“Mille splendidi soli” è una cronaca della storia dell’Afghanistan degli ultimi trent’anni scritta da Khaled Hosseini. La descrizione di un paese tormentato, oscuro agli occhi di noi occidentali, fatto di famiglie tradizionaliste con mentalità maschilista, pashtun. Fatto al contempo di musica, di film occidentali e donne dal volto scoperto. E’ proprio in questo periodo, nel 1959, che viene al mondo Mariam, definita una harami, una bastarda, nata dalla relazione extraconiugale tra Jalil Khan, uno degli uomini più ricchi di Herat, e dalla sua serva. Nella prima parte del libro viene raccontata la vita di Mariam e di sua madre Nana, isolate in una kolba, dove prevale il rifiuto sociale e l’impossibilità per entrambe di vivere una vita normale, perché così era stato voluto da Jalil, la stessa persona che la piccola Mariam venera e per la quale nutre un profondo affetto, ignorando quanto lei stessa sia un elemento disonorevole per l’esistenza di suo padre. La giovane comprende tutto ciò quando, a soli quindici anni, in seguito al suicidio di Nana, viene data in sposa a Rashid, un calzolaio di Kabul sulla quarantina. Per lei inizia una nuova vita, in un paese sconosciuto insieme ad un uomo sconosciuto, divenuto violento e sprezzante nei suoi confronti dopo che Mariam lo delude a causa di una serie di aborti spontanei. Nella casa accanto vive Laila con i suoi genitori. I fratelli di Laila, Ahmad e Nur, partono per la jihad con i mujahidin di Massud, in seguito al colpo di stato comunista del ’78. La ragazza non li ha mai visti se non per i primi due anni della sua vita. Per lei il vero fratello è Tariq, il suo vicino di casa, che la difende dai dispetti dei coetanei. La guerra, l’occupazione sovietica, la legge islamica, le bombe, i talebani, costringono Laila e Mariam, anche se nate a distanza di una generazione, a condividere un unico destino, instaurando un rapporto di sorellanza e di amore l’una nei confronti dell’altra che porterà queste due donne a compiere gesti eroici ed enormi sacrifici per proteggersi a vicenda.
Quest’opera è dedicata a tutte le donne afghane, alla loro sottomissione e alle violenze subite, ma anche al loro coraggio, alla continua ricerca della speranza; un tributo alla storia di un popolo devastato dalla guerra e soprattutto un omaggio all’amicizia e all’amore, sentimenti che sono diventati per molte donne come Laila e Mariam l’unico motivo per continuare ad andare avanti nonostante la perdita di persone care ed il costante clima di terrore.
Scritto da Guida Maria, Istituto Einaudi Serra San Bruno, classe V B, A.F.M. ( Articolo a cura della professoressa Clara Grillo)
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29 Maggio 2018