi non cerchino le stelle, la luna, l’orizzonte infinito? Che i loro sogni siano solo in bianco e nero e che le loro mani non siano capaci di tessere fili d’oro?
Ascolta la voce che nasce dal loro cuore. Odi le litanie sommesse che stringono al petto.Stringi le loro mani callose. Cerca l’infinito nei loro sguardi. Conta le rughe sul loro viso. Accarezza i capelli d’ebano scuro e rispetta l’argento che vi luccica.
Cercale e fermati ad aspettarle. Non ti deluderanno, anzi, forse ti confonderanno.
Hanno bisogno di voce per parlare, di ali per volare, di musica per danzare, di un sorriso per rinascere ancora.Di un foglio dove scrivere la loro storia.
Falle uscire dal giaciglio in cui la loro terra le ha cullate. Rispettale ed amale. Non te ne pentirai.
Sanno camminare a testa alta. Scalare montagne e attraversare fiumi. Domare la terra e spegnere incendi. Cullare il vento e asciugare la pioggia. Accendere il fuoco ed accendere stelle. Sono maghe e sono fate.Sono sabbia e sono ferro.Sono lana e sono seta. Sono lino e sono ginestra. Sono rose e sono spine. Sono aria e sono acqua. Sono figlie e sono madri. Sono mogli, amiche e sorelle…Sanno piangere e sorridere. Sono semplicemente donne. Donne del sud.
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