Il poeta Giuseppe Marsala, già ospite della nostra Pagina della Poesia, non è più con noi L’amico, il collega Peppino, lo scorso 26 febbraio ha lasciato questa terra per vivere serenamente tra le braccia misericordiose del buon Dio. Era nato nel 1940 a Siculiana (Ag) ma ormai crotonese a pieno titolo fin dal 1967. Nella nostra regione ha svolto l’attività di insegnante elementare in alcuni paesi ed in particolare a Cutro; successivamente docente di Diritto ed Economia Politica presso l’Istituto Tecnico Commerciale di Crotone. Ha sempre scritto nei momenti più disparati senza curarsi mai di dare organicità alla sua ampia produzione poetica perché gli è sempre mancata l’ambizione editoriale. Le sue poesie sono come un appuntare, in forma di diario, le emozioni, le riflessioni emergenti dalla cattedra di una scuola o tra una riunione e l’altra del suo lungo e sofferto impegno politico, sindacale e sociale. Una pubblicazione postuma la merita. A me piace ricordarlo con la lirica che segue, una delle sue ultime, scritta davanti alla chiesetta rupestre di Piedigrotta di Pizzo Calabro. Arrivederci buon Peppino!
Naufraghi nell’umanità
Nel tufo, immerso nel mare,
come dal cuore della terra,
fibrilla ,
circonfuso un anelito,
che avvolge la natura.
La grotta
si insegue tra anfratti,
la luce rischiara,
come a comando,
ogni angolo opposto al buio.
Le prospettive
mettono in risalto le statue,
avvolte
dall’umido mantello del mare.
Questa atmosfera del tutto nuova
mi scuote.
Mi ritrovo
a preparare i mattoni,
per l’intima ricostruzione.
Mentre cerco
di interpretare il disegno di Dio,
mi avvolge,
in spire concentriche,
l’afflato universale.
Nell’alternarsi del chiaro scuro,
stagliato nel tufo,
si nota il mio viso,
lo stesso
dei tanti fratelli,
naufraghi nell’Umanità.