Vivo l’angoscia di una notte interminabile.
Sento il freddo che penetra nel sangue.
Impossibile mi è, guardare in cielo.
Aggrovigliate son le viscere.
Disintegrato, l’io.
Preso dal male della noia acuta,
nell’assordante silenzio della notte,
barcollo solo,
cupo,
disperato.
I miei palpiti son diventati tuoni.
Terribili lampi squarciano il mio cielo.
Tempesta interiore!
E, tremo e temo ancora
di sciupare la mia vita,
nella febbrile ansia dell’attesa.
Vienimi incontro sereno infinito!
Infiltrati, deciso, nel mio spazio!
Volare nell’immenso…vorrei.mia
Portare il mio orizzonte all’infinito.
Magnifiche e stupende radiazioni,
formassero intorno a me,
l’arcobaleno.