Ha cominciato a scrivere, solo da poco tempo, 2014, per un desiderio di “fuga dal mondo discreto, quello di algoritmi e numeri, per approdare alle distese infinite della natura introspettiva e sociale dell’animo umano” e, dopo l’esordio nell’Enciclopedia di Poesia Contemporanea della Fondazione Mario Luzi e nell’antologia del Premio Città di Narni, entrambe del 2015, già è in vetrina da Amazon e Apple itunes. Si tratta del serrese di adozione Nicola Gullo, già meritatamente ospite della nostra Pagina della Poesia, autore dell’ ebook “Nel caotico vagare”, una raccolta di poesie edita dalla Youcaprint e che ci mostra in copertina una enigmatica e significativa immagine tratta da Wheel of Samsara di Harry Zapping. Perché questa nuova esperienza editoriale? Perché, ce lo spiega lo stesso Gullo in prefazione, “ognuno è alla ricerca della propria dimensione, della propria meta [e] si è soli in questo viaggio che inizia con la consapevolezza di non essere semplici passeggeri.” E non solo. In questo viaggio la poesia diventa il bastone di conforto e “ci tende la mano per condurci oltre l’ultimo orizzonte, oltre la cima della piramide, in quella terra che si estende oltre il vero e il falso, oltre la vita e la morte, oltre lo spazio e il tempo, oltre la ragione e la fantasia, oltre lo spirito e la materia.” Così per il drammaturgo Alejandro Jodorosky che Gullo fa suo. L’incipit della raccolta è affidato alla lirica “La vita”. Leggiamola: “Ciascuno con il suo fardello,/buttato/nel caotico vagare:/la vita.//Tace l’orizzonte/tacciono le Stelle/orme sepolte sotto la sabbia.//Tutto è un girotondo/a senso unico.//Folle/morde il pensiero/di virar tortuoso/l’oscuro destino.” È immagine forte e istintiva, dal pensiero che si addensa e si impenna e trascina e mette a nudo la problematica esistenziale. E su questa scia leggiamo in Discrepanze: “Oscilla/il dubbio/nel nuvolo disperso,/un angolo si dilata/discrepanze/toccano l’ignoto./Un desiderio di quiete/cresce intimo,/ribelle./Il cieco incedere/si sgretola/nel tumulto/che diventa Silenzio/e ritorna/nuova forza/che mi eleva al sublime.” Già solo queste due liriche sono sufficienti per capire che il nostro poeta – informatico merita tanta attenzione per la continua e profonda ricerca d’identità che attraverso un dettato incisivo e non formale lascia intravedere uno spirito pieno di luce nell’attesa di un segno carico di speranza. Sfogliando le pagine di questa ricca silloge non si notano espressioni estemporanee ma pagine legate l’una all’altra da motivi sottintesi che bisogna scoprire fra le righe in quanto fra esse c’è il dono di una speranzosa unità. È un itinerario poetico e umano non ribelle ma di un giovane dei nostri tempi, fermo nei suoi convincimenti. Indicano questo percorso e questo obiettivo anche altre poesie come: Io – poeta, Liberazione, Una danza di cristalli, ultime notizie ed altre e Le stelle che “…sono ancora lì,/ferme,/silenziose,/sussurri di sentieri smarriti,/un infinito discreto/che ridesta la notte,/che scuote il mio animo/come un turbinio./E mi domando:/dove vado?”. Già, dove va il poeta? Dove va l’uomo? E mi piace ribadire che qui sono le eterne domande dell’uomo sul suo destino analizzate con assiduità ed intensità di scavo psicologico tanto da apparire in rovelli d’amore ed echi della nostra vita. Nicola Gullo avverte la sacralità della vita e la pienezza del dono, recupera la sua voce per farsi testimone responsabile di un ampio processo di ricerca e restauro.
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