Ancor prima dell’Unità d’Italia Serra San Bruno aveva la sua Pretura, allora l’ufficio era Circondariale, dopo l’Unità diventa Mandamentale. All’inizio la sede è all’ultimo piano di un palazzo privato ubicato all’angolo tra la Piazza Mons. Barillari e la via Fiume (vicino la Chiesa Matrice) con ingresso da quest’ultima via. Poi, però, per ospitare la Pretura viene costruito, a spese dello Stato, un apposito edificio sulla via Vittorio Emanuele III precisamente all’incrocio con la via Vittorio Veneto. La realizzazione del Palazzo avviene nel periodo fascista per come rilevano, a prima vista, lo stile “Littorio” e le decorazioni con i fasci, parzialmente rimosse dopo la caduta del regime e si integra correttamente con l’ambiente circostante. Visibile ed apprezzabile è lo sforzo, perfettamente riuscito, del suo progettista di trasformare, soprattutto con la concavità della facciata, uno spazio urbano informe in una piazza. A differenza di tante recenti realizzazioni pubbliche l’edificio manifesta immediatamente il suo carattere di luogo in cui risiede e si esercita un potere tant’è che sia i serresi che i forestieri, fino alle generazioni degli anni ’90, lo chiamano “Il Palazzo della Pretura” ed hanno quasi timore di avvicinarsi perché in esso si somministra la giustizia, si fanno le cause. Lo frequentano: le forze dell’ordine, gli avvocati i magistrati e i loro ausiliari, il personale addetto agli uffici ed ogni giorno è un andir vieni di persone che devono affrontare cause civili o essere giudicati penalmente o semplicemente alle quali piace assistere alle pubbliche udienze(soprattutto quelle penali). Quando con le prime riforme del sistema giudiziario le Preture vengono abolite il Palazzo continua a conservare la sua importanza diventa, infatti, sede dell’Ufficio del Giudice di Pace e del comando della Polizia Municipale. Intanto, però, la sua struttura comincia ha sentire il peso degli anni deteriorandosi sia esternamente che internamente ed i lavori che saltuariamente si eseguono non sono mai tali da impedirne il degrado. Qualche anno fa sembra che le cose cambino lo stabile viene circondato da impalcature e si iniziano imponenti lavori di ristrutturazione, finalmente il glorioso Palazzo tornerà ai suoi vecchi splendori è dato pensare poi, però, l’amara sorpresa, le impalcature vengono rimosse senza che la facciata sia pitturata, gli uffici che esso ospita vengono spostati in altre sedi, in poche parole il Palazzo viene sgombrato e questo perché da un attento esame delle strutture si rileva che l’ultima soletta centrale è pericolante. Ultimamente le due ali del palazzo, sicuramente perché non destano pericolo, vengono utilizzate dall’associazione onlus serrese denominata A.V.A.L. e dal complesso bandistico Città di Serra San Bruno ma ciò nonostante di lavori di ristrutturazione non se ne parla e lo stabile si degrada sempre di più e questa situazione sinceramente è biasimevole. Non si tratta di attribuire colpe a qualcuno ho trovare delle responsabilità ma porsi degli interrogativi si: com’è possibile questo!! com’è potuto accadere!! che cosa non è stato fatto!! com’è possibile che una struttura di tale bellezza ed importanza sia chiusa ed abbandonata a se stessa!! Ogni volta che ci si passa davanti e la si guarda sembra una vecchia nave abbandonata che nonostante tutto, però, lancia ancora e con forza l’s.o.s. Speriamo tanto che questo segnale venga raccolto da qualcuno e che presto la struttura venga recuperata e riportata ai suoi vecchi splendori. E mi raccomando, non si dica, invece, che il bene è demaniale e deve essere gestito dal Ministero di Grazia e Giustizia che ne ha le competenze, il bene è anche e soprattutto di noi serresi e siamo noi, prima di ogni altro, a dover spingere e fare di tutto perché il ripristino avvenga al più presto.
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19 Maggio 2024