La silloge del poeta serrese messa a confronto con altri autori dall’Editore Aletti di Roma
Una silloge in un’antologia è sicuramente una novità editoriale. Più sillogi insieme nella stessa pubblicazione è una scelta interessante perché mostra al lettore un ampio panorama di temi. Sto dicendo dell’antologia, edita da Aletti di Roma, che ospita ben sei autori e tutti con quindici poesie ciascuno, come poeti “del nuovo millennio a confronto” e con liriche che vogliono essere “parole in fuga” attraverso il “Ponantè” (titolo dell’opera) che, come scrive l’Editore in prefazione, “implica un viatico romantico, simbolico ed evocativo: il nome di un vento che trasporti questi componimenti in fuga, verso altri territori, altre culture, lettori, autori”. E non solo. Queste poesie sono intese, per Aletti, “versi figli della pagina bianca e della solitudine, come si conviene all’ideazione poetica, che cercano comunione prima e comunicazione poi…la letteratura nasce da uno stato di necessità, la poesia è uno sforzo mosso alla comunicazione.” Tra questa bella schiera di autori ospiti della Ponantè ben figura, con la raccolta “Tra fuggevoli versi”, il nostro Nicola Gullo già meritatamente inserito ne La Pagina della Poesia. Dicevo di poesia in fuga verso comunione e comunicazione: è stato questo il primo obiettivo del Gullo e continua ad esserlo, cioè scrivere per un desiderio di “fuga dal mondo discreto, quello di algoritmi e numeri, per approdare alle distese infinite della natura introspettiva e sociale dell’animo umano” e, dopo l’esordio nell’Enciclopedia di Poesia Contemporanea della Fondazione Mario Luzi e nell’antologia del Premio Città di Narni, entrambe del 2015, è già in prestigiosi scaffali con l’ebook “Nel caotico vagare”, una raccolta di poesie edita dalla Youcaprint.
Nell’antologia Ponantè, di questi giorni, le poesie dell’amico Gullo, poeta – informatico, continuano nella profonda ricerca d’identità che attraverso un dettato incisivo e non formale lascia intravedere uno spirito pieno di luce nell’attesa di un segno carico di speranza. Un taccuino di istanti sottratti all’agenda della quotidianità dove spesso appunti e parole graffiate la fanno da padrone. In questa silloge, come in altre raccolte, non si notano espressioni estemporanee ma pagine legate da motivi sottintesi che bisogna scoprire fra le righe in quanto fra esse c’è il dono di una speranzosa unità. Leggiamo la lirica Io- poeta laddove l’amico Nicola scrive che: “In bilico/ sul filo dei pensieri/profondo giace il tormento/magma incandescente/che scava il mio animo.//Oltre la soglia/nebuloso/si spande il riflesso/ ed io-poeta/tratteggio/fuggevoli versi/ sordo/ al fatale canto/ della ragione.” È l’incipit di un bell’itinerario poetico e umano, giovane quanto si vuole ma ideativo verso slargamenti quasi cosmici con intonazioni razionali e concettuali. Insomma “tutto è un girotondo/ a senso unico.// Folle/ morde il pensiero/ di virar tortuoso/ l’oscuro destino.” È poesia essenziale ed umanissima che indica la scarsa luce che accompagna l’uomo nella sua vita di oggi come “un infinito discreto/ che ridesta la notte,/ che scuote il mio animo/ come un turbinio./ E mi domando:/ dove vado?” Leggendo ancora “Tra fuggevoli versi”, troviamo espresso un linguaggio carico di tutto l’intenso apporto che la ricca emotività e spiritualità di Gullo consente e lascia trasudare tra le pagine, una tensione partecipe della realtà storico – umana che viviamo.
La silloge del poeta serrese messa a confronto con altri autori dall’Editore Aletti di Roma
Una silloge in un’antologia è sicuramente una novità editoriale. Più sillogi insieme nella stessa pubblicazione è una scelta interessante perché mostra al lettore un ampio panorama di temi. Sto dicendo dell’antologia, edita da Aletti di Roma, che ospita ben sei autori e tutti con quindici poesie ciascuno, come poeti “del nuovo millennio a confronto” e con liriche che vogliono essere “parole in fuga” attraverso il “Ponantè” (titolo dell’opera) che, come scrive l’Editore in prefazione, “implica un viatico romantico, simbolico ed evocativo: il nome di un vento che trasporti questi componimenti in fuga, verso altri territori, altre culture, lettori, autori”. E non solo. Queste poesie sono intese, per Aletti, “versi figli della pagina bianca e della solitudine, come si conviene all’ideazione poetica, che cercano comunione prima e comunicazione poi…la letteratura nasce da uno stato di necessità, la poesia è uno sforzo mosso alla comunicazione.” Tra questa bella schiera di autori ospiti della Ponantè ben figura, con la raccolta “Tra fuggevoli versi”, il nostro Nicola Gullo già meritatamente inserito ne La Pagina della Poesia. Dicevo di poesia in fuga verso comunione e comunicazione: è stato questo il primo obiettivo del Gullo e continua ad esserlo, cioè scrivere per un desiderio di “fuga dal mondo discreto, quello di algoritmi e numeri, per approdare alle distese infinite della natura introspettiva e sociale dell’animo umano” e, dopo l’esordio nell’Enciclopedia di Poesia Contemporanea della Fondazione Mario Luzi e nell’antologia del Premio Città di Narni, entrambe del 2015, è già in prestigiosi scaffali con l’ebook “Nel caotico vagare”, una raccolta di poesie edita dalla Youcaprint.
Nell’antologia Ponantè, di questi giorni, le poesie dell’amico Gullo, poeta – informatico, continuano nella profonda ricerca d’identità che attraverso un dettato incisivo e non formale lascia intravedere uno spirito pieno di luce nell’attesa di un segno carico di speranza. Un taccuino di istanti sottratti all’agenda della quotidianità dove spesso appunti e parole graffiate la fanno da padrone. In questa silloge, come in altre raccolte, non si notano espressioni estemporanee ma pagine legate da motivi sottintesi che bisogna scoprire fra le righe in quanto fra esse c’è il dono di una speranzosa unità. Leggiamo la lirica Io- poeta laddove l’amico Nicola scrive che: “In bilico/ sul filo dei pensieri/profondo giace il tormento/magma incandescente/che scava il mio animo.//Oltre la soglia/nebuloso/si spande il riflesso/ ed io-poeta/tratteggio/fuggevoli versi/ sordo/ al fatale canto/ della ragione.” È l’incipit di un bell’itinerario poetico e umano, giovane quanto si vuole ma ideativo verso slargamenti quasi cosmici con intonazioni razionali e concettuali. Insomma “tutto è un girotondo/ a senso unico.// Folle/ morde il pensiero/ di virar tortuoso/ l’oscuro destino.” È poesia essenziale ed umanissima che indica la scarsa luce che accompagna l’uomo nella sua vita di oggi come “un infinito discreto/ che ridesta la notte,/ che scuote il mio animo/ come un turbinio./ E mi domando:/ dove vado?” Leggendo ancora “Tra fuggevoli versi”, troviamo espresso un linguaggio carico di tutto l’intenso apporto che la ricca emotività e spiritualità di Gullo consente e lascia trasudare tra le pagine, una tensione partecipe della realtà storico – umana che viviamo.