Si coltivavano in Calabria le OLIVE CANDIDE dalle quali si otteneva OLIO SANTO DEL KRISMA, utilizzato per proclamare gli unti da Dio , GLI IMPERATORI BIZANTINI, i sacerdoti, nelle funzioni religiose come il battesimo, la cresima e la unzione dei malati.
Molto interessante e sul piano storico religioso e dal punto di visto agricolo botanico. La Calabria fu produttrice di ” preziose ” coltivazioni che parteciparono alla storia dei popoli del Mediterraneo: Ulivo , cedro , bergamotto …
Come riportano le fonti storiche, i monaci basiliani all’epoca diedero un forte impulso ad alcune coltivazioni e probabilmente curavano questi ulivi per utilizzarli nelle loro attività.
Il chiarissimo olio della leucolea, infatti, veniva chiamato anche «olio del crisma» ed era utilizzato nelle funzioni religiose per ungere i sacerdoti e le alte cariche imperiali bizantine, nelle cerimonie per l’incoronazione degli imperatori, e soprattutto come olio sacro nelle funzioni religiose come il battesimo, la cresima e la unzione dei malati.
Scrive il prof . Sebastiano Stranges Ellesmere
RISCOPERTA DELLE OLIVE CANDIDE DA QUESTE SI OTTENEVA L’OLIO SANTO DEL KRISMA . CRISTO E’ L’UNTO DA DIO, GLI IMPERATORI BIZANTINI VENIVANO UNTI CON L’OLIO BIANCO
Il professor Orlando Sculli aveva iniziato la ricerca sul piano culturale su tale pianta e scoprì che di essa esisteva memoria storica nella Bovesia,conservata dal compianto Bruno Casile, raffinatissimo elleno fono e che era chiamata leucolea (ulivo bianco ), ma da un’indagine più approfondita appurò che più propriamente era detta leucaso (ossia la bianca di Casos, isola dell’Egeo).
Sia a Bova, dove qualche anziano parla ancora il greco, sia a Gerace, città bizantina per eccellenza, si tramandava che da tale ulivo si ricavava un olio, che impreziosito da essenze odorose, si trasformava in myron (fonti:Domenico Minuto e Daniele Castrizio), con cui venivano unti i designati alle cariche ecclesiastiche della chiesa greco-ortodossa o i funzionari imperiali di Bisanzio. Inoltre si preferiva alimentare le lampade nei luoghi di culto con l’olio di tale ulivo, in quanto esso nel bruciare produceva poco fumo.
A questo punto avvenne un miracolo, in quanto Sergio Guidi, presidente dell’Associazione Patriarchi della Natura in Italia assieme a Vanna Forconi, funzionaria ai vertici dell’I.P.R.A., visitando in Calabria un campo di salvataggio della biodiversità di Sculli, ammirarono con sorpresa un ulivo dalle drupe candide ossia l’ulivo del Krisma (21 dicembre 2010). Immediatamente si misero in contatto con i dirigenti dell’A.R. P.A.C.A.L., con cui concordarono i provvedimenti da prendere per salvare il germoplasma della Calabria.
Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 0 Media: 0]