Un importante tassello, anche in virtù della sua prestigiosa sede di pubblicazione, si è aggiunto in questi giorni agli studi sulla storia della Certosa. Le edizioni “Analecta Cartusiana” dell’Istituto di Anglistica e Americanistica dell’Università di Salisburgo in Austria – dirette da James Hogg, Sylvain Excoffon, Alain Girard e Daniel Le Blévec – hanno, infatti, dato alle stampe il volume di Tonino Ceravolo Predicare con le mani. Monaci, libri e documenti d’archivio nella storia della Certosa di Serra San Bruno. Il volume raccoglie sei saggi, alcuni dei quali già presentati da Ceravolo in occasione di convegni scientifici, che vertono in modo particolare sulla biblioteca e sull’archivio della Certosa calabrese, di cui ricostruiscono, pure mediante il ricorso a fonti inedite, alcune delle principali vicende storiche. Due contributi sono dedicati alle relazioni tra la Certosa di Serra e quella di Padula, di fondamentale importanza non solo per il continuo “scambio” di monaci tra i due monasteri, ma pure per il fatto che la Certosa di S. Stefano del Bosco, dopo la soppressione degli ordini religiosi del 1866, ha ereditato una parte molto significativa dell’archivio padulese, comprese una pergamena che risale al XIV secolo e due platee del XVII e del XVIII secolo. Completano il libro un saggio introduttivo che traccia un “bilancio” delle vicende della Certosa da San Bruno al ripristino cinquecentesco e un’accurata bibliografia conclusiva, che costituisce la più completa ricognizione a oggi pubblicata tra i libri che vertono sulla storia del monastero serrese. Segnalate all’attenzione dei lettori e degli studiosi sono anche quattro importanti figure di monaci che hanno caratterizzato la storia della Certosa e, in primo luogo, quella di Dom Basilio M. Caminada (L’Aia, 1920 – Serra San Bruno, 1996), per trent’anni suo archivista e bibliotecario. Accanto a Dom Caminada, il volume di Ceravolo ricorda altre importanti personalità monastiche legate alle vicende dell’armarium serrese: Dom Costanzo De Rigetis, il cui impegno nel recupero delle carte più antiche della Certosa, al momento del reintegro dei certosini a Serra nel XVI secolo, appare evidente nelle pagine della sua Genealogia circa primordia gentis Carthusiae; Dom Benedetto Tromby, che nell’archivio e nella biblioteca trovò, prima del terribile sisma settecentesco, la perenne linfa vitale per condurre a termine la sterminata impresa editoriale della sua Storia critico-cronologica su San Bruno e sulla Certosa; Dom Vittore F. Nabantino, il quale, nel XIX secolo, nei frangenti della “seconda restaurazione”, si adoperò indefessamente per la ricostituzione di quella biblioteca monastica dispersa dopo il terremoto del 1783.
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