La nostra compaesana Elisabetta Amato (figlia del noto artista serrese del marmo Ciro Amato), che ora vive a Soriano dopo essere stata in Canada e lavora nella biblioteca comunale “vanto calabrese”, ha scritto un’interessante recensione sul libro “L’Anello stregato di Mozart” di Maria Primerano ( sorella della famosa Cecilia Primerano di Rai 1 ) che noi poniamo all’attenzione dei lettori e della stampa e siamo beni lieti di ospitarla sulla nostra rivista.
L’anello stregato di Mozart è dedicato ai ”meno fortunati’”, ossia agli ammalati. E’ stato scritto in ospedale quando, da consulente cardiologo in ambiente oncologico, Maria Primerano si è trovata ad affrontare una difficile realtà, quella dei malati gravi. Tuttavia, oltre ad essere un medico – cardiologo, è anche una scrittrice, una giornalista, una pianista classica ed infine un’appassionata d’arte. Una donna indubbiamente eclettica, con varie sfaccettature, che come un prisma, si illumina in modo diverso, in base all’angolazione della luce che lo colpisce, talvolta è sagace, altre volte è ironica, scherzosa, colta esattamente come il suo amato Wolfgang Amadeus Mozart. E per analogia proprio come il musicista, che gioca con la lingua, allo stesso modo di come fa con la musica, la scrittrice utilizza un registro linguistico di tutto rispetto, estremamente eloquente, ricco di allitterazioni, similitudini, metafore ed altre figure retoriche. Influenzata nella scrittura, a mio modesto parere, da un precursore della tecnica narrativa moderna, l’inglese Laurence Sterne, autore della ”Vita e opinioni di Tristram Shandy”, pur non essendo questo un romanzo, ma un erudita biografia romanzata, a carattere divulgativo, che però non va nella direzione della finzione, bensi è corredata da un ricco carteggio contenente le epistole della famiglia Mozart e supportata da un’ampia bibliografia. Inoltre il 7° capitolo su Stendhal, a sua volta autore della ”Vita di Mozart”, è una meta biografia, quindi una biografia nella biografia. Questo stesso capitolo offre lo spunto per il titolo del libro. Infatti, secondo una leggenda, Stendhal narra che quando “Mozart si recò a Napoli al Conservatorio della Pietà dei Turchini, si sussurrava che fosse bravo a suonare, perché al dito portava un anello stregato! Giunti i bisbigli alle orecchie del musicista, non ci pensò due volte a sfilarsi il gioiello”, continuando il concerto in modo mirabile. La copertina, invece ritrae un dipinto eseguito da Saverio La Rosa, pittore del ‘700, che raffigura il giovanetto al cembalo, durante il suo soggiorno a Verona, naturalmente questo non è l’unico riferimento ai pittori dell’epoca. Uno per tutti è quello riferito a Jean- Baptiste-Siméon Chardin, pittore del quadro ”La bolla di sapone”, che nel 25°capitolo è servito come termine di paragone per definire la musica di Wolfgang, Ecco le testuali parole del libro ”la bolla vola sola o in coppia, diafana, luminescente, lucida, colorata, si trasforma, si deforma, poi si rompe, finisce, portandosi dentro tutta la leggerezza della musica di Mozart”. E ancora, “Le bolle giocano, si divertono, sfumano, così come i temi e i ritmi di Mozart svagano, ricreano, divertono, si inseguono e alla fine scompaiono”. La narrazione ha un andamento circolare, o per meglio dire, una costruzione ad anello. Infatti l’ autrice propone due lettere di Wolfgang, una di saluto e l altra di commiato, che lei scherzosamente riprende, indirizzandole rispettivamente al lettore e al musicista, salutandoli nell’incipit, e congedandosi da loro alla fine del libro – tessendo in tal modo, abilmente con entrambi, un dialogo, al centro del quale c’è lei che fa da trait – d’union. In questo modo conduce lentamente per mano il lettore nella Vienna del ‘700, con i suoi amori e tradimenti, vizi e virtù, usi e costumi, offrendogli uno “spaccato d’epoca di rara intensità”, epoca che finirà di colpo con la Rivoluzione Francese. Attraverso lo stratagemma delle Bambole di Carta, ( dette anche les poupées) che si vestono e si svestono con gli abiti del tempo e accompagnano il musicista dall’inizio alla fine dell’opera, la scrittrice con sapiente maestria passa da un episodio all’altro, in tutto quasi 100.
E’ qui faccio una breve digressione :
Abbiamo un Mozart ladro gentiluomo paragonato ad Arsenio Lupin, poiché abile nel ricordare qualsiasi melodia, riproducendola velocemente, dopo averla sentita una sola volta. Inoltre è capace di rimaneggiare gli spartiti e riscriverli con estrema facilità. Un Mozart un po’ Pinocchio, discolo giocherellone e scurrile, nella corrispondenza spedita ai familiari, “dove spesso associa alle argomentazioni culinari, la fisiologica funzione del defecare”.Un Mozart spiritello arguto, brioso, vitale, proprio come il folletto shakespeariano Puck nel “Sogno di una notte di mezza estate”. “ Puck è il folletto del re della foresta. Mozart è il folletto della musica della corte dei nobili” e degli imperatori in Europa. A soli 6 anni riceve l’invito per andare a suonare insieme alla sorella Nannerl, alla corte dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, a Vienna. Successivamente suonerà a Versailles per Maria Antonietta e Luigi XVI. Il padre di Mozart da vero manager, accompagna i figli ad esibirsi nelle più importanti città europee. Wolfgang e la sua famiglia sono dei girovaghi, solamente in Italia, Mozart visita e si esibisce a Napoli, Roma, Verona, Mantova, Bolzano, Rovereto e Bologna. Viaggi, non sempre facili né convenienti da un punto di vista economico, e pur tuttavia, nello stesso tempo costituiscono un vero e proprio apprendistato artistico e culturale per il nostro musicista, paragonabili ai Grand Tours, viaggi compiuti dai rampolli dell’aristocrazia nel ‘700La decisione di andarsene da Salisburgo e trasferirsi a Vienna, lo porterà a consolidare l’amicizia con la famiglia Weber, in modo particolare con Constance, donna infedele e piuttosto insignificante, che sposerà e dalla quale avrà due figli. Matrimonio difficile da comprendere, se non fosse che lei probabilmente rappresenta per lui, un punto fermo, una casa dove tornare, dai i suoi tours musicali. E che dire della strana visita che Wolfgang riceve da parte di un uomo, tutto vestito di nero, che gli commissiona una Messa da Requiem, scritta in Re minore ma rimasta incompiuta! I numerosi capitoli tracciano la breve vita del salisburghese, la sua infanzia, la sua giovinezza, i suoi amori e il mistero della sua malattia. E’ un divertissement sul genio della musica per antonomasia, che viene presentato come un personaggio dinamico, a tutto tondo, perciò e una divagazione non solo sul musicista ma sull’uomo, nella sua interezza con le sue debolezze, il suo spirito scanzonato, la sua ironia e soprattutto la sua creatività. Accanto a lui c’è il padre Leopold, la madre Anna Maria, la sorella Nannerl, la cugina Basle, il medico Mesmer e la moglie Constance. Infine ci sono le comparse, ossia i personaggi delle sue opere musicali: Don Giovanni ; Fiordiligi e Dorabella nel Cosi fan tutti ; Figaro e Susanna nelle Nozze di Figaro ; Bastiano e Bastiana ; La regina della notte nel Flauto Magico e cosi via… Questa ricca carrellata di personaggi, sfila dinanzi al lettore in un divertente carosello, in un atmosfera quasi surreale, come quella suggerita dalla scena finale del film, Otto e mezzo di Federico Fellini. A metà del libro c’è un capitolo dedicato a Schikaneder, impresario e amico di Wolfgang, che nel 1789, rileva un teatro detto Auf der Wieden, a Vienna. Tale palcoscenico e’ stato il regno degli spettacoli speciali, il luogo dove è stato allestito il Flauto Magico. Nell’epilogo, sarà proprio questa anticipazione sul teatro, che consentirà a Maria Primerano di calare il sipario, seppur malvolentieri, su questa mise en abyme di Mozart e del suo entourage. E per finire ho scelto le parole che Yehudi Menuhin, musicista statunitense, usa per definire la musica di Mozart nel 85° capitolo “La musica di Mozart è un vigneto che cresce sulle pendici di un vulcano. Non c’è una nota, né, un gesto, né, una sillaba (e tutte e tre sono sinonimi della musica di Mozart) che non raggiunga la perfezione. Tuttavia, in queste note, questi gesti e queste sillabe c’è come in Shakespeare, tutta la tragedia e la commedia umana, la sensibilità e la forza della passione e della disperazione”. Mi auguro che con questa breve presentazione io sia riuscita a suscitare in tutti voi la dovuta curiosità ed il meritato interesse verso questo sorprendente libro.