Il serrese emulo di Mastru Bruno al quale attinge tanta arguzia e tanta ironia sottile, velata e triste
Nel giugno del 1999, nel giorno di Pontida, andava a farsi premiare , 1° classificato, a Cuneo, per la poesia in vernacolo Era di dinta e con questa motivazione: “ È una poesia ispirata, descrittiva, fortemente sentita, in cui l’autore, nella solitudine di un mattino piovoso, in una goccia di pioggia che serpeggia sui vetri e poi sparisce, ravvisa una lacrima versata per una persona amata. Mirabile la chiusura con quel Si ccà papà che rende la lirica palpitante e avvincente”. Mi piace riproporne qualche verso per rinverdire quel momento e per tentar di suscitare un non sò che di tremolio ai giovani lettori.
Leggiamola insieme: “Chjova! Stamattina chjova,/ d’arreti a rà finesta / staj’ à guardari, quantu i l’estati resta / e scinna a sira, e ccà mi trova./ Na guccia d’acqua schiaccia /da cuvertura da casa i rimpetto / a sulitudina mi stiancia fortu u pettu / picchì di fatti miji mò si nnì ‘mpiccia./ Para na lagrima, ‘n prima,/ ca scinna, pp’a pirzuna “amata”[…] Scinnennu, chianu, chianu, / chista, serpija,/ si ferma, tremulija / e po’ riparta chianu,/ ppì scumpariri ha finutu a spinta, / “sì ccà papà”, e fora u vviju nenti / chiudu l’occhj e strinciu forti i denti, / a guccia unn’era fora, era di dinta.” La goccia, la lacrima non era fuori ma dentro, dentro se stessi, nell’anima. Che bello, è un solennizzare la sofferenza, la propria, come scavo profondo colto nel proprio intimo.
Ricordo di aver sentito, allora, una forte emozione perché uno di noi era riuscito con qualità ad imporsi in una terra difficile per via delle contrapposizioni che provenivano da sponde leghiste. Per me, poi, si trattava, e lo è ancora, di una particolare tensione emotiva giacchè entrambi accomunati dalla terra di origine, Serra San Bruno la città della Certosa e dei grandi artisti ed in particolare del tanto celebrato Mastro Bruno Pelaggi ed oggi una delle voci della Treccani al quale il nostro poeta somiglia molto, al quale ha attinto tanta arguzia e tanta ironia sottile, velata e triste che trasferisce a Ciccio, il personaggio espressione della realtà crotonese reso famoso dalla rubrica domenicale de Il Quotidiano della Calabria e da TeleDiogene. Dicevo Serra San Bruno, da questa non ha mai rescisso il cordone ombelicale, tenendola sempre a parte come fa nella lirica Sotto le mura dell’erma Certosa.
Mi piace rileggerla assieme a voi: “Boschi sognanti in infinito languore,/ cielo di nebbie e di tenui riflessi,/ in me scolpiti a suoni, visi e ardore/ ai pioppi di san Rocco in fila messi /all’algido Ancinale, che, senza fretta, il sembiante qual lacrima ti riga./ Da quel villaggio di Ruggero conte, sotto le mura dell’erma Certosa,/ all’ombra dello svettante monte,/ al Santo ancor legata e rispettosa./ Stella caduta sulla smeralda terra,/ dove espressione d’una stupenda idea,/ il caro aspetto, la storia tua, oh Serra,/ nel mio immaginar ancor crea./ Solo se penso a te, e tu sei avvezza,/ culla d’arte, di fede e di passione,/ mi avvolge una languida dolcezza/ e i tuoi siti scorron in processione./ M’inebria il vento e il mulinar di foglie/ e il suon delle campane m’accarezza,/ di partir ver’ te tornano le voglie/ e mi sento sfiorar da fredda brezza.”
Da quella giornata particolare di Pontida, il mio amico Bruno Tassone, (Crotone 1947) poeta, scrittore, pittore e giornalista ( figlio di Bonaventura di Mariangila di Scianna per parte paterna e nipote di Lu Picculinu da parte della madre), chè è di lui che sto parlando, non è stato certo a crogiolarsi, anzi ha continuato imperterrito a far sentire le sue liriche, anche in lingua, che si traducono in canti del cuore e della vita, perché sprigionano entusiasmo ed ideale, ma anche illusioni e sentimenti che tentano di capovolgere ciò che di brutto vi è stato e vi è nell’esistenza dell’uomo per inneggiare alla freschezza delle immagini, alla ponderata fatica di scavare nella memoria. In questi anni ho avuto modo di leggerlo, e tanto, e non dirò delle altre sue qualità artistiche altrettanto valide e coinvolgenti; ho letto tanto del Tassone ed ogni suo verso è una pagina di memoria in cui si riscoprono emozioni, figure, fatti, luoghi che risultano familiari ad ognuno.
Col suo stile sobrio, incisivo, immediato, il Serrese, analizza nel particolare i vari stati d’animo e i loro molteplici aspetti. E proprio con lo scrivere chiaro e semplice, riesce a scalfire quelle che sono le ruvidità della vita o di un cuore acerbo e chiuso al volo della fantasia.
Mediante questo linguaggio esprime l’amore, la solitudine, l’amicizia, sè stesso insomma, osservatore attento che riesce a coinvolgere il lettore immergendolo nel mondo dei sentimenti.
Ed altri versi risultano rivestiti di dolore, di abbandono, di nostalgica melodia; sono un canto alla Calabria, amara e bella di modugniana memoria, e per il Tassone: “ti lassu, terra sbinturata[…] L’adduru da Sila e ddu maru / e da zagara ca linchja ra campagna / comu parru u calabresi cc’ù ancun’ atu / mi sentu già nu pocu rincuratu/…”.
In tutto il suo itinerario poetico, Bruno Tassone esprime e vuole esprimere le molteplici emozioni di una vita, una vita sicuramente comune a tante altre, riuscendo ad elevarsi e a lanciare il suo grido forte e chiaro nel mondo più atto a recepire: quello dell’animo, del cuore.
Intensa la sua attività editoriale: “Ppi vv’arricurdari i ricurdari” Ed. Grafiche Cusato di Crotone – 1995; “U salònu du varveru – Persone, tradizioni, credenze, giochi e modi di dire”, Ed. Grafiche Cusato – 1998; “Fammi parràri e diri – Satire e poesie in crotonese”, Ed. Calabria Letteraria di Soneria Mannelli – 2000; “Medicina popolare – detti e modi di dire in uso nell’ antichissima e mobilissima città di Crotone”, Ed. Princesse di Crotone – 2004; “Il Giuramento”, Ed. Princesse – 2006; “Gioacchino da Fiore – I miracoli – Pochi versi per parlare di un Sant’Uomo” Ed. Princesse– 2008;
Beh, al postutto, cotanto spessore culturale non poteva non ottenere ulteriore riconoscimento e così me lo ritrovo, ed è un piacere per tutti, Accademico Ordinario “per l’alta professionalità raggiunta in campo artistico”, nominato dal Consiglio Direttivo Generale dell’Accademia Internazionale di Lettere, Arti e Scienze “Greci – Marino” del Verbano.